Tuesday, March 03, 2009

..uNA gIORNATA dI iNVERNO aLL'iNVERNALE, sU "Vani Tè"!

Ho cominciato a pensare male al sabato, quando uno dei siti meteo che consulto di solito ha riportato un titolo del tipo “breve parentesi primaverile odierna”.. come dire: domani merdone!

“domani” nello specifico era giorno di regata Riva di Traiano, dove è all’incirca tutto l’inverno che mi dimeno con fare sovente scomposto sulla tuga di Vani Tè, velocissimo 36.7 di Marione Aquila, snipista pure lui, col quale ci scambiamo liete sportellate come lui trova il tempo anche per venire a giocare con la beccaccia.

..e “domani” comincia a concretizzarsi già prima dell’uscita di Civitavecchia sud, con le prime gocce sul parabrezza e gli alberi tutt’altro che immobili.

Infilo l’uscita dell’autostrada alzando il piede dall’accelleratore della “nonno-mobile”: essendo domenica mattina un filo di elegantissimo ritardo è d’obbligo.
Nel parcheggio del marina la giornata sta finendo di mettere in tavola le sue carte: piove, e c’è aria, fortunatamente da SE, che a Riva di Traino vuol dire poca onda, soprattutto per la parte di regata più “a terra”.

Mario lo incontro nel solito posto dove ci incontriamo di solito: a metà banchina, lui diretto verso il briefing degli skipper, io diretto verso la barca, dove lascio lo zaino e mi fermo un istante ad ascoltare il sibilo del vento nel sartiame.. i commenti snocciolati non li riporto per ovvie ragioni di decoro, ma non ci vuole molto ad intuirli.. praticamente dall’inizio dell’invernale ho saltato solo 2 giorni di regate.. e non ce ne è stato uno con meno di 20kt.. ma quei bei anticicloni invernali che una volta ti facevano fare le regate dell’invernale in maglietta se non addirittura short, ma che diavolo di fine hanno fatto??

Mollo i miei quattrostracci in cabina e vado ad incipriarmi il naso, il marina comincia a brulicare, già che ci sono ci attacco pure un caffè lungo, incredulo di quanta gente si alzi presto di domenica mattina per venire a prendere pioggia, vento e freddo.. e pensare che ormai la farmacologia ha fatto tanti e tali passi da gigante!!

Quando torno in barca trovo in dinette Claudio ed il fratellino Maurizio.. il “fratellino” fa 130kg, e scendendo in dinette per un attimo ho l’impressione che la stessa si sia ritirata, in realtà è Maurizio che supera abbondantemente i il metro e novanta! E' la sua prima uscita in barca, e si guarda attorno con aria piuttosto interrogativa, soprattutto per il meteo.. se solo intuisse l'aria con la quale mi sto guardando attorno io!!

Comincio a cambiarmi, ‘sto giro sfodero un bel paio di ginocchiere-in-prestito: memore di quell’antico adagio sulla barca che si nutrirebbe della pelle dei coglioni, voglio vedere se con le ginocchiere riuscirò a non carteggiarmi sulla tuga il solito ginocchio destro, nel solito punto destro dello stesso.

Fuori continua a piovere, ed il sibilo tra le sartie sembra salito di un’ottava, quindi pure oggi mi infilo sotto il salvaggente, nella migliore delle ipotesi mi aiuterà a mantenere una temperatura corporea prossima a quella di un essere umano, vivo.

Il resto dell’equipaggio arriva alla spicciolata, fabio ed eugenia si mettono ad insalamare spi, sembra ci sia da aspettare, piero s’accomada in dinette, se s’accomoda il timoniere io sono dell’idea di potermi andare a stendere direttamente in cabina, dove però s’è già steso Luca, di fatto riempiendola.. magari qualcuno se ne è già accorto, ma la barca è veramente piena di snipisti: fabio è lo stesso fabio che ha fatto la prua a piero per una stagione sullo snipe, eugenia non è omonima della nostra DelegatoZonaleSnipe ma è esattamente la nostra DelegatoZonaleSnipe, nonchè prodiera-in-carica di piero! Come del resto piero è esattamente quel piero che staziona fisso in cima alle classifiche delle regate snipe, mentre luca è co-armatore della beccaccia di mario.. in pratica manca solo claudio.. per ora.. ma pare che a breve si riesca a rimediare!

Mentre sto lì a cercare di non pensare a quello che sta per arrivare, quello cui sto cercando di non pensare arriva: ci fanno uscire!
Fuori la pioggia ha mollato appena, il vento no.

Usciamo e troviamo il mare praticamente piatto, mentre verso fuori sembra ci sia decisamente più aria.

Apparecchiamo la randa vicino all’antemurale, zona piuttosto affollata visto che con lo scirocco si apparecchia tutti lì.
Le previsioni danno 15/18.. è tutto in quel “/18” in fondo.. soprattutto considerando che le declama piero, che tende ad essere piuttosto modesto sulla parte a destra della "/"..

A tratti piove forte, si fa un rapida tavola rotonda su quale vela usare, ossia "si fanno", io fingo di essermi dimenticato pure l'italiano.. (cosa che in effetti mi riesce con una facilità preoccupante!) ..mentre Marione toglie e mette quel che serve allo strallo.


il CdR di Traiano è gente seria, quando dice un’ora è quella.. e alle 11.00 va su il primo segnale. Noi andiamo di tutta randa e 2, io respiro a pieni polmoni, a bordo faccio il “trequartista”, ce ne è almeno uno su ogni barca, solo di solito il “trequartista” tende a spacciarsi per un prodiere, in realtà si tratta solo di un operaio-specializzato che tende a fare peso e basta, in genere perchè sia chiamato a fare il prodiere servono almeno due defezioni, ossia quelle del prodiere e del numero due, come dire: in scala di successione il trequartista vale meno del vicino, della zia, del cane del nonno del re.. tutto questo fino a 15kt, oltre i 15kt il “trequartista” comincia a dare una mano a prua nei passaggi più catartici, tipo issate, ammainate, issate/ammainate, etc.. alle brutte raddoppia in pozzetto sui winch, sempre che ci arrivi vivo, ossia che non si schianti arrivandoci di gran carriera dalla tuga.
Il problema, per il “trequartista” (il nome deriva dal fatto che tende a nidificare in corrispondenza dei 3/4 della lunghezza della barca, diciamo tra il vang ed il tambuccio) sta nel fatto che il mazzo che è chiamato a farsi cresce come l’energia cinetica del vento: alla 3a potenza rispetto all’intensità stessa del vento, ovvero passando da 18 a 20kt il mazzo del trequartista si ottuplica!!
Ok, non è esattamente il ruolo che ci si spende al bar con gli amici nel dopo regata, ma già nella situazione attuale al bar nel dopo regata ci sono randisti, prodieri e tailer pari ad 11-13 volte il numero delle barche presenti sulla linea di partenza (ovviamente si tratta per lo più di trequartisti pudici..), aggravare ulteriormente la situazione non m’andava, e poi confesso che ogni tanto andare a prendere qualche secchiata con dosi decisamente inferiori di stress del solito non mi fa schifo, soprattutto in coda a settimane particolarmente pesanti!

..ma torniamo alla regata.
Come già detto è scirocco, scirocco a traiano vuol dire boa verso capo linaro, e bordeggio sparati a terra, talmente tanto sparati che negli anni sono diverse le barche che hanno reinterpretato il layout delle loro chiglie sui bassi fondali (rocciosi) a sud del marina.. la partenza coi barconi ha sempre il suo fascino, anche se tutto il gran chiacchierare alla radio di alcuni rovina un pò all’atmosfera, sembra una specie di sindrome da face-book, più che “prove radio” ci sono certi che sembrano smaniosi di mandare dei “poke” al CdR!!

noi partiamo liberi e veloci dalla parte giusta, che è quella della boa, non è un caso che l’autiere svetti in cima alle classifiche snipe.
la fregatura coi barconi è che ci sono quelli più grossi di te che comunque in reale tirano di più e ti obbligano nelle scelte.. fregatura che a dire il vero io vivo anche con lo snipe, nonostante vadano tutti alla stessa velocità o quasi..

..la prima bolina ci districhiamo bene, io ringrazio le ginocchiere, per ora ancora non mi sono rifatto malissimo, e non è poco, anche se il collo quasi mi si bloccava uscendo dalle draglie alla prima virata.. a proposito: Vani Tè ha la falchetta di legno, ti fa venire voglia di andare sul barcone con la muta-steccata!

Alla boa di bolina arriviamo davanti ad un nutrito gruppo di 40”, ed ancora ben in vista dei 45”. Non c’è un granchè d’onda, ed il 2 si rivela la scelta giusta, anche se piove, ma questa è un’altra storia.. in fondo venire a regatare a Medemblik ha qualche controindicazione.

Alla boa di bolina c’è un disimpegnuccio al traverso, si accellera e si va via alla grande, la prima issata del giorno fila che è una meraviglia, siamo sempre più sui /18 che sui 15kt.. in poppa si fila che è un piacere, gira tutto senza intoppi, e Sor Piero ricama le onde da par suo, ed il risultato alla fine del lato si vede, sostanzialmente.

Partiamo per la seconda bolina che la boa non è che non si veda, è che se l’è proprio ingoiata il fortunale: verso Capo Linaro piovono pallettoni, il mare è un casino, e l’impressione è che stia cominciando a salire l’aria.

Bordeggiamo lisci verso terra, facendo i soliti ricami con qualche 40”.. mi godo lo spettacolo appeso fuori la falchetta, chiedendomi come si debbano sentire gli armatori di quei 40”, a vedere il loro costoso giocattolone che se la deve giocare in reale con una barca decisamente più piccola e quindi già pesantemente avanti nella classifica finale.. ed il pensiero scivola ai paesi dove le regate in tempo compensato sono ormai relegate a qualche documentario storico..

Verso metà bolina diventa chiaro che l’impressione dell’aumento d’aria non era solo fondata, ma anche un pò sottostimata..

..comincia ad entrare “mare organizzato” più da 180°, ed i barconi quasi in boa comincia a sventare di randa.. la prima legna ci investe che con una bella innaffiata di pioggia, e dal nero sopravvento è chiaro che sia solo l’aperitivo, sta crescendo regolarmente, infatti i primi che girano se esibiscono in issate molto “conservative”.

Arriviamo alla boa dopo un bel viaggio sulla lay line di sx, nel traversino di disimpegno siamo belli sovrapotenziati, siamo decisamente oltre i 20kt, e continua a salire con un regolarità imbarazzante.

Questa volta lo spi non è giuncato, l’issata è meno estetica ma molto molto efficace comunque.
Partiamo per la poppa a briglia sciolta, Piero ci tiene verso il centro del campo, su un bordo si surfano le onde alla grande, intanto quelli che stanno ancora risalendo se la vedono con la legna che ci sta spingendo giù in planate sempre più lunghe, verso una boa che ovviamente non c’è modo di vedere.

Il climax è a metà di quest’ultima poppa, il lavoro di fino su un’onda particolarmente “robusta” produce una planata con picco di velocità prossimo ai 13kt, Mario tira fuori i calici e due bottiglie ben ghiacciate di quelle buone, mentre si congratula con l’equipaggio infilando cigari cubani e cioccolatini nelle cerate dei convenuti.. ovviamente è una metafora, ma rende perfettamente l’euforia a bordo.

Mentre incominciamo ad intuire la boa, davanti parte lo show: il vento è andato ancora un pò da fuori, i grossi che erano scesi più verso terra si trovano a strallare verso la boa, e qualcuno non riesce a tenere lo spi, esibendosi in una serie di numeroni alla spi-su-spi-siù-spi-forse-comunque-a-bandiera, compreso un doppio straorzone-paso-doble, chiuso con un albero-albero-in-acqua di quelli veri!

Noi passiamo incolumi, la pressione si sente, e dietro arriva altro nero, tant’è che preferisco limitarmi a cercare la boa.
Quando è il nostro momento la situazione è talmente tanto pulita che ci possiamo permettere il lusso di una certa serenità: l’issata e la contestuale ammainata filano via lisce, il traversone verso l’arrivo è un discreto rodeo, tutta randa e 2 adesso sono decisamente eccessivi, ma in fondo siamo al traverso, e ce ne andiamo via tipo discesa-libera mano nella mano con un 40”.

Tagliamo l’arrivo un attimo prima che arrivi il tiro quello grosso, probabilmente esagera fino a 30kt, quelli che si trovano investiti in prossimità della boa di poppa hanno un bel da fare per non mettersi la barca per cappello, e non tutti riescono ad evitarlo.

Noi sparecchiamo il genoa e mettiamo la prua verso casa, che è praticamente di bolina, col cielo che si apre per un attimo (non che sia mai uscito il sole) e Mario giustamente in apprensione per la sua bellissima randa da corsa, che andiamo a sparecchiare sotto costa, dove si balla di meno è c’è molta meno aria!

A terra si finisce di smontare/piegare/rassettare tutto..

-..qui sopra l'armatore che tenta di asciugare l'interno della barca ancora prima di asciugare se stesso.. che non ha preso meno acqua dell'interno della barca!-

..e a seguire il consueto rito degli “avvolgibili-rucola&speck”.

Le facce in porto sono stravolte, non è stata una giornata propriamente light, e qualcuno ha fatto pure qualche danno.


Mentre vengo via chiama Eugenia dal circolo: abbiamo fatto un 4°, che se non fosse stato per quel rinforzo che di cui si sono giovati per più tempo i grossi (erano proprio all’inizio dell’ultimo lato di poppa), magari sarebbe potuto essere anche qualcosa di più.. niente male, niente male davvero.. mentre metto il riscaldamento della “nonno-mobile” su “tropicale-torrido”, sperando di espellere almeno parte dell’acqua assorbita prima di arrivare allo stand dello snipe al BigBlu, mi ritrovo estremamente soddisfatto nei miei panni (zuppi) di trequartista in prestito ai barconi.. sarà mica che mi sia divertito come una bestia??



PS: un caloroso ringranziamento va naturalmente a marione, spero di sdebitarmi il prima possibile, infilandolo interno in boa con lo snipe alla prima occasione utile, naturalmente!!

Labels: ,

0 Comments:

Post a Comment

<< Home