..BSC'09 -l'eVENTONE-
Gli ingredienti della prima edizione del Bracciano Sail Contest, neonato eventone braccianese speriamo in crescita verticale, dovevano essere: molti equipaggi per svariate Classi, a misurarsi su tre diversi campi di regata, facendo base in un’unica location, ossia la base dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle.. insomma le premesse per un evento notevole c’erano, poi è arrivato il maltempo, ed è stato uno spettacolo!!
Ora, premessa necessaria per il lettore ignaro: qui di seguito non trovi le solite frasi-fatte-sgretolanti tipo “la celebre Classe Olimpica doppio maschile” oppure “lo snipe, barca tecnica per equipaggi pesanti(???)”, se cerchi quel genere di resoconto cerca on line altrove che ne stanno fioccando, ciò pre messo..
Al venerdì sono andati in acqua HC16, per la prima delle loro tre giornate di regata, valide come Nazionale, ed i Contender, per una giornata di warm up alle successive due, valide come Nazionale pure per loro.
Il venerdì non ero sul campo, se non attraverso una stazione meteo di Anguillara ed una meteo-cam puntata sul cielo sopra lago, e si vedevano le tipiche condizioni braccianesi: brezza libecciata, sole, aria tiepida, tutto confermato da chi invece c’era.
Il sabato mattina invece mi sono presentato sul campo, e come premettevano i cumuli gonfi già su Roma, il Lago era spazzato da un alquanto scorbutico sud, roba di transizione, che sullo scivolo d’alaggio spirava gentile sui 23kt.. unico vantaggio “psicologico”: col sud, dall’AM di Vigna di Valle, si esce al lascone..
Arrivo all’AM molto presto, la base è solito spettacolo.
Prima della sbarra di ingresso regolarizzo il mio pass, chiedo di preparare il pass per l’auto di Silvia3, che mi farà la prua per l’occasione, e già che ci sono ci facciamo 4 chiacchiere con Lady Rossella, la First Lady Sabbazziesca, “embedded” da par sua nella fase operativa del BSC da Lunedì scorso (Santa Subito!!).
Passato il check d’ingresso, getto la nonno-mobile nel primo parcheggio utile e vado a regolarizzare l’iscrizione, c’è una fila di gazebo e ci si iscrive per “campi”, gli snipe corrono sul “Campo B”, assieme a Finn e Contender, e trovo 2 signore molto gentili ed efficienti che comprendendo la frustrazione di un timoniere di doppio senza prodiere continuativo, mi fanno compilare l’iscrizione con i dati sia di Silvia3, che di Fabio, che invece mi farà la prua per le regate della domenica.
Sistemata pure questa vado alle barche, dalla banchina il lago appare levigato (siamo sulla sponda sopravvento) ma le raffiche piegano le orecchie al contrario, il tutto in uno scenario dove il colore dominante tra cielo e acqua è il “grigio-canna-di-fucile”.
Armo baracca e burattini, gli equipaggi cominciano ad arrivare alla spicciolata.
Le “Panza de Cane Girls” sfoderano la loro pala del timone rosa, mentre discutono con Passerottino che vorrebbe farla “tutta” rosa, e non solo la parte immersa, mentre Marco già fatica nella situazione attuale..
Arrivano pure Stefano e Luca (foto di copertina), poi The Frusonian’s, che distribuiscono bomboniere per celebrare il loro incipiente trionfo (dati i loro kg ed il ventone che soffia), ed il nostro Mr.Java, che corre con AndreaM, arruolato appena 10 ore prima dopo una chiamata tipo: “huston we got a problem!”.
Mentre si chiacchiera e si consuma tè e pasticcini al guanciale (biologico), rinvenuti nella tasca dello spray-top di Passerottino, tiriamo su ognuno le proprie vele, chi misura, chi mette pezzi di nastro, nessuno lo dice, o la fa notare, ma è in atto una sorta di “distrazione collettiva” da quelle che sono le condizioni del lago, a pochi metri da noi.
In perfetto orario arriva pure Silvia3, alle primissime esperienze in snipe, rivediamo insieme un pò di cosette, giusto per toglierci qualche dubbio, la giornata si preannuncia di quelle che tendono a non perdonare esitazioni nè cappelle, anche innocenti.
Essendo nei tempi ci concediamo anche una pausa pranzo (un caffè), stivo tutte le provviste di cui potremmo avere bisogno (acqua e loacker) e mi metto a leggere le istruzioni, che sono 5 pagini.. quasi quasi chiederei un “Bignami”.
Il tempo passa rapido, il CdR rispetta i tempi, apparecchiamo le vele, mi guardo attorno, il vento non è calato, anzi, e mi risolvo a tirare “congruamente” le sartie.
L’uscita è meno complicata di quel che temessi, probabilmente perchè ancora ignoro tutti gli scogli artificiali messi a dimora davanti all’Aeronautica, saltiamo a bordo e prendiamo subito la prima raffica che mi costringe a strambare a causa delle solite reti affiornati della sponda vignavallese.
Ce ne andiamo via al lascone, si alternano raffiche e momenti di mollana, nelle mollane si plana.. lascio immaginare nelle raffiche.
Man mano che ci spostiamo verso l’area presunta del campo di regata ci troviamo in mezzo ad una distesa di ocone: il vento non “striscia” la schiuma, quindi siamo decisamente sotto i 15m/sec.. ma anche decisamente prossimi ai 12m/sec!
Arriviamo conservativi fino alla linea di partenza, poco sopra il traverso col sabbazzietto, alla fine dei conti, e nonostante la gran velocità ci mettiamo un bel pò ad arrivare.
Per rendere le cose più facili ho dimenticato la bussola, e arrivando sul campo mi rendo conto di aver perso anche l’orologio.. sto ancora smoccolando.. e molto ancora dovrà passare prima che smetta!
Ci mettiamo a provare un pò di bordeggio, ce ne è davvero tanto, ma tra le sartie tirate ed il vang quasi a fine corsa sembra che la riusciamo a tenere.
Prima di noi dovrebbero partire Contender e Finn, quindi dovremmo avere qualche riferimento per la prima parte della bolina.
Come mettono la linea provo la partenza.. e scopro che mure a dx se ne esce a fatica.. ma non c’è fretta, tanto la linea è così lunga che le tre Classi potrebbero partire simultaneamente, e avanzerebbe molto molto spazio per tutti.
I primi a partire sono i Contender, solo la partenza viene annullata, ma la linea è così lunga che metà della flotta non sente il richiamo e non viene mandato il gommone a tirarli indietro.
Quel che ci salva è il cronometro di Silvia, ripartono i Contender, poi i Finn, poi tocca a noi, spalmati lungo questa linea lunghissima, con Piero ed Eugenia che partono primi e mure a sx uscendo davanti a tutti e noi che nella generale indecisione che si respira ci tiriamo su e seguiamo l’esempio appena possibile, anzi anche prima del possibile, con Stefano e Luca che mi virano sottovento e mi lanciano mure a sx, evidentemente determinati a trasformare il Palindromo o in due optimist o in un unico relitto!
Il casino del vento e delle onde che si sono alzate è tale che avrei sentito direttamente solo l’impatto, se non fosse che da sottovento mi arriva un “NNNOOOOOUUUUU..”, tipo “dilatazione temporale”, e sbirciando dietro le vele vedo Luca che sta mettendo in acqua l’autogonfiabile mentre stefano si è già tolto i calzari e si è abbracciato le ginocchia nella tipica “posizione da impatto”, con la mascherina dell’ossigeno che gli penzola dal boma.. fortunatamente poi rinvengono e decidono che c’è ancora spazio per evitare il botto e ri-virano, scusandosi per il disdoro ed allungandoci dei buoni sconto per una pizzeria al taglio di prossima apertura in zona “Porta-di-Roma”!
La prima bolina è dura, le raffiche sono lunghe e spesso le onde ci spazzano.. e ignoriamo del tutto che il peggio ha ancora da venire.
Ci arrampichiamo a fatica cercando di gestire al meglio le raffiche, soprattutto tentando di limitare lo sbandamento, a costo di mollare, ed il Palindromo apprezza, tanto che nonostante la situazione “bitorsoluta” rimane sempre bello leggero sul timone.
Dopo qualche minuto comincio a chiedere a Silvia di cercare la boa di bolina.. e continuerò a chiederlo a lungo, visto che ancora non ho realizzato che ci hanno messo giù un campo formato “Star”!! A risalire ci mettiamo una vita, bordeggiamo sulla sinistra, mi mancano all’appello alcune facce: il Barone Rosso, con Marcolino al timone, Claudio e Gabriella, ClaudioT e Philip, mentre Radix aveva saggiamente deciso di soprassedere.
Non ricordo come abbiamo girato la boa di bolina, ma ricordo chiaramente il sapore in bocca: acido lattico!
Partiamo per il lascone a palla di cannone, il percorso è un olimpico, quindi il primo giro è un triangolone, solo la rotazione a sinistra l’ha un pò aperto.
Quello che avevamo guadagnato nella bolina ce lo siamo praticamente rimangiato tutto in una quasi capriola-da-fiocco-a-collo in prossimità della boa, ma Silvia riesce a risolvere la situazione e non perdiamo posizioni, solo vantaggio.
All’inizio il lasco è senza tangone, poi si allarga, spariamo, e farlo da così stretti, con tutto quel vento, non è cosa facile nè immediata. La scelta si rivela azzeccata, l’atteggiamento generale è di attaccare/difendere orzando, noi quadriamo e scendiamo nelle raffiche, il palindromo “decolla” letteralmente. Il lasco è lunghissimo.. comincio a nutrire un certo “amore” per i laschi con ventone.. noi scendiamo, guadagnando velocità e distanza laterale, e la rotazione ci consente di risalire in boa mantenendo la prima, regalandoci un bel vantaggio sugli inseguitori, davanti i soliti noti, a bordo la consueta strizza da strambata in boa.
Dopo la strambata si va ancora più larghi, praticamente mono-bordo, c’è tanta pressione, ce ne stiamo belli appoppati, si plana con una certa risolutezza.
In fondo alla poppa i primi due si scambiano qualche bordata all’orza, noi tiriamo dritti, tanto dritti che alla boa li abbiamo riacchiappati.. a parte il leggero dettaglio che loro arrivano dalla lay di sx interni e mure a dx, quindi io mi metto in fil di ruota tipo caravella e gli lascio tutta l’acqua necessaria a girare la boa, che trattandosi di due timoniere fenomenali è praticamente nulla.
Ripartiamo per la bolina con le gambe a tracolla, ormai è chiaro che il rinfresco programmato per la cena ce lo dovremmo guadagnare a colpi di onde e calorie, visto che il vento continua a pompare ed il lago si è ulteriormente alzato!
La bolina mi viene fuori strabica: con un occhio guardo quelli davanti, con l’altro cerco di tenermi tra la boa (qualche miglio sopravvento) e gli inseguitori, tra i quali ci sono molti capacissimi di uscirmi da un angolo due anni avanti, in particolare Mr Java e Dante e Silvia!
Superfluo dire che si tratta dell’ennesimo Gran Premio della Montagna!
A metà bolina il dialogo è ridotto a:
-Silvia vedi la boa? Come la vedi cerca un punto di riferimento a terra!
-Mi si è spostata una lentina!
-...Allora siamo perduti!
-In che senso?
-Nel senso che navighiamo alla cieca!
..questo ripetuto più e più volte.. ..fortuna che nel Lago di Bracciano non ci sono scogli.. almeno non lì in mezzo!
La seconda bolina ci viene peggio, sarà la stanchezza ma faccio molta più fatica a gestire il Palindromo.
In cima ci ha riacchiappato Super-Mauro che gira bene e si mette più all’interno di noi per l’ultima poppa, dove piano piano riesce a guadagnarsi una posizione di pieno controllo.
Noi facciamo quel che possiamo, nonostante la velocità non si arriva mai.. ci consola che sia l’ultima poppa.. ovviamente ometto a Silvia che probabilmente ci sarà anche una seconda prova!
A parte il sorpasso di Maurone nella poppa non accade molto, poi arriva la boa, Maurone è più stretto ma noi gli siamo attaccati, arriviamo più larghi e da sx, mure a sx, quindi non dobbiamo strambare, e con ampio anticipo buttiamo giù un piano: girare larghi cercando di mantenere la velocità.
In boa Maurone orza abbastanza deciso, solo che tra l’ondona ed il ventone l’operazione è faticosa, noi tiriamo giù la deriva ma usciamo larghi e veloci, sulla raffica manteniamo la planata e ci allunghiamo quel tanto sottovento da non soffrire la copertura.
Il traversino verso l’arrivo è lungo, la linea d’arrivo è lunga, io tiro i dadi e chiedo a Silvia di ritirare su la deriva: partiamo in avanti come un fiondata e continuiamo a mangiare qualcosina, a metà traversino comincio ad orzare, l’apparente in più ci dà un’altra spintarella, e sull’arrivo ci siamo ripresi la posizione!
Fortunatamente la pausa tra le due prove è lunga ma non troppo, giusto il tempo di sgranocchiare qualcosa, bere, e cercare di sciogliersi un pò, continua a pompare, alla seconda partenza il campo è sempre per 210°, anche se il vento è andato un pò a sinistra.
Ripartiamo tranquilli, la flotta si apre di meno, ‘sta volta The Frusonian’s ci sono addosso, anche perchè si vogliono rifare della scuffia alla prima prova, e dobbiamo schiumare dalle orecchie per resistere.
Con noi c’è pure Mr.Java e i Gaetan’s, che di bolina sono sempre dei missili (a terra Gaetano mi dirà che non ha nemmeno tirato le sartie: MASCHISSIMO!!).
Perdonate i buchi di memoria, sarà l’acido lattico, ma della bolina ricordo solo il bordeggio di nuovo a sx, qualche rischio di capriola, la capriola dei Gaetan’s (peccato perchè andavo veramente forte) e l’alito rovente dei Frusonian’s, che sono sempre lì, MALEFICI!!
Ripartiamo per il primo lasco dietro a Maurone e The Frusonian’s, andiamo bene, riacchiappiamo il primo sempre facendo il diavolo-a-4 sulle raffiche, che continuano a pungere da sx.
Durante il secondo lato di lasco sembra che cominci a calare aria, comunque è praticamente un mono-bordo, e date le raffiche ci teniamo sulla sx.
La poppa passa senza particolari stranguglioni, se non per un mio personalissimo tentativo di spaccare un altro fiocco piantando il tangone in acqua: lo “STRAP!!” si è sentito ma il fiocco ha tenuto! Ripartiamo per la bolina che il vento non è più brutale, ma ce ne è ancora.
I primi sono eoni avanti, noi pensiamo alla nostra regatina, ennesimo lato lungherrimo, ogni tanto cala sensibilmente pressione, e torturo Silvia con una litania senza fine di “cazza-lasca-ricazza-lasca-1/2cm-cunnigham fiocco-vang-ora ricazza il fiocco”.. mi dico che se decidesse di scendere non potrei biasimarla, ma siamo abbastanza lontani da terra che anche se l’idea le sarà venuta comunque non l’ha praticata.
Alla boa di bolina abbiamo rosicchiato ancora qualcosina, ma The Frusonian’s sono sempre lì con noi, nella poppa loro si tengono più all’interno, nelle mollane io cerco di fare apparente orzando, finendo col portarmi più sulla sx.. mi abbandono a considerazioni deliranti del tipo, se torna da sx siamo dentro, se va a dx siamo fatti, con tutta la muta! Dietro gli inseguitori prendono le raffiche prima e si avvicinano, merito anche di un paio di buchi che centriamo, ma se ne esce rapidamente, e mi sembra di riuscire a controllare, intanto guadagniamo sui Frusonian’s qualcosa, probabilmente soffrono più di noi nelle mollane, da dietro i quali spunta una barca velocissima e rimpiango di aver dimenticato oltre alla bussola anche un siluro filoguidato, così, giusto come deterrente.. non che lo avrei usato!
Nell’ultimo mezzo miglio di questa campestre chiamata poppa ritroviamo pressione da sx, la uso al meglio per chiudere sulla boa in velocità, la barca spuntata da dietro The Frusonian’s è “Claudia”, ossia Mr.Java e Andrea, che vanno come missili.
Mentre giriamo la boa i primi sono già sulla via di casa: altro bolinone più altrettanto bolinone per arrivare a terra, anche se l’aria à calata ancora. Facciamo l’ultimo traversino conservativi, siamo liberi da ingaggi, gli ultimi sx ci hanno regalato un vantaggio piccolo ma ansiolitico, e andiamo a tagliare il traguardo, lessi, zuppi ma conenti, Silvia è stata fenomenale!!
Il rientro è una crociera, la rocca di Bracciano, sottovento, galleggia nello spray dorato, sono le quasi le 19., la prima prova è durata un’ora e quaranta, la seconda un’ora e cinquanta.. praticamente ci hanno fatto fare una “micro-Giraglia”!!
Atterrando piantiamo la deriva in una secca, quando salto giù mi rendo conto che con un colpo di culo monumentale abbiamo centrato l’unico metro quadro di sabbia in mezzo ad una distesa di scoglietti artificiali, immagino messi lì per far frangere il lago prima della spiaggia, con le tramontanate invernali.. non so se funzionano come anti-erosivi, ma per schiantare barche sono perfetti, come scoprirò una volta a terra!
Allo scivolo troviamo Claudio e Gabriella, che fanno i complimenti a Silvia per avermi sopportato e per averci portato a podio, ed hanno ragione da vendere!
Man mano che si rientra si fa il conto di scuffie e rotture, scopro che lo schianto metallico che avevo sentito durante la prima prova era l’albero di RobertoT, mentre Dante e Silvia, attardati da un liscio-di-cinghia di Dante nella seconda prova, hanno infilato il solito recupero strepitoso, Stefano e Luca si sono persi il circuito dello sparatangone nella prima, le “Panza de Cane Girls” hannno raccattato punti pesanti nel t302R.
Data l’ora di rientro stiamo lì che ci aggiriamo in muta mentre stanno quasi per dare il via al banchetto, con gli HC16 sono dentro almeno da 2h, almeno a giudicare dalla montagna di involucri di “Cucciolone” che campeggiano di fianco al nostro DS (che correva negli Hobie!).
La cena è ottima e abbondante, appena fuori il bellissimo campo da atletica della base, che si rivela una location perfetta! Si cammina storti, ma il menù rinfranca gli animi, oltre alla panza.
La mattina dopo invece marca subito male: tuona ed il cielo è gonfio, poi arriva un vero e proprio nubifragio.
Ci si ripara alla spicciolata nel Museo dell’AM, attiguo alla base, posto che vale sicuramente una gita per gli appassionati. Il groppo passa, il diluvia cala un pò, ma di condizioni per regatare nemmeno l’ombra, e si comincia a ragionare sul come e quando riportare le barche ai circoli d’appartenza.
Alla fine va su A su N, almeno per il nostro campo, e comincia il trasloco, che stiamo per fare via lago quando una fumata spaventosa proprio davanti alla sponda sabbazziesca ci induce a più miti consigli: trasloco via terra, che grazie allo stradale doppio del Vicario sabbazziesco si risolve con 2 viaggi per 6 barche!
A seguire premiazione e rinfresco, con tutti che smobilitavamo!
La giornata l'abbiamo chiusa con brunch sul far della sera col lago ormai spazzato dalla preannunciata tramontanona, il tramonto del solstizio è uno spettacolo impagabile.
Note a margine del Bracciano Sail Contest: Nonostante il meteo infame l’evento è stato un successo sia di presenze che organizzativo: come appassionato e praticante posso solo fare i complimenti a chi si è speso per la riuscita dell’evento, con l’auspicio che l’anno prossimo si bissi!
La base dell’AM è sempre una location di prim’ordine per gli eventi molto “grandi”, come avevano già appreso tutti i partecipati allo Snipe World Master del 2004, certo un evento del genere più “embedded” nel tessuto urbano di uno dei paesi del Lago darebbe più ritorno in termini di immagine/comunicazione, semplicemente perchè accessibile anche ai “non addetti”, ma l’AM è sempre un posto eccellente!!
Note a margine “tecniche” magari per il futuro: E’ stato molto intelligente e apprezzato dare ospitalità ai partecipanti da una settimana prima dell’evento, solo per rendere meno pesante lo “sbattimento” del trasloco presso l’AM (che come previsto è stato un disagio, ma un disagio necessario e ragionevole), basterebbe dare ospitalità anche per la settimana “dopo” l’evento, di modo da consentire a tutti di gestire il rientro ai circoli con un pò più di calma, soprattutto in caso di maltempo! I bassi fondali rocciosi davanti alla base, che al Mondiale o non c’erano o me li sono dimenticati io, andrebbero segnalati, meglio, per evitare di far danni, come purtroppo è capitato.
Note a margine del “t302R”: gli assenti si beccano un bel -1x2, ovviamente!
Oltre all’essersi persi due bellissime prove che a dir degli specialisti sembrava più l’alto Garda (e senza bordo obbligato) che Bracciano.
A breve anche qualche dato “telemetrico”, forse!
Note personali: Non so come ringraziare Silvia per avermi sopportato a bordo del Palindromo, per la cronaca è il caso di sottolineare che Silvia si è sobbarcata le succitate due prove con poca esperienza di vela alle spalle, e con qualche w.e. di uscite sullo snipe, di cui una sola in regata, e sempre con poca aria, COMPLIMENTI!!
Un sentitissimo ringraziamento va pure a Fabio, che si è sobbarcato un rientro antelucano da Venezia per venire a fare le prove della domenica, che poi non si sono fatte!
Spero di sdebitarmi presto, andando assieme a fare a sportellate in qualche regata importante!
Prossimo appuntamento Vacanze Romane: i dettagli a breve, per ora basta dire che il menù prevede: sportellate, birra a fiumi e barbecue sulla sponda più soleggiata del Lago, vi aspettiamo numerosi, assenti come sempre non giustificati, soprattutto per quanto riguarda i sabbazziari!!
Ora, premessa necessaria per il lettore ignaro: qui di seguito non trovi le solite frasi-fatte-sgretolanti tipo “la celebre Classe Olimpica doppio maschile” oppure “lo snipe, barca tecnica per equipaggi pesanti(???)”, se cerchi quel genere di resoconto cerca on line altrove che ne stanno fioccando, ciò pre messo..
Al venerdì sono andati in acqua HC16, per la prima delle loro tre giornate di regata, valide come Nazionale, ed i Contender, per una giornata di warm up alle successive due, valide come Nazionale pure per loro.
Il venerdì non ero sul campo, se non attraverso una stazione meteo di Anguillara ed una meteo-cam puntata sul cielo sopra lago, e si vedevano le tipiche condizioni braccianesi: brezza libecciata, sole, aria tiepida, tutto confermato da chi invece c’era.
Il sabato mattina invece mi sono presentato sul campo, e come premettevano i cumuli gonfi già su Roma, il Lago era spazzato da un alquanto scorbutico sud, roba di transizione, che sullo scivolo d’alaggio spirava gentile sui 23kt.. unico vantaggio “psicologico”: col sud, dall’AM di Vigna di Valle, si esce al lascone..
Arrivo all’AM molto presto, la base è solito spettacolo.
Prima della sbarra di ingresso regolarizzo il mio pass, chiedo di preparare il pass per l’auto di Silvia3, che mi farà la prua per l’occasione, e già che ci sono ci facciamo 4 chiacchiere con Lady Rossella, la First Lady Sabbazziesca, “embedded” da par sua nella fase operativa del BSC da Lunedì scorso (Santa Subito!!).
Passato il check d’ingresso, getto la nonno-mobile nel primo parcheggio utile e vado a regolarizzare l’iscrizione, c’è una fila di gazebo e ci si iscrive per “campi”, gli snipe corrono sul “Campo B”, assieme a Finn e Contender, e trovo 2 signore molto gentili ed efficienti che comprendendo la frustrazione di un timoniere di doppio senza prodiere continuativo, mi fanno compilare l’iscrizione con i dati sia di Silvia3, che di Fabio, che invece mi farà la prua per le regate della domenica.
Sistemata pure questa vado alle barche, dalla banchina il lago appare levigato (siamo sulla sponda sopravvento) ma le raffiche piegano le orecchie al contrario, il tutto in uno scenario dove il colore dominante tra cielo e acqua è il “grigio-canna-di-fucile”.
Armo baracca e burattini, gli equipaggi cominciano ad arrivare alla spicciolata.
Le “Panza de Cane Girls” sfoderano la loro pala del timone rosa, mentre discutono con Passerottino che vorrebbe farla “tutta” rosa, e non solo la parte immersa, mentre Marco già fatica nella situazione attuale..
Arrivano pure Stefano e Luca (foto di copertina), poi The Frusonian’s, che distribuiscono bomboniere per celebrare il loro incipiente trionfo (dati i loro kg ed il ventone che soffia), ed il nostro Mr.Java, che corre con AndreaM, arruolato appena 10 ore prima dopo una chiamata tipo: “huston we got a problem!”.
Mentre si chiacchiera e si consuma tè e pasticcini al guanciale (biologico), rinvenuti nella tasca dello spray-top di Passerottino, tiriamo su ognuno le proprie vele, chi misura, chi mette pezzi di nastro, nessuno lo dice, o la fa notare, ma è in atto una sorta di “distrazione collettiva” da quelle che sono le condizioni del lago, a pochi metri da noi.
In perfetto orario arriva pure Silvia3, alle primissime esperienze in snipe, rivediamo insieme un pò di cosette, giusto per toglierci qualche dubbio, la giornata si preannuncia di quelle che tendono a non perdonare esitazioni nè cappelle, anche innocenti.
Essendo nei tempi ci concediamo anche una pausa pranzo (un caffè), stivo tutte le provviste di cui potremmo avere bisogno (acqua e loacker) e mi metto a leggere le istruzioni, che sono 5 pagini.. quasi quasi chiederei un “Bignami”.
Il tempo passa rapido, il CdR rispetta i tempi, apparecchiamo le vele, mi guardo attorno, il vento non è calato, anzi, e mi risolvo a tirare “congruamente” le sartie.
L’uscita è meno complicata di quel che temessi, probabilmente perchè ancora ignoro tutti gli scogli artificiali messi a dimora davanti all’Aeronautica, saltiamo a bordo e prendiamo subito la prima raffica che mi costringe a strambare a causa delle solite reti affiornati della sponda vignavallese.
Ce ne andiamo via al lascone, si alternano raffiche e momenti di mollana, nelle mollane si plana.. lascio immaginare nelle raffiche.
Man mano che ci spostiamo verso l’area presunta del campo di regata ci troviamo in mezzo ad una distesa di ocone: il vento non “striscia” la schiuma, quindi siamo decisamente sotto i 15m/sec.. ma anche decisamente prossimi ai 12m/sec!
Arriviamo conservativi fino alla linea di partenza, poco sopra il traverso col sabbazzietto, alla fine dei conti, e nonostante la gran velocità ci mettiamo un bel pò ad arrivare.
Per rendere le cose più facili ho dimenticato la bussola, e arrivando sul campo mi rendo conto di aver perso anche l’orologio.. sto ancora smoccolando.. e molto ancora dovrà passare prima che smetta!
Ci mettiamo a provare un pò di bordeggio, ce ne è davvero tanto, ma tra le sartie tirate ed il vang quasi a fine corsa sembra che la riusciamo a tenere.
Prima di noi dovrebbero partire Contender e Finn, quindi dovremmo avere qualche riferimento per la prima parte della bolina.
Come mettono la linea provo la partenza.. e scopro che mure a dx se ne esce a fatica.. ma non c’è fretta, tanto la linea è così lunga che le tre Classi potrebbero partire simultaneamente, e avanzerebbe molto molto spazio per tutti.
I primi a partire sono i Contender, solo la partenza viene annullata, ma la linea è così lunga che metà della flotta non sente il richiamo e non viene mandato il gommone a tirarli indietro.
Quel che ci salva è il cronometro di Silvia, ripartono i Contender, poi i Finn, poi tocca a noi, spalmati lungo questa linea lunghissima, con Piero ed Eugenia che partono primi e mure a sx uscendo davanti a tutti e noi che nella generale indecisione che si respira ci tiriamo su e seguiamo l’esempio appena possibile, anzi anche prima del possibile, con Stefano e Luca che mi virano sottovento e mi lanciano mure a sx, evidentemente determinati a trasformare il Palindromo o in due optimist o in un unico relitto!
Il casino del vento e delle onde che si sono alzate è tale che avrei sentito direttamente solo l’impatto, se non fosse che da sottovento mi arriva un “NNNOOOOOUUUUU..”, tipo “dilatazione temporale”, e sbirciando dietro le vele vedo Luca che sta mettendo in acqua l’autogonfiabile mentre stefano si è già tolto i calzari e si è abbracciato le ginocchia nella tipica “posizione da impatto”, con la mascherina dell’ossigeno che gli penzola dal boma.. fortunatamente poi rinvengono e decidono che c’è ancora spazio per evitare il botto e ri-virano, scusandosi per il disdoro ed allungandoci dei buoni sconto per una pizzeria al taglio di prossima apertura in zona “Porta-di-Roma”!
La prima bolina è dura, le raffiche sono lunghe e spesso le onde ci spazzano.. e ignoriamo del tutto che il peggio ha ancora da venire.
Ci arrampichiamo a fatica cercando di gestire al meglio le raffiche, soprattutto tentando di limitare lo sbandamento, a costo di mollare, ed il Palindromo apprezza, tanto che nonostante la situazione “bitorsoluta” rimane sempre bello leggero sul timone.
Dopo qualche minuto comincio a chiedere a Silvia di cercare la boa di bolina.. e continuerò a chiederlo a lungo, visto che ancora non ho realizzato che ci hanno messo giù un campo formato “Star”!! A risalire ci mettiamo una vita, bordeggiamo sulla sinistra, mi mancano all’appello alcune facce: il Barone Rosso, con Marcolino al timone, Claudio e Gabriella, ClaudioT e Philip, mentre Radix aveva saggiamente deciso di soprassedere.
Non ricordo come abbiamo girato la boa di bolina, ma ricordo chiaramente il sapore in bocca: acido lattico!
Partiamo per il lascone a palla di cannone, il percorso è un olimpico, quindi il primo giro è un triangolone, solo la rotazione a sinistra l’ha un pò aperto.
Quello che avevamo guadagnato nella bolina ce lo siamo praticamente rimangiato tutto in una quasi capriola-da-fiocco-a-collo in prossimità della boa, ma Silvia riesce a risolvere la situazione e non perdiamo posizioni, solo vantaggio.
All’inizio il lasco è senza tangone, poi si allarga, spariamo, e farlo da così stretti, con tutto quel vento, non è cosa facile nè immediata. La scelta si rivela azzeccata, l’atteggiamento generale è di attaccare/difendere orzando, noi quadriamo e scendiamo nelle raffiche, il palindromo “decolla” letteralmente. Il lasco è lunghissimo.. comincio a nutrire un certo “amore” per i laschi con ventone.. noi scendiamo, guadagnando velocità e distanza laterale, e la rotazione ci consente di risalire in boa mantenendo la prima, regalandoci un bel vantaggio sugli inseguitori, davanti i soliti noti, a bordo la consueta strizza da strambata in boa.
Dopo la strambata si va ancora più larghi, praticamente mono-bordo, c’è tanta pressione, ce ne stiamo belli appoppati, si plana con una certa risolutezza.
In fondo alla poppa i primi due si scambiano qualche bordata all’orza, noi tiriamo dritti, tanto dritti che alla boa li abbiamo riacchiappati.. a parte il leggero dettaglio che loro arrivano dalla lay di sx interni e mure a dx, quindi io mi metto in fil di ruota tipo caravella e gli lascio tutta l’acqua necessaria a girare la boa, che trattandosi di due timoniere fenomenali è praticamente nulla.
Ripartiamo per la bolina con le gambe a tracolla, ormai è chiaro che il rinfresco programmato per la cena ce lo dovremmo guadagnare a colpi di onde e calorie, visto che il vento continua a pompare ed il lago si è ulteriormente alzato!
La bolina mi viene fuori strabica: con un occhio guardo quelli davanti, con l’altro cerco di tenermi tra la boa (qualche miglio sopravvento) e gli inseguitori, tra i quali ci sono molti capacissimi di uscirmi da un angolo due anni avanti, in particolare Mr Java e Dante e Silvia!
Superfluo dire che si tratta dell’ennesimo Gran Premio della Montagna!
A metà bolina il dialogo è ridotto a:
-Silvia vedi la boa? Come la vedi cerca un punto di riferimento a terra!
-Mi si è spostata una lentina!
-...Allora siamo perduti!
-In che senso?
-Nel senso che navighiamo alla cieca!
..questo ripetuto più e più volte.. ..fortuna che nel Lago di Bracciano non ci sono scogli.. almeno non lì in mezzo!
La seconda bolina ci viene peggio, sarà la stanchezza ma faccio molta più fatica a gestire il Palindromo.
In cima ci ha riacchiappato Super-Mauro che gira bene e si mette più all’interno di noi per l’ultima poppa, dove piano piano riesce a guadagnarsi una posizione di pieno controllo.
Noi facciamo quel che possiamo, nonostante la velocità non si arriva mai.. ci consola che sia l’ultima poppa.. ovviamente ometto a Silvia che probabilmente ci sarà anche una seconda prova!
A parte il sorpasso di Maurone nella poppa non accade molto, poi arriva la boa, Maurone è più stretto ma noi gli siamo attaccati, arriviamo più larghi e da sx, mure a sx, quindi non dobbiamo strambare, e con ampio anticipo buttiamo giù un piano: girare larghi cercando di mantenere la velocità.
In boa Maurone orza abbastanza deciso, solo che tra l’ondona ed il ventone l’operazione è faticosa, noi tiriamo giù la deriva ma usciamo larghi e veloci, sulla raffica manteniamo la planata e ci allunghiamo quel tanto sottovento da non soffrire la copertura.
Il traversino verso l’arrivo è lungo, la linea d’arrivo è lunga, io tiro i dadi e chiedo a Silvia di ritirare su la deriva: partiamo in avanti come un fiondata e continuiamo a mangiare qualcosina, a metà traversino comincio ad orzare, l’apparente in più ci dà un’altra spintarella, e sull’arrivo ci siamo ripresi la posizione!
Fortunatamente la pausa tra le due prove è lunga ma non troppo, giusto il tempo di sgranocchiare qualcosa, bere, e cercare di sciogliersi un pò, continua a pompare, alla seconda partenza il campo è sempre per 210°, anche se il vento è andato un pò a sinistra.
Ripartiamo tranquilli, la flotta si apre di meno, ‘sta volta The Frusonian’s ci sono addosso, anche perchè si vogliono rifare della scuffia alla prima prova, e dobbiamo schiumare dalle orecchie per resistere.
Con noi c’è pure Mr.Java e i Gaetan’s, che di bolina sono sempre dei missili (a terra Gaetano mi dirà che non ha nemmeno tirato le sartie: MASCHISSIMO!!).
Perdonate i buchi di memoria, sarà l’acido lattico, ma della bolina ricordo solo il bordeggio di nuovo a sx, qualche rischio di capriola, la capriola dei Gaetan’s (peccato perchè andavo veramente forte) e l’alito rovente dei Frusonian’s, che sono sempre lì, MALEFICI!!
Ripartiamo per il primo lasco dietro a Maurone e The Frusonian’s, andiamo bene, riacchiappiamo il primo sempre facendo il diavolo-a-4 sulle raffiche, che continuano a pungere da sx.
Durante il secondo lato di lasco sembra che cominci a calare aria, comunque è praticamente un mono-bordo, e date le raffiche ci teniamo sulla sx.
La poppa passa senza particolari stranguglioni, se non per un mio personalissimo tentativo di spaccare un altro fiocco piantando il tangone in acqua: lo “STRAP!!” si è sentito ma il fiocco ha tenuto! Ripartiamo per la bolina che il vento non è più brutale, ma ce ne è ancora.
I primi sono eoni avanti, noi pensiamo alla nostra regatina, ennesimo lato lungherrimo, ogni tanto cala sensibilmente pressione, e torturo Silvia con una litania senza fine di “cazza-lasca-ricazza-lasca-1/2cm-cunnigham fiocco-vang-ora ricazza il fiocco”.. mi dico che se decidesse di scendere non potrei biasimarla, ma siamo abbastanza lontani da terra che anche se l’idea le sarà venuta comunque non l’ha praticata.
Alla boa di bolina abbiamo rosicchiato ancora qualcosina, ma The Frusonian’s sono sempre lì con noi, nella poppa loro si tengono più all’interno, nelle mollane io cerco di fare apparente orzando, finendo col portarmi più sulla sx.. mi abbandono a considerazioni deliranti del tipo, se torna da sx siamo dentro, se va a dx siamo fatti, con tutta la muta! Dietro gli inseguitori prendono le raffiche prima e si avvicinano, merito anche di un paio di buchi che centriamo, ma se ne esce rapidamente, e mi sembra di riuscire a controllare, intanto guadagniamo sui Frusonian’s qualcosa, probabilmente soffrono più di noi nelle mollane, da dietro i quali spunta una barca velocissima e rimpiango di aver dimenticato oltre alla bussola anche un siluro filoguidato, così, giusto come deterrente.. non che lo avrei usato!
Nell’ultimo mezzo miglio di questa campestre chiamata poppa ritroviamo pressione da sx, la uso al meglio per chiudere sulla boa in velocità, la barca spuntata da dietro The Frusonian’s è “Claudia”, ossia Mr.Java e Andrea, che vanno come missili.
Mentre giriamo la boa i primi sono già sulla via di casa: altro bolinone più altrettanto bolinone per arrivare a terra, anche se l’aria à calata ancora. Facciamo l’ultimo traversino conservativi, siamo liberi da ingaggi, gli ultimi sx ci hanno regalato un vantaggio piccolo ma ansiolitico, e andiamo a tagliare il traguardo, lessi, zuppi ma conenti, Silvia è stata fenomenale!!
Il rientro è una crociera, la rocca di Bracciano, sottovento, galleggia nello spray dorato, sono le quasi le 19., la prima prova è durata un’ora e quaranta, la seconda un’ora e cinquanta.. praticamente ci hanno fatto fare una “micro-Giraglia”!!
Atterrando piantiamo la deriva in una secca, quando salto giù mi rendo conto che con un colpo di culo monumentale abbiamo centrato l’unico metro quadro di sabbia in mezzo ad una distesa di scoglietti artificiali, immagino messi lì per far frangere il lago prima della spiaggia, con le tramontanate invernali.. non so se funzionano come anti-erosivi, ma per schiantare barche sono perfetti, come scoprirò una volta a terra!
Allo scivolo troviamo Claudio e Gabriella, che fanno i complimenti a Silvia per avermi sopportato e per averci portato a podio, ed hanno ragione da vendere!
Man mano che si rientra si fa il conto di scuffie e rotture, scopro che lo schianto metallico che avevo sentito durante la prima prova era l’albero di RobertoT, mentre Dante e Silvia, attardati da un liscio-di-cinghia di Dante nella seconda prova, hanno infilato il solito recupero strepitoso, Stefano e Luca si sono persi il circuito dello sparatangone nella prima, le “Panza de Cane Girls” hannno raccattato punti pesanti nel t302R.
Data l’ora di rientro stiamo lì che ci aggiriamo in muta mentre stanno quasi per dare il via al banchetto, con gli HC16 sono dentro almeno da 2h, almeno a giudicare dalla montagna di involucri di “Cucciolone” che campeggiano di fianco al nostro DS (che correva negli Hobie!).
La cena è ottima e abbondante, appena fuori il bellissimo campo da atletica della base, che si rivela una location perfetta! Si cammina storti, ma il menù rinfranca gli animi, oltre alla panza.
La mattina dopo invece marca subito male: tuona ed il cielo è gonfio, poi arriva un vero e proprio nubifragio.
Ci si ripara alla spicciolata nel Museo dell’AM, attiguo alla base, posto che vale sicuramente una gita per gli appassionati. Il groppo passa, il diluvia cala un pò, ma di condizioni per regatare nemmeno l’ombra, e si comincia a ragionare sul come e quando riportare le barche ai circoli d’appartenza.
Alla fine va su A su N, almeno per il nostro campo, e comincia il trasloco, che stiamo per fare via lago quando una fumata spaventosa proprio davanti alla sponda sabbazziesca ci induce a più miti consigli: trasloco via terra, che grazie allo stradale doppio del Vicario sabbazziesco si risolve con 2 viaggi per 6 barche!
A seguire premiazione e rinfresco, con tutti che smobilitavamo!
La giornata l'abbiamo chiusa con brunch sul far della sera col lago ormai spazzato dalla preannunciata tramontanona, il tramonto del solstizio è uno spettacolo impagabile.
Note a margine del Bracciano Sail Contest: Nonostante il meteo infame l’evento è stato un successo sia di presenze che organizzativo: come appassionato e praticante posso solo fare i complimenti a chi si è speso per la riuscita dell’evento, con l’auspicio che l’anno prossimo si bissi!
La base dell’AM è sempre una location di prim’ordine per gli eventi molto “grandi”, come avevano già appreso tutti i partecipati allo Snipe World Master del 2004, certo un evento del genere più “embedded” nel tessuto urbano di uno dei paesi del Lago darebbe più ritorno in termini di immagine/comunicazione, semplicemente perchè accessibile anche ai “non addetti”, ma l’AM è sempre un posto eccellente!!
Note a margine “tecniche” magari per il futuro: E’ stato molto intelligente e apprezzato dare ospitalità ai partecipanti da una settimana prima dell’evento, solo per rendere meno pesante lo “sbattimento” del trasloco presso l’AM (che come previsto è stato un disagio, ma un disagio necessario e ragionevole), basterebbe dare ospitalità anche per la settimana “dopo” l’evento, di modo da consentire a tutti di gestire il rientro ai circoli con un pò più di calma, soprattutto in caso di maltempo! I bassi fondali rocciosi davanti alla base, che al Mondiale o non c’erano o me li sono dimenticati io, andrebbero segnalati, meglio, per evitare di far danni, come purtroppo è capitato.
Note a margine del “t302R”: gli assenti si beccano un bel -1x2, ovviamente!
Oltre all’essersi persi due bellissime prove che a dir degli specialisti sembrava più l’alto Garda (e senza bordo obbligato) che Bracciano.
A breve anche qualche dato “telemetrico”, forse!
Note personali: Non so come ringraziare Silvia per avermi sopportato a bordo del Palindromo, per la cronaca è il caso di sottolineare che Silvia si è sobbarcata le succitate due prove con poca esperienza di vela alle spalle, e con qualche w.e. di uscite sullo snipe, di cui una sola in regata, e sempre con poca aria, COMPLIMENTI!!
Un sentitissimo ringraziamento va pure a Fabio, che si è sobbarcato un rientro antelucano da Venezia per venire a fare le prove della domenica, che poi non si sono fatte!
Spero di sdebitarmi presto, andando assieme a fare a sportellate in qualche regata importante!
Prossimo appuntamento Vacanze Romane: i dettagli a breve, per ora basta dire che il menù prevede: sportellate, birra a fiumi e barbecue sulla sponda più soleggiata del Lago, vi aspettiamo numerosi, assenti come sempre non giustificati, soprattutto per quanto riguarda i sabbazziari!!
per le classifiche e le foto del BSC, come sempre: clicckare qui!
0 Comments:
Post a Comment
<< Home