Tuesday, April 26, 2011

..cOME uN oRGANO a cANNE..

..rimonto ed inforco la bici che sono le 09.41 esatte, passo davanti al torrione, che nn è una fortezza, trattandosi di un unico corpo torriforme, e passo sotto al seguente cartello:


..la giornata è limpida del temporale della notte, che ha lasciato l'aria pulita, soprattutto dai pollini (maledetti!!).

Le prime rampe sono gentili, ville hollywoodiane a sacchi, un paio di falsi piani leva-cellulite.. ossia brevi rettifili lungo i quali alcune signore si cimentano nell'arduo compito di ricondurre le di loro chiappe agli antichi splendori.. il tutto senza celare un mutuo disprezzo ed altrettanta invidia, l'una per le chiappe dell'altra..

Ho deciso di fare il giro più per curiosità che altro, sul giro della panoramica se ne sentono di tutti i colori: pareti inaccessibili, strappi da Mortirolo, mostri marini, qualche bordello d'alto bordo con eliporto a scomparsa!!

L'aria è tutta effluvi di fioriture, la temperatura perfetta per pedalare, da dietro un cancello di ferro battuto, che da solo deve valere come uno snipe nuovo, mi fissa altero un dobermann che se parlasse greco antico potrebbe essere una figura mitologica.. credo abbia il collare di Gucci.. o forse questo tipo di dobermann lo produce proprio Gucci..

Salendo il traffico non è molto, anche se sembra che abbiano interdetto l'accesso a tutti quelli che non usino un SUV..

In cima le dimensioni delle ville assumono l'estensione di interi promontori.. imbarazzante.

..si pedala bene, non si incontra anima viva, a parte piccoli gruppuscoli di ciclisti depilatissimi/attillatissimi, che spingono rapporti di lunghezze siderali su bici che non devono valere meno del succitato cancello, e pesare tutte intere quanto il sellino della mia.. e che quando ti passano di fianco ti gettano addosso uno sguardo di schifo-misto-disprezzo che nemmeno alla tipica carcassa investita, lasciata a macerare a bordo strada..

..la situazione comincia a farsi critica abbastanza presto, la salita che porta fin su da dove, volendo, si potrebbe scendere a Torre Cala Grande, sembra non finire mai, invece finisce in una curva, dietro la quale si nasconde un altro strappo, ancora più ripido, e un'altra curvetta, seguita da un muro: disarcionato!

sarà il primo disarcionamento "volontario" di una lunga serie, ma se voglio finire il giro (vivo) c'è poco da fare gli schizzinosi, qui tira già a bestia.

Al sole comincia a fare caldo.. io sono senz'acqua, dettaglio che poco dopo diventerà non trascruabile.. ma la strada è veramente "Panoramica"..

..sarebbe da andarsi a fare il bagno, invece dove scollina si comincia a vedere Giannutri..
..quello che ignoro è che trattasi di falso scollinamento, molti altri ce ne vorranno ancora..

..e già che ci sono faccio la foto-prova..
..che tanto gli scettici li conosco..


..tra Cala Moresca e Cala Piccola, che uno legge "Cala" e pensa a qualcosa sul mare, che in effetti c'è, ma appena 3-400 metri più in basso, comincia l'ipossia e le allucinazioni da acido l'attico..

..convinto che fosse una strada un'unica nn ho nemmeno cartine.. intendo "mappe" stradali, ed invece è un dedalo di viuzze che salgono e scendono in qualsiasi direzione, ed il timore di dovermi fare qualche chilometro "a tornare su" senza un motore a scoppio sotto il sedere è tale da indurmi a scroccare qualche sbirciata alle mappe di alcuni turisti lombardi, Pandadotati..

..non so come non so quando, arrivo ad un bivio con dei cartelli per gli escursionisti fatti veramente col culo: mancava anche solo l'indicazione "VOI SIETE QUI".. sospetto non fosse un caso, che la Comunità dell'Argentario ambisca allo smarrimento dei turisti?.. ad ogni modo da una discesa che sembra porti direttamente alle porte dell'Ade arriva un tizio, che sembra uscito da una cerimonia di prima comunione (nell'Ade), e che telefono in pugno e auricolare nelle orecchie mi rincuora dicendo che per una via scendo sulla provinciale che gira attorno all'argentario, per l'altra è la panoramica.. ma a confronto, quello che è stato fin qua da Santo Stefano è una passeggiata.. e ride..  saluto, ringrazio e riparto, direzione panoramica, di acqua, ovviamente, nessuna traccia, in compenso l'asfalto è eccellente, mentre cominciano a fiorire i cartelli strada chiusa, consorzio privato, perdete ogni speranza o voi ch'entrate..


E' praticamente l'ultimo affaccio verso il Giglio: nel canale si perde quella bava da SE che dovrebbe consentire a quelli che stanno facendo Pasquavela di regatare.. ah!ah!ah!

..non c'è niente da ridere, di lì a breve la strada si tuffa vericalmente verso il mare, dove rimbalza in un tappeto di ville da affacci e discese a mare strepitose, seppur meno pretenziose di quelle più prossime a Santo Stefano, poi taglia dietro (la strada), lasciando Isola Rossa (credo sia) ed infrattandosi sotto alla parete verticale da dove sopra spuntano le antenne dei ripetitori tv.. "sopra" significa diverse centinaia di metri sopra, all'altra estremità, rispetto al punto da dove osservo, di diversi metri di nuda roccia aggettante..

..la luce è incredibile, la boscaglia fitta e verdissima, dal fondo dei tornanti si sente ruscellare quel che resta del temporale notturno, mentre cominciano ad attraversarmi la strada delle lucertole "blu".. decisamente troppo acido lattico.. mi aspetto da un momento all'altro il cane-parlante viola-fluorescente, quello che annuncia la venuta del Grande Spirito..

..a quest'altezza non gira più nessuno, nemmeno i SUV, con i tipi del pandino ci facciamo da lepre: loro si fermano a godere del panorama, io ad ansimare..

..in cima all'ennesimo strappo, spalle al mare, finisce anche l'asfalto, e la strada diventa una cicatrice nella roccia viva, carrabile, ma un po' meno ciclabile.. quasi capisco quelli che le mountain bike solo con i freni a disco e le sospensioni.

il pezzo sterrato è duro, e lungo, in salita bisogna scendere e spingere, mancano fiato, gambe, cuore, e aderenza sufficiente..

..qua e là qualche segno di civiltà, come delle piccole file di cipressi piantati chiaramente da mano umana.. un po' sinistri, a dire il vero.

Giglio non si vede più, il problema è Giannutri, che per quanto uno si sbatta sta sempre lì, mentre sui promontori davanti cominciano a profilarsi sagome di torri note..almeno spero.. è chiaro che se uno ha un problema qui, lo trovano solo le formiche e gli avvoltoi.

Il trattatto sterrato, saprò poi per differenza, saranno circa 4km, lunghissimi.. in certi momenti si può frenare, visto che la nuda roccia lascia il posto alla terra battuta, in altri momenti puoi solo sperare che il tratto di terra battuta arrivi in tempo per la non procastinabile frenata.. che quei cazzoni con i freni a disco non abbiano tutti i torti?

Notevole l'effetto Corsica: strada stretta e a picco sullo strapiombo a picco sul mare, e nemmeno uno straccio di paracarro.

Sbirciando in basso mi aspetto di vedere spuntare qualche carcassa di automobile, come in Corsica, ma la vegetazione è ancora fitta e lussureggiante, magari d'estate si vede qualcosa, perchè sono certo che ce ne siano.

Nel mentre cartelli di "pericolo frana" ovunque, ne hanno messi così tanti che a fare due conti forse conveniva consolidare il fronte franoso e risparmiarsi i cartelli.

Dulcis in fundo, una frana vera, non solo cartellonata, chiude un pezzo di strada, tocca a prendere una variante che va giù per una discesa così ripida che bisogna farla a piedi, con i freni della bici tirati.. ormai cotti pure loro.. ma è l'ultima barriera.. la strada esce sulla rampa (un muro) che porta al Pellicano di Porto Ercole..

..non so se mi spiego..

..in realtà la strada esce a monte, nel parcheggio che serve anche la spiaggia, che è praticamente un concessionario plurimarche di auto tedesche.. la tentazione di allungare a scendere è forte, ma l'idea di dover risalire e l' UNZUNZUNZ!! che arriva dabbasso sono abbastanza per prendere subito l'impettata, a piedi, dove decedono nell'ordine, il quadricipide sx.. quasi del tutto, ed il dx, del tutto, tanto che mi trascino peggio che Achab.. ma sono solo crampi, si tratta solo di di non fermarsi.. solo..

..la salvezza è la provinciale, dove arrivi e ti attende una salita, ma dolce, e perfettamente asfaltata, e poi un volo a planare di qualche chilometro, passando sotto alla deviazione che porta su a Forte Stella, nel profumo di mare e resina che da solo vale il gran smazzo.. si va via così fino al primo chiosco, come si entra nella pineta, primo punto di ristoro attrezzato da Porto Santo Stefano, la pineta è quella che da sotto si vede sopra Porto Ercole.. in altri termini: di mezzo non c'è un cazzo di niente!! Ah! come sanno coccolare i turisti all'Argentario!
Al chiosco acquisto un litro e mezzo d'acqua e un litro l'ho già scolato ancora prima di ricevere il resto dalla signora alla cassa.. stacco la schiuma solidificata che mi è rimasta appesa alla barba, altra sorsata, rutto-libero-apotropaico, e via verso Porto Ercole, facile da trovare: macchine parcheggiate da subito in tripla fila, gente in tiro a passeggio per la pineta con un'aria del tipo "e questi sarebbero degli.. alberi?? davvero son fatti così?!?".

A Porto Ercole tristezza per i pontili deserti.. come sarebbe? La faccio breve: un tizio ha comprato l'ex stabilimento della Cirio (si vede a malapena in fondo, sull'altro lato del golfo, nella foto..), e la relativa discesa a mare, ed appellandosi al fatto che Porto Ercole è "porto rifugio", non ci possono essere pontili galleggianti tra le palle.. in realtà la questione del "porto rifugio" è un cavillo grazie al quale questo signore, risistemato adeguatamente l'ex Cirio, farà un leccatissimo resort, unico ad essere dotato di pochissimi e costosissimi posti barca privati, proprio di fronte il delizioso borgo marino di Porto Ercole, in pratica una Portofino versione centro-tirreno.. made in Ferragamo.

..al momento quindi i pontili ancora non li hanno rimossi, ma sono stati scollegati e allontanati dalla banchina, quindi inaccessibili: qui sopra Porto Ercole oggi, qui sotto come si presentava fino a questa ultima novità..


Ma c'è poco da stare a perdere tempo in un posto affollato, bevo ancora, che la sete torna ad ondate e riparto, 'sta volta alla volta del tombolo della Feniglia, ossia della pineta che lo taglia tutto, tra laguna e mare, un posto che profuma di pino marittimo come pochi altri, e dove la ressa, di solito, non c'è..


..e non delude nemmeno questa volta: poco casino, temperatura mite, pista in terra battuta con sali-scendi molto dolci, branchi di cervi abbastanza fiduciosi dall'avvicinarsi ai convenuti, insomma uno spettacolo.. compreso l'immancabile "effetto Fangor", quando si arriva  a metà percorso (foto sotto)..


..all'altra estremità del tombolo, lato Ansedonia, è di nuovo il momento di bere, finisce il litro e mezzo poc'anzi preso a Porto Ercole, e un po' di stretching.. che male non fa.. si fa per dire..


..tappa successiva Orbetello, anzi: il "Barbagianni" di Orbetello, non per il mojito, che sarebbe mortale.. ma almeno per un succo di frutta.. solo che al Barbagianni fanno pranzone pasquale, cioè sono chiusi, e ripiego al "48"


in una piazzetta di fianco il corso principale, dove mi prendo il break per il pranzo pasquale: un succo di frutta ACE, altra acqua, ed un caffè.


Ora rimane il bordo di rientro a Porto Santo Stefano: praticamente defaticamento, anche se lungo, e ovviamente controvento.. che nel mentre si è alzata la termica.. scoprirò poi ce ne era molta di più sulla provinciale che sul campo di regata..

A sera imbucamento al party organizzato dagli organizzatori di PasquaVela, la location è la sede del Circolo, posto al solito splendido, la cena/festa, soprattutto se uno ha visto quelle di una decina di anni fa, è da dimenticare.

Porto Santo Stefano sembra proprio sull'orlo di una brutta, pessima, china.

Dopo anni di arroganti vessazioni dell'amministrazione locale nei confronti di tutto ciò che non votasse per la stessa, ossia non residente in loco, pare che stiano finalmente ottenendo l'unico risultato possibile, anche se non credo l'avessero capito: Santo Stefano sta perdendo appeal in termini turistici.
Su tutto, ad accellerare l'implosione, la disastrosa situazione dei parcheggi: non ci sono, e se ci sono sono a pagamento, anche quelli con la macchina in piedi poggiata ad un albero, ed il recente casino con le concessioni dei pontili, ed il traffico sempre più caotico grazie anche ad un paio di recenti senzi unici.. e non finirebbe nemmeno qui.

Insomma se esiste un piano per tenere i forestieri alla larga dal luogo, lo stanno attuando al meglio, e mentre il Giglio è sempre più uno spettacolo, ed Orbetello, poco più che quattro sassi in mezzo ad un zanzarodromo, fiorisce e gode di vita propria, Santo Stefano scivola in basso, con i locali prima incazzati con i turisti, responsabili, a loro credere, di ogni disastro, ed ora incazzati con i turisti, responsabili di essere sempre di meno, con la relativa stagione turistica che tra poco non andrà oltre le 3 settimane l'anno.. chissà quanto impiegheranno a capire che il turismo è una risorsa e non una minaccia.. ok.. riformulo: chissà se lo capiranno prima dell'implosione?
Ovviamente la domanda è retorica: non lo capiranno, quindi imploderanno.. e poi sui cocci, magari, qualcosa ripartirà.
Di certo lunedì sera (pasquetta), 4 goccie di pioggia avevano svuotato il paese, con gli esercenti locali che osservavano sconsolati i tavoli vuoti.. come a dire "già finito?".. sì, già finito, merito vostro, e delle amministrazioni comunali che votate, idioti.

E Pasquavela, presa nel mezzo dell'incertezza sui posti barca disponibili, che a causa del recepimento di una direttiva dell'UE devono essere messi all'asta (come tutte le concessioni demaniali) e nn assegnati direttamente (come tutte le concessioni demaniali fino al recepimento della direttiva in questione) ha dovuto presentarsi con un'edizione a numero chiuso, risultato: i J24 hanno dato spettacolo, con 30 barche e presenze di livello mondiale e continentale, i Comet21 hanno fatto la loro comparsa, e non credo che qualcuno potesse pretendere altro, ed i barconi, divisi in ben 6 categorie, hanno dimostrato che se ad una formula di regata senza senso (quella ad handicap) togli anche un minimo di massa critica.. tanto vale farsi il giro dell'Argentario in bici.
Insomma ci sarebbe molto da ripensare, in generale, perchè è vero che il contingentamento è stato un problema, ma la festa al circolo era 'na roba da piattino di riso e bicchiere di vino.. per carità, non tutto il mondo è sabbazzietto, ma stai sempre organizzando una regata di un certo tipo, quindi puoi anche assottigliare un po' i margini, e fare qualcosa di appena appena dignitoso..

Da segnalare, a quanti come lo scrivente non sfioravano l'ambiente barconi da quasi una decade, l'irrinunciabile accessorio contemporaneo: la calzamaglia!!

A quanto ho capito è tutto cominciato con i match-race, dove ovviamente devi essere impedito il minimo nei movimenti, hanno seguito i TP, dove sei praticamente su un sottomarino, e adesso, anche se ti dimeni su un bestione con un bordo libero di 2 metri sul pelo dell'acqua, in una giornata con 1kt, guai a te se non stai in calzamaglia e bermuda.. ma in fondo poteva andare peggio.. tipo "solo" calzamaglia!!

__________


Il giorno successivo il meteo fa abbastanza schifo: non piove ma non c'è nemmeno il sole, e comunque le previsioni per il pomeriggio non sono affatto buone..

Inforco la bici e scendo in paese a fare colazione, ma la pastarella di riso che cerco è già finita (stronzi!).
Passo in banchina a salutare il Seg.Naz. della Classe J24 tedesca (che chiuderà poi al secondo posto), si fanno chiacchiere di vela e d'altro, gli spiego il meccanismo dei tutor autostradali (li aspettano 22h di autostrada fino ad Amburgo!), lui mi spiega i suoi programmi, io provo a rimorchiarlo per qualche regata snipe.. vedremo.. ci salutiamo che stanno tirando via i parabordi, loro avevano il preparatorio per le 10., anche se sono le 10,30 e nn c'è un filo d'aria, ed io ho un appuntamento a Talamone.. in realtà Talamone è solo la meta della mia pedalata.

Affronto il tombolo della Giannella maledicendo quelli che hanno consentito di murare il lato mare.. poi mi rendo conto che la Giannella sembra non volere finire mai, poi finisce, ad Albinia, che era sulle cronache locali per una nuova, fiammante, pista ciclabile: 700m.. sembrava avessero fatto il ponte Olbia-Roma da quanto strillavano.. per una ciclabile di 700m..

La pista c'è davvero, e sono davvero solo 700m, si prende alla fine della Giannella, e ti porta all'abitato di Albinia.


Chiedo a due signori sbucati da una pertinenza della bellissima "fortezza della salina" (foto sopra), ossia il clone della torre di Porto Santo Stefano, ma in miniatura, a parte la solita minchiata locale a chiamarla "fortezza" quando si tratta di una semplice torre.. insomma chiedo come si faccia ad andare "di là", nel senso "di là dall'Albegna", fiume che sfocia in mare proprio alla fine del tombolo, e scopro che si fà solo con l'Aurelia, che in quel tratto è un budello di asfalto e cemento, definito super-strada per non perdere la targhetta E80 ma che nn ha nemmeno la corsia d'emergenza.. figurasi un passaggio ciclabile/pedonale.. in una regione che potrebbe fare punti di PIL (nazionale) solo col turismo.. grandissimetestedicazzo!

..e quindi.. e quindi due possibilità: guadare l'Albegna bici in spalla.. oppure risalire il corso del fiume in cerca di un ponte.. 'sta volta ho l'acqua, ma al solito sono senza mappe, fortuna google sul telefono, e sembra si possa fare..

..risalire fino al ponte, non il guado a nuoto con sto cancello di bici in spalla.. basta risalire seguendo l'argine fino alla "Barca del Grazi".. un po' come dire "al traghetto di Buckburgo".. seppur meno distante, e senza freakkettoni in nero alle calcagna, armati di pessime intenzioni, e armi stregate..

..insomma bordo matto a salire, e sarà solo il primo della giornata, che se non altro è mite, e non c'è nemmeno troppo traffico, quel poco sparisce appena passato il ponte, che dà accesso ad una pianura ampia, coltivata e ordinatissima, con poca gente in giro, a parte qualche faggiano, e diversi pasquettari all'opera, ma solo dentro a recinti privati.. l'impressione è che qui, visto come tengono i campi, se ci vai sopra a tirare pallonate...


La prossima tappa è Fonteblanda, che è la via d'accesso al promontorio di Talamone, le indicazioni sono poche, ma efficaci, le strade ampie, con pendenze mai eccessive, seppure i falsipiani siano abbastanza lunghi da farsi sentire.. quasi quasi l'impraticabilità dell'Aurelia non è stato un male totale, per quanto gli amministratori locali rimangano delle testedicazzo, naturalmente.

A Fonteblanda comincia ad aumentare il traffico, o almeno comincio a percepirne troppo io, soprattutto sui saliscendi che portano prima all'Aurelia, e poi all'abitato, che taglio tutto di un fiato, verso lo scivolone-scavalca-stazione-ferroviaria, giù dritti fino al mare.. un rapido pensiero solo al fatto che al ritorno sarà tutta salita!

In un attimo mi ritrovo alla spiaggia dove fanno kite, la strada che ricordavo in piano in realtà è tutto un falsopiano e curve in contropendenza, ed è stretta, questo lo ricordavo bene, che tra SUV e camper non è proprio il massimo..

..arrivando a talamone due macchine ed uno stradale per gommoni parcheggiato in una piazzola ad un km dall'abitato la dicono lunga sulla situazione di casino in paese.. ed infatti dietro alla curva mi ritrovo il tipico brulicare da centro commerciale, solo open-air.

E il brulicare non sarà l'unico aspetto a richiamare un centro commerciale: ressa, gente in tiro che gira con lo sguardo stolido di un trota da allevamento, ottenebrata dal troppo soffritto scadente ingerito che appesta tutto: gli ingeritori, la piazza, le banchine.. 

Talamone.. che per me è una rocca a picco sul mare, battuta dai venti invernali e dalla solitudine, ed i fari che si accendono sul golfo.. quale scempio!!

Passo in punta di piedi attraverso tutta 'sta rutilante umanità, giusto per arrivare al circolo più bello dell'universo, fargli la foto di rito, e scappare via.. facendo lo slalom perchè ovviamente consentono di arrivare con le macchine fino sopra il torrione..


Tornando al porto comincia a cadere qualche goccia: panico!
no, non mio.. della folla rutilante!
Da come correvano da tutte le parti sembrava piovesse merda.. posso testimoniare si trattasse solo di acqua.
E' un fuggifuggi generali, tipo la rotta dei fagottari sulle sponde braccianesi, quando a luglio arriva il temporale pomeridiano.

C'è gente che gira davvero con aria smarrita, come se nn ricordasse dove avesse parcheggiato.. probabilmente amnesia temporanea indotta da overdose di soffritto e/o alcol scadente.. la piazza si svuota manco calassero i lanzechenecchi, e si ingorga la via d'accesso, con camper impilati fino al cielo.. mentre infilo la salita di fianco al circolo, almeno lui, educatamente deserto.

Lo strappone per superare la stazione si rivela meno peggio di quanto temessi.. insomma si soffre come cani, ma non si muore.

A Fonteblanda mi infilo nel bar sul quadrivio gocciolando, fuori ha preso a piovere bene.. essendo Pasquetta decido di andare col menù pesante: spremuta di arancia, caffè e una meringa.. per altro ottima, mentre lo stronzo di barista mi fa aspettare per giocare le schedine di un indigeno, di non so quale puttanata a premi della SISAL.. paese di contenti&cojionati!

Fuori dal bar mi rivesto e parto, piove ancora, non sembra abbia intenzione di fare altrimenti, e sia.

Faccio la via dell'andata, perdermi sotto la pioggia battente non sarebbe il massimo, confido che avendola appena fatta la strada mi sembri più breve, e funziona, solo che la pioggia complica, e due attempati 50enni tedeschi, che mi salutano e mi rullano dalle parti del ponte sull'Albegna, ci mettono il carico da undici.. provo a tenerli, seppur a distanza, ma non c'è verso, vanno una volta e mezza.

Ad Albinia trovo il sottopasso al primo colpo, l'abitato è deserto, come le strade fin lì, mentre a Giannella si ritrova gente, e profumo di carne alla brace.

Purtroppo con la Giannella il trucchetto non funziona: anche se l'ho appena fatta ad andare, a tornare non si arriva mai.. sarà che è tutta dannatamente uguale, e poi ci si mette anche il deragliatore, che ogni due per tre mi mette la marcia più bassa, equivalente ad un calcio nelle gambe.

Dai corridoi di accesso al mare si intravede qualche barca sulla via del porto, arrivo dove finisce il tombolo che c'è una bellissima villa in affitto per l'estate.. magari tra tre vite.

Prima di attraversare il canale dei pescatori bevo, l'ultima acqua che ho con me, mentre grondo come una fontana, spero di non fottermi anche questo cellulare per pioggia, sarebbe il terzo.

L'ultimo pezzo di provinciale è il saliscendi che porta a Santo Stefano, si usano al massimo rapporti e corone, quasi vola via, poi il rettifilo dopo il Circolo, e la variante in tunnel per la Cantoniera, et voilà: porto! Con i J24 sono già rientrati, e si ammucchiano sotto alla gru, ed i barconi stanno passando le cime a terra.. e piove.

Insomma non credevo ma è andata: 63km il primo giorno, 66km il secondo.. per uno completamente fuori allenamento non è malissimo.. e poi mi sono tolte molte curiosità, ad esempio nessuna traccia di bordelli d'altro bordo con eliporti a scomparsa.

Rimane il dispiacere di aver visto un bell'evento (Pasquavela) ridotto all'ombra di se stesso.. e pensare che la soluzione ce l'hanno davanti al naso, ossia spingere sui monotipi, e magari sulle derive, come a Hyeres, a Kiel.. va bè, lasciamo perdere.. solo un altro, ennesimo caso, di miopia, e ignavia.
Ora si piangeranno addosso per la questione delle concessioni dei pontili, con un po' di culo per l'anno prossimo sarà tutto risolto, e magari riusciranno ad organizzare un'edizione 2012 con qualche cassone-a-vela in più.. e lo considereranno un successo.
Pasquavela/SantoStefano sarebbe un posto con potenzialità enormi, dove verrebbero a regatare da tutta Europa (già oggi 8 equipaggi J24 erano tedeschi e uno brasiliano), e oltre.. ma figurarsi.. Anzio/Sailweek docet.

..comunque se non si fosse capito, il titolo di questo post fa chiaro riferimento alle condizioni postume del culo dello scrivente.

PS: extreme-parking in Santo Stefano..

krukko mit Cayenne parcheggiato sotto al torrione.. non so se l'hanno preso, ma se non l'hanno preso i vigili lo staranno ancora cercando!!

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