"Carenaggio al Circeo"
Roma, 14/6/2011
Caro Direttore,
desidero segnalare a te e a tutti gli appassionati di Fare Vela, come il nostro paese sia sempre più fantasioso nell’interpretare Leggi e regolamenti, e agisca nell’ottica gattopardesca: tutto deve cambiare, affinché niente cambi.
A San Felice Circeo, dove ho la mia barca e che tu conosci bene, l’Ufficio locale marittimo ha proibito il carenaggio a terra delle imbarcazioni; tale attività infatti per come è attualmente strutturato il piazzale del porto, viola le vigenti norme antinquinamento riversando in mare i residui antivegetativi e quant’altro distaccato dalla carena con l’apposita lancia.
In qualsiasi altro paese, in presenza di tali norme, i cantieri interessati si preoccupano di mettersi in regola, approntando vasche di accumulo e provvedendo a smaltire i rifiuti inquinanti e parallelamente l’autorità pubblica si adopera per il rilascio delle autorizzazioni necessarie.
Nel nostro paese invece si è trovata una soluzione semplicissima: il carenaggio, cioè il distacco di antivegetativa vecchia e concrezioni varie aderenti all’opera viva, viene ora eseguito sott’acqua con appositi sommozzatori; una volta terminato, l’imbarcazione viene finalmente tirata in secco per procedere all’applicazione della nuova antivegetativa.
Quanto questo tipo di procedura sia efficace, sia per non inquinare, sia per ottenere una carena decente, lo lascio immaginare! Ma tant’è: occhio non vede….
In pratica il genio italico è riuscito a trovare una soluzione che, senza obbligo di investire nelle necessarie strutture di smaltimento, permette ai cantieri di continuare a lavorare senza incorrere nelle sanzioni delle autorità le quali, a loro volta, non possono essere accusate di omissione di atti d’ufficio né hanno l’obbligo di sapere quello che avviene sott’acqua.
Per completare il quadro, aggiungo che, in tutti gli altri scali vicini, ce ne sono almeno altri 4/5 entro poche miglia, dove si fanno carenaggi a terra, nessuna autorità ha mai richiesto l’applicazione delle norme antinquinamento.
Infine, ciliegina sulla torta, il Comune di San Felice Circeo interpellato dagli interessati per poter effettuare le opere a terra necessarie e quindi mettersi in regola, non si è ancora pronunciato né per il se, ne per il quando….
In Italia servono sicuramente nuovi porti ma serve (e non solo nella nautica) un cambio radicale di mentalità e di questo mi sembra purtroppo non se ne vedano i segnali neanche all’orizzonte.
Ti saluto cordialmente
Massimo Gemini
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