..sNIPE wORLD cHAMPIONSHIP: tALKING aBOUT wITH aNTONIO!!
-di seguito il testo integrale della lettera di Antonio, che ringrazio ancora per quanto continua a fare per lo Snipe italiano, ed internazionale!-
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Hi Ivo!
I was sailing the snipe world championship and, as any evening, reading your blog.
Come di consueto, durante questi eventi, è apparso sulla tua colonna un confronto tra la partecipazione a vari campionati del mondo che si stavano svolgendo quasi contemporaneamente in varie località.
E' certamente significativo sottolineare come al mondiasle 505 c'erano 100 barche e a quello Dragoni 70, e magari anche evidenziare che a quello star ce n'erano 86, ma perché non andare fino in fondo alla notizia?
Al mondiale 505 erano presenti ben 7 (!) nazioni, con metà dei concorrenti dagli Usa, un terzo dall'Australia e il resro random, a quello Dragoni addirittura 14. Un successone, paragonato alle 18 nazioni presenti al mondiale snipe, tra l'altro quello con il minor numero di nazioni e concorrenti degli ultimi anni.
Il campionato appena concluso, dati alla mano (che cito a mente in quanto sto volando da San Diego all'Italia), aveva un limite di partecipazione tra gli 80 e i 90 equipaggi. Questo significa che, in base alle nazioni iscritte alla scira, con tutti i limiti imposti dai contingeti stabiliti, avrebbe potuto iscriversi quel numero di imbarcazioni.
Se se ne sono iscritte poco più della metà, con alcune defezioni totali (vedi alcuni paesi sudamericani ed europei) e parecchie iscrizioni limitate (per tutti il Giappone che aveva diritto a 8 posti e ha mandato solo tre equipaggi) qualcosa vorrà forse dire.
Rendere open il campionato del mondo è idea affascinante, ma ha qualche controindicazione. La prima è assolutamente fondamentale: per regolamento, il paese ospitante deve garantire un adeguato numero di barche competitive (secondo criteri dettagliatamente specificati nelle regole). Un campionato open, come prima conseguenza, attirerebbe una grande quantità di equipaggi del paese ospitante, diminuendo in modo significativo la quantità (e la qualità) delle barche a disposizione dei concorrenti stranieri. Che in alcuni casi (vedi Spagna e Giappone) hanno inviato le proprie via container, in tutti gli altri hanno usufruito dei noleggi. E, al momento attuale, nessun costruttore è in grado di provvedere a richieste così ingenti di barche a noleggio.
Se anche si togliesse la regola del noleggio, questo non farebe altro che frenare la partecipazione straniera, in quanto inviare la propria barca (specie da Paesi con un contigente limitato) aumenterebbe talmente i costi che scoragerebbe la partecipazione (o, come nel caso dei Dragoni, favorirebbe quella di chi può permettersi un budget elevatissimo piuttosto di chi è più bravo e vince le selezioni).
Già qiesto fattore, a mio avviso, è sufficiente per scoraggiare qualsiasi tentativo di rendere open il campionato mondiale. Anche perché, in effetti, pur non essendo una classe di professionisti (anche se ci sono parecchi casi di "dilettanti" che non fanno altro che andare in barca), il livello garantito dal sistema ora in vigore non è proprio bassisimo (chissà perché il punto di domanda, Ivo). Basti pensare che il fresco campione del mondo star, certo George Szabo, abitante a San Diego, con a prua certa Carol Cronin, olimpionica sullo Yngling a Pechino, un po' appesantito nel fisico ma certo ben allenato ( a proposito, al San Diego Yacht Club ci sono stati negli anni ben 7 campioni del mondo di star, tra cui Lowell North, Dennis Conner, Mark Reynolds e appunto Szabo, ma al circolo non c'è una star a pagarla, qui si allenano su tutt'altre barche, in primis Etchelles 22 e Snipe) e perfetto conoscitore del posto, ha rimediato un per lui modesto 13° posto. Anche a scorrere con attenzione le classifiche, è difficile trovare nazioni che piazzano tutti i loro concorrenti prima del migliore delle altre nazioni, escluse quelle "cuscinetto" tra cui, purtroppo, sta ricomparendo l'Italia). Quindi anche aprendo la partecipazione a tutti, il livello non si alzerebbe molto. Si regaterebbe come fanno star e, appunto, 505 con una piccola parte di professionisti od ottimi dilettanti ed una parte di turisti che, sinceramente, vedo meglio sulla linea di partenza di qualche bella regata internazionale piuttosto che al campionato del mondo.
Se poi si vuole trasformare il massimo evento della classe in una kermesse da turisti, facciamolo pure, ma non so proprio a chi giovi.
Saluti dal cielo sopra Las Vegas
Antonio
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