..sNIPE&J24..
..scrivo queste come l'acido l'attico m'ha consentito di riutilizzare la QWERTY.. scrivere pigiando i tasti col retro di una matita è una rottura di palle tale da escludere la redazioni di siffatte boiate.
sabato scorso, fuori da qualsiasi regata, calendario, impegno mondano e forti di prevemeteo che previmeteavano (credo..) finalmente un po' d'aria degna di tal nome, dopo 6 mesi di patanazza-coatta (maledetta).
Al solito rallento dalle parti della stazione ostiense per raccogliere Paola, che al solito è giunta colà non dentro ma "sopra" ad un vagone della metro, di solito aggrappata (coi denti) ad un pantografo.. è la sua maniera di "acclimatarsi" all'uscita in barca..
Essendo sabato, e non essendoci orari imposti da istruzioni di regata, arriviamo ad anzio che è giorno fatto, come dimostra l'assenza di parcheggi prospicenti ai circoli, e la piastra del bar magala che conferisce a tutto, cappuccino incluso, l'inconfondibile ma non per questo definibile sapore della piastra del bar magala.
Primavera è quella roba che tra i vari noti fenomeni floreali e migratori, si connota anche per la riapparizione, anche sulle rive anziose, di alcuni noti velisti locali, ed infatti troviamo a scaricare la barca RobertoT e GiuseppeB, mentre la sua Maurone l'ha già schierata da qualche giorno, e sarebbe pronto a salpare, se non fosse per un piccolo disguido di tipo.. geografico.. con GiuseppeN!
Noi tiriamo su le vele delle grandi occasioni.. quelle che farebbe schifo dormirci anche al gatto.. mentre la garrula melodia delle drizze che sbattono contro i relativi alberi sottolineano come fuori la giornata, se non maschia, sarà sicuramente molto, molto.. molto umida!
Al momento dell'uscita arriva pure RobertoD che, data la suddetta melodia di drizze, nemmeno guarda lo scivolo, tanto lo aspetta una sessione di bricolage sul dritto di prua di Pe'Pazzia, dopo che una settimana fa' ha tentato (senza riuscirci) di trasformarmi la barca in una barriera per il ripascimento ittico.. il che per me è una grossa fortuna.. non il tentativo di affondamento ma il fatto che sia arrivato in tempo per ricordarmi di aver sparpagliato in giro dei pezzi che avrà la gentilezza di recuperare lui!
L'uscita si presenta subito interessante.. mollo la mazza a Paola per finire di vestirmi, visto che abbiamo dovuto entrare a gambatesa al solito gommonaro che stava per bloccare lo scivolo per due anni.. faccio in tempo ad infilarmi un calzare che siamo già al traverso della prua della vedetta dell'esercito, ormeggiata in testata alla sacchetta, che il primo sparo ci investe e ci porta accellerando dalla parte dell'ormeggio degli aliscafi: meglio di una catapulta a vapore.
Attraversando il porto cominciano le tribolazioni. Abbiamo su un fiocco etrusco, con una brancarella insolitamente piccola, è c'è qualche difficoltà a passarci dentro le scotte nuove, e la cima dello sparatangone.
L'operazione ci costerà buono un quarto d'ora, mentre io mi diverto a a rimanere fermo dalle parti della meda del porto, mentre Paola invoca tutti i santi del calendario anzioso.
Alla fine arrabbattiamo una soluzione e ripartiamo, con lo scirocco che fuori dalle ostruzione scodinzola giocherellone sui 7-8m/sec, forse qualcosa di più nelle raffiche, sicuramente di più mentre ci si allontana dalla costa.. e dalla costa ci si allontana perchè il solito quasi miglio fuori c'è la partenza di una regata di j24 per l'appunto sul punto di partire.
Noi facciamo quelli bravi, ci avviciniamo da dietro, quatti quatti, badando a non rompere le palle a nessuno.. e cercando di evitare diverse barche che sembrano avere qualche problemuccio di.. manovra!
Piccola digressione sul J24: nato durante i seventies (mi pare) negli State, da Mr. J, che si costruì il primo nel garage per andare a cazzeggio con la famiglia, e all'uopo, il piano velico prevedeva solo un fiocchetto al 100%.. poi arrivò il boom commerciale, e gli utilizzatori finali s'accorsero che, col fiocchetto, sotto i 15kt, tanto valeva scendere e spingere a nuoto.. il che poteva diventare un problema in termini di successo commerciale, così la Classe Internazionale (nel mentre nata) pensò di introdurre un'evoluzione nel piano velico: un bel genoa!
Grande e potente, il genoa non è che facesse volare via la barca, ma almeno rendeva complicato correrle dietro a nuoto, tanto che in molti cominciarono a preferire di rimanere a bordo, e fu successo commerciale.
Il problema è che il genoa, grande e potente, che non c'entrava un tubo con la posizione della mastra, e quindi dell'albero, e quindi della randa, che secondo alcuni è quel che fa orzare una barca, rendeva la barca per l'appunto indiscriminatamente poggiera.. e fin qui.. il vero problema è che essendo pure la barca decisamente pesante e poco invelata (ricorda qualcosa?), quando l'aria saliva, e stavi col genoa su, la barca cominciava a sbandare, e avendo delle appendici non proprio.. performante.. il dettaglio precedeva di un nulla un significativo scarroccio.. tipo quando sale aria, non tocchi nulla e non cinghi (ricorda qualcosa?).. fine della digressione.
Che c'entra con sabato scorso?
C'entra che fuori ci si approssimava al limite superiore del succitato genoa, dove l'ortodossia della Classe prevede ancora di tenerlo su.. solo che il dogma implica che te rimani col genoa su, e ti appendi abbestia alle draglie.. cosa che ad Anzio, sabato scorso, non erano molto per la quale, tant'è che partita la regata, con qualche minuto di ritardo, ci accodiamo pure noi.. giusto per vedere di colore fosse la loro boa di bolina, a due miglia almeno da noi.. e con grande sgomento dei presenti (a bordo del palindromo) a metà bolina ci siamo ritrovati ad aver riacchiappato qualche J.. è chiaro che di fronte ad eventi del genere, ti viene voglia di andare a vedere come finisce, ed abbiamo continuato a bolinare, e a recuperare barche.
A due terzi della bolina ci siamo ritrovati così con quasi mezza flotta J dietro.. praticamente quelli con noi sulla destra del campo, poi bel destro deciso, viriamo, e ci troviamo dietro anche un paio di barche di quelle sulla sx.
Dulcis in fundo, ormai sulla lay di dx, ci troviamo quelli davanti che cominciano ad andare via di lato come sul ghiaccio.. brutta storia, tanto che alla boa ci facciamo un piripicchio per tenerci via dal traffico, e andiamo in boa che la flotta ha girato tutta (il primo a quel punto è già ad un terzo del lato successivo.. tipo Nazionale snipe, per intenderci..).
E' ovvio che a quel punto abbiamo deciso di vedere cosa succedeva di poppa.
La prodiera m'era molto scettica, dicendo "ma loro hanno lo spi".. già.. come di bolina avevano diversi piedi in più di galleggiamento!
Partiamo per la poppa col fiocco tangonato, quando arriva l'onda giusta si va via furiosamente, tipo bob-a-vela, poco dopo strambiamo per evitare un J che strambando ha ammainato lo spi da davanti la prua, passandolo poi sotto la barca, per tirarlo su dallo specchio di poppa.. tecnica inconsueta, ma con un proprio fascino!
Alla boa di poppa, che ovviamente arriva rapidamente, abbiamo riassorbito tutto il vantaggio che avevamo dato.. e abbiamo lasciato i J a loro stessi, raggiungendo gli snipe che nel mentre stavano uscendo, ben 4, ossia RobertoT e GiuseppeB, Maurone e GiuseppeN, i Cicci's e Ruben e Serena.. e via a bolinare e impoppare assieme a loro, con gran profusione di seccchiate d'acqua e cinghiata.
Quando siamo rientrati il sole aveva preso ad andare giù in maniera non trascurabile, uno spettacolo: tre ore di secchiate e planate, alcune memorabili, aria tiepidi, mare pieno, bello, potente.. che meraviglia!
Qualche difficoltà a camminare, una volta sulla terra ferma, s'è presentata, ma certe giornate ne valgono sempre la pena.
Spero solo, col senno di poi, che qualche Jventiquattrattaro, un po' più avveduto, vedendosi inconfutabilmente più lento di un beccaccino, non sia approdato ad estreme conseguenze.. non vorrei che a sera si fosse ridotto il numero di Jventiquattrari, per un incremento di pari entità nel numero degli appasionati di numismatica.. ma tant'è.. nel qual caso meglio un beccaccino, ovviamente.. ma ognuno, come sempre, è sovrano nel proprio..
sabato scorso, fuori da qualsiasi regata, calendario, impegno mondano e forti di prevemeteo che previmeteavano (credo..) finalmente un po' d'aria degna di tal nome, dopo 6 mesi di patanazza-coatta (maledetta).
Al solito rallento dalle parti della stazione ostiense per raccogliere Paola, che al solito è giunta colà non dentro ma "sopra" ad un vagone della metro, di solito aggrappata (coi denti) ad un pantografo.. è la sua maniera di "acclimatarsi" all'uscita in barca..
Essendo sabato, e non essendoci orari imposti da istruzioni di regata, arriviamo ad anzio che è giorno fatto, come dimostra l'assenza di parcheggi prospicenti ai circoli, e la piastra del bar magala che conferisce a tutto, cappuccino incluso, l'inconfondibile ma non per questo definibile sapore della piastra del bar magala.
Primavera è quella roba che tra i vari noti fenomeni floreali e migratori, si connota anche per la riapparizione, anche sulle rive anziose, di alcuni noti velisti locali, ed infatti troviamo a scaricare la barca RobertoT e GiuseppeB, mentre la sua Maurone l'ha già schierata da qualche giorno, e sarebbe pronto a salpare, se non fosse per un piccolo disguido di tipo.. geografico.. con GiuseppeN!
Noi tiriamo su le vele delle grandi occasioni.. quelle che farebbe schifo dormirci anche al gatto.. mentre la garrula melodia delle drizze che sbattono contro i relativi alberi sottolineano come fuori la giornata, se non maschia, sarà sicuramente molto, molto.. molto umida!
Al momento dell'uscita arriva pure RobertoD che, data la suddetta melodia di drizze, nemmeno guarda lo scivolo, tanto lo aspetta una sessione di bricolage sul dritto di prua di Pe'Pazzia, dopo che una settimana fa' ha tentato (senza riuscirci) di trasformarmi la barca in una barriera per il ripascimento ittico.. il che per me è una grossa fortuna.. non il tentativo di affondamento ma il fatto che sia arrivato in tempo per ricordarmi di aver sparpagliato in giro dei pezzi che avrà la gentilezza di recuperare lui!
L'uscita si presenta subito interessante.. mollo la mazza a Paola per finire di vestirmi, visto che abbiamo dovuto entrare a gambatesa al solito gommonaro che stava per bloccare lo scivolo per due anni.. faccio in tempo ad infilarmi un calzare che siamo già al traverso della prua della vedetta dell'esercito, ormeggiata in testata alla sacchetta, che il primo sparo ci investe e ci porta accellerando dalla parte dell'ormeggio degli aliscafi: meglio di una catapulta a vapore.
Attraversando il porto cominciano le tribolazioni. Abbiamo su un fiocco etrusco, con una brancarella insolitamente piccola, è c'è qualche difficoltà a passarci dentro le scotte nuove, e la cima dello sparatangone.
L'operazione ci costerà buono un quarto d'ora, mentre io mi diverto a a rimanere fermo dalle parti della meda del porto, mentre Paola invoca tutti i santi del calendario anzioso.
Alla fine arrabbattiamo una soluzione e ripartiamo, con lo scirocco che fuori dalle ostruzione scodinzola giocherellone sui 7-8m/sec, forse qualcosa di più nelle raffiche, sicuramente di più mentre ci si allontana dalla costa.. e dalla costa ci si allontana perchè il solito quasi miglio fuori c'è la partenza di una regata di j24 per l'appunto sul punto di partire.
Noi facciamo quelli bravi, ci avviciniamo da dietro, quatti quatti, badando a non rompere le palle a nessuno.. e cercando di evitare diverse barche che sembrano avere qualche problemuccio di.. manovra!
Piccola digressione sul J24: nato durante i seventies (mi pare) negli State, da Mr. J, che si costruì il primo nel garage per andare a cazzeggio con la famiglia, e all'uopo, il piano velico prevedeva solo un fiocchetto al 100%.. poi arrivò il boom commerciale, e gli utilizzatori finali s'accorsero che, col fiocchetto, sotto i 15kt, tanto valeva scendere e spingere a nuoto.. il che poteva diventare un problema in termini di successo commerciale, così la Classe Internazionale (nel mentre nata) pensò di introdurre un'evoluzione nel piano velico: un bel genoa!
Grande e potente, il genoa non è che facesse volare via la barca, ma almeno rendeva complicato correrle dietro a nuoto, tanto che in molti cominciarono a preferire di rimanere a bordo, e fu successo commerciale.
Il problema è che il genoa, grande e potente, che non c'entrava un tubo con la posizione della mastra, e quindi dell'albero, e quindi della randa, che secondo alcuni è quel che fa orzare una barca, rendeva la barca per l'appunto indiscriminatamente poggiera.. e fin qui.. il vero problema è che essendo pure la barca decisamente pesante e poco invelata (ricorda qualcosa?), quando l'aria saliva, e stavi col genoa su, la barca cominciava a sbandare, e avendo delle appendici non proprio.. performante.. il dettaglio precedeva di un nulla un significativo scarroccio.. tipo quando sale aria, non tocchi nulla e non cinghi (ricorda qualcosa?).. fine della digressione.
Che c'entra con sabato scorso?
C'entra che fuori ci si approssimava al limite superiore del succitato genoa, dove l'ortodossia della Classe prevede ancora di tenerlo su.. solo che il dogma implica che te rimani col genoa su, e ti appendi abbestia alle draglie.. cosa che ad Anzio, sabato scorso, non erano molto per la quale, tant'è che partita la regata, con qualche minuto di ritardo, ci accodiamo pure noi.. giusto per vedere di colore fosse la loro boa di bolina, a due miglia almeno da noi.. e con grande sgomento dei presenti (a bordo del palindromo) a metà bolina ci siamo ritrovati ad aver riacchiappato qualche J.. è chiaro che di fronte ad eventi del genere, ti viene voglia di andare a vedere come finisce, ed abbiamo continuato a bolinare, e a recuperare barche.
A due terzi della bolina ci siamo ritrovati così con quasi mezza flotta J dietro.. praticamente quelli con noi sulla destra del campo, poi bel destro deciso, viriamo, e ci troviamo dietro anche un paio di barche di quelle sulla sx.
Dulcis in fundo, ormai sulla lay di dx, ci troviamo quelli davanti che cominciano ad andare via di lato come sul ghiaccio.. brutta storia, tanto che alla boa ci facciamo un piripicchio per tenerci via dal traffico, e andiamo in boa che la flotta ha girato tutta (il primo a quel punto è già ad un terzo del lato successivo.. tipo Nazionale snipe, per intenderci..).
E' ovvio che a quel punto abbiamo deciso di vedere cosa succedeva di poppa.
La prodiera m'era molto scettica, dicendo "ma loro hanno lo spi".. già.. come di bolina avevano diversi piedi in più di galleggiamento!
Partiamo per la poppa col fiocco tangonato, quando arriva l'onda giusta si va via furiosamente, tipo bob-a-vela, poco dopo strambiamo per evitare un J che strambando ha ammainato lo spi da davanti la prua, passandolo poi sotto la barca, per tirarlo su dallo specchio di poppa.. tecnica inconsueta, ma con un proprio fascino!
Alla boa di poppa, che ovviamente arriva rapidamente, abbiamo riassorbito tutto il vantaggio che avevamo dato.. e abbiamo lasciato i J a loro stessi, raggiungendo gli snipe che nel mentre stavano uscendo, ben 4, ossia RobertoT e GiuseppeB, Maurone e GiuseppeN, i Cicci's e Ruben e Serena.. e via a bolinare e impoppare assieme a loro, con gran profusione di seccchiate d'acqua e cinghiata.
Quando siamo rientrati il sole aveva preso ad andare giù in maniera non trascurabile, uno spettacolo: tre ore di secchiate e planate, alcune memorabili, aria tiepidi, mare pieno, bello, potente.. che meraviglia!
Qualche difficoltà a camminare, una volta sulla terra ferma, s'è presentata, ma certe giornate ne valgono sempre la pena.
Spero solo, col senno di poi, che qualche Jventiquattrattaro, un po' più avveduto, vedendosi inconfutabilmente più lento di un beccaccino, non sia approdato ad estreme conseguenze.. non vorrei che a sera si fosse ridotto il numero di Jventiquattrari, per un incremento di pari entità nel numero degli appasionati di numismatica.. ma tant'è.. nel qual caso meglio un beccaccino, ovviamente.. ma ognuno, come sempre, è sovrano nel proprio..
..ed un caro saluto a tutti gli amici che si sollazzano sul J, snipisti compresi, naturalmente!
0 Comments:
Post a Comment
<< Home