..tRUSTING fABIO..
..in questa lettera spiega su AdessoVela le sue ragioni in merito alla gestione della recente tappa della Volvo Cup in quel di Porto Ferraio, dove in 4gg di regate (Melges32') sono riusciti a correre solo 2 prove, incassando per altro 4 proteste al CdR per aver corso con troppo poco vento..
..suona familiare?
non entro nel merito di quanto accaduto a Porto Ferraio (per altro invidio la bellezza della location!!), non c'ero e nn nutro interesse per i Melges32', in particolare quando non producono video-on-board mentre planano via a 20kt!
..però vale la pena prendere spunto da quanto accaduto a Porto Ferraio e dalle riflessioni di Fabio, e per spuntare al meglio ci sta anche andarsi a leggere il bel resoconto della FDZ IV Zona Snipe dalla recente Nazionale Snipe di Riccione.. soprattutto le considerazioni finali.
In sostanza la questione che sembra venir fuori è: che si fà quando le condizioni meteo non sono "ottimali", in particolare: che si fà quando c'è poca poca aria?
In generale i CdR mostrano una stolida fermezza nel far disputare il numero di prove in programma, punto.
Certo, dipende dal livello della regata in questione.
Ad uno Zonale basta qualche nuvolone per tenere a terra il CdR, ed è anche comprensibile, visto il livello eterogeneo dei regatanti.
Già ad una Nazionale i CdR cambiano registro, figurarsi ad un Campitaliano o ad un Campionato Continentale.
In questi casi infatti la tendenza palese è portare a casa il numero di prove previste dal programma: a qualsiasi costo!
..ma vediamo quali sono questi "costi"?
In caso di ventone la questione è la sicurezza. Le istruzioni di regata prevedono, tutte, la liberatoria che accolla agli skipper la responsabilità della scelta di andare in acqua.. è tant'è.
Ma se uno skipper si accolla la propria responsabilità, va in acqua, e nel meteo-merdone il CdR dà regata e poi si rivela incapace di gestire eventuali criticità, ad esempio rivelandosi incapace di prestare assistenza tempestiva e risolutiva a quanti in difficoltà, allora sono dolori (potenzialmente anche penali) per il CdR.
Ma teniamo fuori l'ipotesi tempaccio, qui interessa altro.
C'è poco vento, poco e instabile per intensità e direzione, che si fà?
Il Cdr, nella stragrande maggioranza dei casi, vuole portare a casa il programma completo, quello è il metro di giudizio della propria performance, punto.
Ma i regatanti?
Domanda cosmica: meglio fare almeno qualche prova (se non tutte quelle in programma) sacrificandone la regolarità e gli standard (lunghezza e durata) oppure è meglio che, se nn sono garantiti gli standard minimi, il CdR non dia il via?
Escludendo che tutti i regatanti siano d'accordo all'unanimità su una delle due scelte, ma alla fine chi decide?
Per come la vedo io metà della soluzione è semplice, la seconda parte è impossibile: devono decidere i regatanti, al servizio dei quali è il CdR, ma è impossibile che i regatanti condividano all'unanimità una scelta in merito alle due possibili ipotesi.
Come se ne esce?
Non se ne esce.. a meno che non si discrimini: le regate che danno punti per una qualsiasi qualificazione devono essere prioritariamente "regolari", quindi se nn ci sono gli standard minimi, nn si corre.
Le regate che sono trofei compiuti e nn danno punti per altro, le si tratta più "elasticamente".. a meno che nn si parli ci Campitaliani, etc.. naturalmente!
..in realtà è esattamente il criterio che i CdR usano per quanto riguarda le condimeteo avverse, a seconda che si tratti di una regata "importante" o di una regata di Club.. quindi metà della soluzione già c'è, ed è generalmente operante, basterebbe far capire ai CdR che lo stesso criterio vada applicato anche quando vento non ce ne è: un sistema di qualificazione deve rispettare certi standard, se la regata riguarda un processo di qualificazione, deve avere quegli standard, se nn li ha, non si falsa una qualificazione (o l'assegnazione di un titolo nazionale/continentale) solo per poi poter dire di aver rispettato tutto il programma nonostante tutto.
Se passasse un criterio del genere, finiremo tutti per prestare MAGGIORE ATTENZIONE alle location che si scelgono per le regate di qualificazione e per gli eventi "importanti".
Quest'estate, a Muggia, un super-local, ma di quelli molto molto bravi, mi disse "ad agosto qui non facciamo regate, si sa che nn ci sono le condizioni.".. lo disse lui, non io, io nn ero mai stato prima di allora a Muggia, e qui riporto quanto mi disse, e basta.
La questione ovviamente è un'altra, ed è sistemica: finchè continueremo a scegliere le location dove andare a fare certe regate in base ad un insieme dei criteri tra i quali non FIGURANO MAI le condimeteo locali nella stagione considerata, la probabilità di trovarsi in situazioni difficili, tipo la recente Porto Ferraio dei Melges, rimarrà elevatissima, e visto che queste considerazioni le si possono omettere (e le si omettono) quando in Assemblea si scelgono le location, ma tutti ci troviamo a farle nel nostro piccolo quando ci si trova a decidere se andare o meno, risultato: una schizofrenia che finisce per produrre basse adesioni ( (lasciamo fuori per semplicità l'attuale congiuntura economica) e tanti problemi di gestione in acqua.
Nella nostra Classe in particolare riaffiorano ciclicamente discorsi tipo: dobbiamo andare in posti che vanno bene a quelli con mogli e figli al seguito, e poi, quando lo facciamo, quelli con mogli e figli al seguito sono i primi a non sacrificare le vacanze per venire a fare il Campitaliano!
Magari sarebbe ora di tentare qualcosa di "rivoluzionario": mettiamo le candidature in ordine di preferenza in base alle statistiche meteo-stagionali disponibili su un qualsivoglia portale meteo, non sono assolutamente infallibili, ma avremmo un criterio se non altro omogeneo, trasparente, e meno "100% a culo" come quello attuale, e poi chiediamo ai CdR di regolarsi alla stessa maniera tanto che ci sia ventone o che non ce ne sia proprio (i "limiti di vento" del regolamento sono una roba tanto ignorata/mal applicata che varrebbe la pena tirarli via del tutto!), magari non risolve, ma potrebbe migliorare le probabilità di successo, e vista la sistematicità con cui accade il contrario, sarebbe un bel risultato.
..suona familiare?
non entro nel merito di quanto accaduto a Porto Ferraio (per altro invidio la bellezza della location!!), non c'ero e nn nutro interesse per i Melges32', in particolare quando non producono video-on-board mentre planano via a 20kt!
..però vale la pena prendere spunto da quanto accaduto a Porto Ferraio e dalle riflessioni di Fabio, e per spuntare al meglio ci sta anche andarsi a leggere il bel resoconto della FDZ IV Zona Snipe dalla recente Nazionale Snipe di Riccione.. soprattutto le considerazioni finali.
In sostanza la questione che sembra venir fuori è: che si fà quando le condizioni meteo non sono "ottimali", in particolare: che si fà quando c'è poca poca aria?
In generale i CdR mostrano una stolida fermezza nel far disputare il numero di prove in programma, punto.
Certo, dipende dal livello della regata in questione.
Ad uno Zonale basta qualche nuvolone per tenere a terra il CdR, ed è anche comprensibile, visto il livello eterogeneo dei regatanti.
Già ad una Nazionale i CdR cambiano registro, figurarsi ad un Campitaliano o ad un Campionato Continentale.
In questi casi infatti la tendenza palese è portare a casa il numero di prove previste dal programma: a qualsiasi costo!
..ma vediamo quali sono questi "costi"?
In caso di ventone la questione è la sicurezza. Le istruzioni di regata prevedono, tutte, la liberatoria che accolla agli skipper la responsabilità della scelta di andare in acqua.. è tant'è.
Ma se uno skipper si accolla la propria responsabilità, va in acqua, e nel meteo-merdone il CdR dà regata e poi si rivela incapace di gestire eventuali criticità, ad esempio rivelandosi incapace di prestare assistenza tempestiva e risolutiva a quanti in difficoltà, allora sono dolori (potenzialmente anche penali) per il CdR.
Ma teniamo fuori l'ipotesi tempaccio, qui interessa altro.
C'è poco vento, poco e instabile per intensità e direzione, che si fà?
Il Cdr, nella stragrande maggioranza dei casi, vuole portare a casa il programma completo, quello è il metro di giudizio della propria performance, punto.
Ma i regatanti?
Domanda cosmica: meglio fare almeno qualche prova (se non tutte quelle in programma) sacrificandone la regolarità e gli standard (lunghezza e durata) oppure è meglio che, se nn sono garantiti gli standard minimi, il CdR non dia il via?
Escludendo che tutti i regatanti siano d'accordo all'unanimità su una delle due scelte, ma alla fine chi decide?
Per come la vedo io metà della soluzione è semplice, la seconda parte è impossibile: devono decidere i regatanti, al servizio dei quali è il CdR, ma è impossibile che i regatanti condividano all'unanimità una scelta in merito alle due possibili ipotesi.
Come se ne esce?
Non se ne esce.. a meno che non si discrimini: le regate che danno punti per una qualsiasi qualificazione devono essere prioritariamente "regolari", quindi se nn ci sono gli standard minimi, nn si corre.
Le regate che sono trofei compiuti e nn danno punti per altro, le si tratta più "elasticamente".. a meno che nn si parli ci Campitaliani, etc.. naturalmente!
..in realtà è esattamente il criterio che i CdR usano per quanto riguarda le condimeteo avverse, a seconda che si tratti di una regata "importante" o di una regata di Club.. quindi metà della soluzione già c'è, ed è generalmente operante, basterebbe far capire ai CdR che lo stesso criterio vada applicato anche quando vento non ce ne è: un sistema di qualificazione deve rispettare certi standard, se la regata riguarda un processo di qualificazione, deve avere quegli standard, se nn li ha, non si falsa una qualificazione (o l'assegnazione di un titolo nazionale/continentale) solo per poi poter dire di aver rispettato tutto il programma nonostante tutto.
Se passasse un criterio del genere, finiremo tutti per prestare MAGGIORE ATTENZIONE alle location che si scelgono per le regate di qualificazione e per gli eventi "importanti".
Quest'estate, a Muggia, un super-local, ma di quelli molto molto bravi, mi disse "ad agosto qui non facciamo regate, si sa che nn ci sono le condizioni.".. lo disse lui, non io, io nn ero mai stato prima di allora a Muggia, e qui riporto quanto mi disse, e basta.
La questione ovviamente è un'altra, ed è sistemica: finchè continueremo a scegliere le location dove andare a fare certe regate in base ad un insieme dei criteri tra i quali non FIGURANO MAI le condimeteo locali nella stagione considerata, la probabilità di trovarsi in situazioni difficili, tipo la recente Porto Ferraio dei Melges, rimarrà elevatissima, e visto che queste considerazioni le si possono omettere (e le si omettono) quando in Assemblea si scelgono le location, ma tutti ci troviamo a farle nel nostro piccolo quando ci si trova a decidere se andare o meno, risultato: una schizofrenia che finisce per produrre basse adesioni ( (lasciamo fuori per semplicità l'attuale congiuntura economica) e tanti problemi di gestione in acqua.
Nella nostra Classe in particolare riaffiorano ciclicamente discorsi tipo: dobbiamo andare in posti che vanno bene a quelli con mogli e figli al seguito, e poi, quando lo facciamo, quelli con mogli e figli al seguito sono i primi a non sacrificare le vacanze per venire a fare il Campitaliano!
Magari sarebbe ora di tentare qualcosa di "rivoluzionario": mettiamo le candidature in ordine di preferenza in base alle statistiche meteo-stagionali disponibili su un qualsivoglia portale meteo, non sono assolutamente infallibili, ma avremmo un criterio se non altro omogeneo, trasparente, e meno "100% a culo" come quello attuale, e poi chiediamo ai CdR di regolarsi alla stessa maniera tanto che ci sia ventone o che non ce ne sia proprio (i "limiti di vento" del regolamento sono una roba tanto ignorata/mal applicata che varrebbe la pena tirarli via del tutto!), magari non risolve, ma potrebbe migliorare le probabilità di successo, e vista la sistematicità con cui accade il contrario, sarebbe un bel risultato.
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