cOPPAcAMILLA 2007
E' andata in archivio poche ore fa, cioè domenica scorsa, la stagione estiva dello snipe della IV Zona, ovvero le regate snipe che si disputano nel Lago di Bracciano.
A chiudere, come ogni anno, la "Coppa Camilla", che è un triangolone-evento celebrantesi sulla sponda trevignanese del Lago di Bracciano, costituito da una regata e dall'imprescindibile, successiva, pasta e fagioli.
Questa almeno la formula originaria, quest'anno qualche novità ha riguardato gli snipe, per i quali la "Coppa Camilla" valeva come regata conclusiva del Campionato Zonale, oltretutto ultima delle quattro regate valide per la RL Nazionale.. e verso le 12.00 del sabato le premesse per una grande chiusura c'erano tutte..
premesse disattese, perchè la chiusura non è stata grande, è stata enorme!! Infatti se alle 12.00 c'erano un certo genere di premesse, tipo giornata dignitosa e gagliardo scirocchetto, trenta minuti dopo sono cominciate ad arrivare nubi sempre più basse e gonfie da SE, che ben presto hanno lasciato spazio ad una copertura molto bassa e molto gonfia, con qualche brandello di nuvola portato ad una velocità nettamente superiore a quella del vento al suolo, cosa che ha indotto i presenti al circolo ad interrompere la conferenza di servizi che si stava tenendo attorno al piede d'albero di una certa barca appena arrivata tra le fila sabbazziesche, e a rialberare le beccacce ancora smontate post trasferta scarlinese..
tempo di chiudere i teli: il monsone. Il monsone sabatino è una roba strana: non è proprio un vento, però la pioggia è quella monsonica, e sabato non ha fatto eccezione, così la conferenza si è spostata sotto la tettoia sociale, attorno ad un argomento non meno avvincente del piede d'albero, ossia la "protesi del carrellino", lavoro del quale qui qualche documentazione fotografica.
Come gli avventori sanno: la pioggia monsonica vigna di vallese post prandiale, non è fenomeno meteo che si risolva prima di notte, soprattutto quando accompagna anche da una panoplia di folgori e saette, alcune decisamente vicine, e sulla base di ciò rapidamente si è lasciato il circolo, non prima di avere notato come lo squarcio di sereno a ponente, aperto su fin verso nord, avrebbe potuto significare giusto due cose per l'indomani: maestralone o tramontanona, e dato il forte grecale che in quelle ore stava già investendo l'alto adriatico, non c'era nemmeno da starsi a porre la scelta..
alle 10.30 del mattino successivo sullo scivolo sociale registravansi 20kt spaccati da N, qualcosa di più nelle raffiche. Indubbio lo spettacolo cromatico del lago investito dalla tramontana, fresca ma non ancora gelida, tesa ma non ancora violenta come nei mesi invernali, per la gioia dei soliti avventori (kite, windsurf ed altro..), per i dubbi di alcuni e per l'aperto scoramento di tutti gli altri. Sarà l'aria frizzante, sarà la voglia di andare in barca, il circolo è tutto un fermento di gente e pronostici: sale, scende, scende e poi sale, sale fino a 40, poi 50, poi tutto il cucuzzaro..
insomma se ne sentono che se ne potrebbe tirare su un reality con molto meno, nel mentre in un silenzio che insospettisce alcuni, altri armano in gran fretta, pronti anzi tempo ad un'uscita alla quale, stante almeno dallo sguardo fisso pallato e dalla schiuma che cola dagli angoli dalla bocca, questi proprio non vogliono rinunciare..
La questione però va per le lunghe, il Circolo Organizzatore comunica costantemente le decisioni del CdR, c'è l'intelligenza a riva, arrivano delegazioni di altre flotte, si chiacchiera, si fanno programmi, si snocciolano peana, qualcuno squarta animaletti su are nascoste cercando di accaparrarsi il favore degli dei o sperando di trovare almeno un segno di buon auspicio, qualcun altro cerca di ricostruire a memoria la classifica dello zonale, altri, quelli con lo sguardo pallato, scalpitano in attesa del momento d'uscire, la tensione è tale che l'aria sfrigola al punto da coprire il baccano delle vele che sbattono, ben presto è chiaro che a prescindere dalla decisione del CdR, che intanto ha comunicato un orario per il lancio del dado o meno, comunque c'è da uscire e andare a fare qualche planata di quelle scalda-deriva.
Il tempo passa, quelli in crisi di astinenza aspettano la decisione del CdR già neoprene vestiti, mentre tutto attorno s'accende il mercimonio dei prodieri da vento forte, se ne sentono di tutti i colori, vengono offerti prosciutti, capponi, qualcuno promette bond non si sa di quale paese africano, girano bottiglie di dubbia natura, i titoli di alcuni prodieri vengono sospesi per eccesso di rialzo, il mio prodiere-supplente (la titolare purtroppo è influenzata, peccato perchè si sarebbe divertita assai!) lo devo chiudere nell'armadietto per il timore che qualcuno me lo sottragga, e da fuori sento i messaggini che gli arrivano sul cellulare, gira voce che lo abbiano contattato pure dal Chelsea! Alla fine arriva la ferale notizia: barche in acqua, la Coppa Camilla partirà entro un'ora, e c'è da attraversare l'intero lago, sparati di bolina. STOP.
La notizia ancora non è arrivata a tutti che i partecipanti al nuovissimo ed altrettanto sanguinoso "Trofeo 302" sono già sullo scivolo, dandosi reciprocamente dei gran calcioni sugli stamaster, così, in segno di sportività. Il primo livello del gioco non è male: l'abbassamento estivo del lago ha prodotto una secca (30cm d'acqua) ad una ventina di metri scarsi dallo scivolo, la secca si rivela molto utile: il lago frange e si riesce a mettere la barca in acqua senza difficoltà nella buca che c'è tra la secca e lo scivolo..
solo poi bisogna superare la secca.. e fin qui, ed arrivare dove comincia a diventare profondo quel tanto da potere mettere deriva e timone, e lì sono numeri, perchè le onde si alzano, sono ripide, la barca beccheggia come la volontà di certi ex-fumatori davanti ad un Toscano Antica Riserva, la lotta dura diversi minuti, e quando sta per prendere la piega di un giro su un toro meccanico, il timone fa la grazia e gli agugliotti entrano nelle femminelle!
Un filo di scotta, randa appena puntata, infilo due dita nel naso al prodiere-supplente e faccio per issarlo a bordo, ma se io ero in crisi di astinenza, lui stava pure peggio di me, e non faccio in tempo a tirare che già me lo trovo in pozzetto con la scotta tra i denti!
Si esce in una nuvola di spruzzi, tra windsurf e kite, la nostra capacità di manovra, tra la deriva appena puntata, le onde ripide ed il bassofondale appena sottovento, è simile a quella di una petroliera in una laguna, in pratica è il "secondo livello", mi chiedo se gli utenti di quei cosi ad aquilone se ne rendano conto, ed in alternativa se siano comunque abbastanza lucidi da non farmi scoprire il rumore che deve fare un kite lanciato contro una beccaccia. Il passaggio fila liscio, puntiamo verso il pizzo, c'è aria, più aria che allo scivolo, dove sembrava che fosse calata leggermente.. molta più aria, infatti è il "livello tre", e si va via di fiocco e randa mezza scarica, cerchiamo un compromesso tra la strada da fare e l'ovvia considerazione che arrivare sull'arrivo già bolliti di fatica potrebbe non essere la scelta più intelligente, comunque è dura.
Poggiando sulle onde più verticali la barca accellera che non sembra quella solida vasca da bagno col boma alto, da quasi due quintali, che è di solito. Ci godiamo la traversata, è faticoso, ma siamo troppo occupati a goderci lo spettacolo, il cielo è ancora incerto ma negli squarci di sereno il lago si accende di cobalto, con la collegiata di Anguillara che galleggia nel cristallo liquido.. ed il fatto che in pochi minuti siamo già al traverso della Collegiata, mi porta a considerare che:
a. camminiamo davvero tanto;
b. visto che un attimo prima eravamo al traverso del Pizzo, con la prua bella alta verso l'Acquerella, ha dato un destro monumentale;
c. ho dimenticato lo svuotatore chiuso (la barca vecchia aveva un delizioso tombino che stava sempre aperto) e solo di onde abbiamo abbastanza acqua in pozzetto per mettere su un allevamento di coregoni, o per prendere in seria considerazione un test sulla riserva di spinta della beccaccia di lì a breve..
..la seconda considerazione presenterà una sua sostanziale utilità poco dopo.
L'arrivo del trasferimento, ossia la partenza della regata, lo troviamo seguendo una boa, la barca giuria è piccina, e azzurra, e tra le onde e le pecore (pecore=ochette al nandrolone) non è visibile fino all'ultimo.
Il campo è messo dritto, la sensazione che sul lato destro scarsi pesantemente tende a concretizzarsi, e per concretizzarsi nella generale incapacità tattica dello scrivente, vuol dire che è veramente visibile come un out let dall'autostrada! Nell'immediato pre-partenza ci si scambia qualche parere sul percorso, pennello 1 sta per bastone al primo giro e triangolo al secondo, ci si urla da una barca all'altra cose prive di senso che arrivano tipo "PEN --- UN---E' --NGOLO --BAS-- NEEE", ma non per questo si mette di far casino.
A pascolare nel prepartenza siamo cinque beccacce, e mi chiedo che fine abbia fatto la sesta, quella che avevamo visto uscire dal sabbazzietto in assetto da vento "fresco", ossia con più di due quintali di equipaggio a bordo..
non possiamo fare altro che guardarci attorno, ma ci sono solo un 470, diversi FJ con le vele cangianti, ed una nuvola di cat, è anche zonale HC16, e poi c'è un F18 Nacra che rinfocola in me il mai sopito desiderio per quel genere di meraviglioso catafalco a vela!
Scopriremo poi che gli assenti hanno piegato un agugliotto causa impennata, e conseguente culata della barca sulla succitata secca, con il timone già parzialmente innestato.. e non saranno i soli, a fine giornata, ad avere sofferto danni di tale genere, purtroppo.
La partenza ci piove addosso come una delle tante secchiate, sarà l'aria ma i cinque minuti sembrano passare più veloci.
Quando siamo all'uno e mezzo mi devo parcheggiare prua al vento causa solito FJ che mi si azzecca sotto la prua, cosa che comincia a capitare con una certa fastidiosa frequenza nelle regate dove siano presenti tali barchini, ma il tipo che guida l'FJ non da segni di squilibrio come quello che mi si era azzeccato al mascone la volta precedente, ed io sono molto più malfidato, quindi me ne tengo a distanza, non partiamo a palla, ma siamo liberi, liberi di andare all'out let, cioè a destra, dove siamo soli e dove vengono a farmi compagnia i miei dubbi "era a destra e non se ne sono accorti oppure ho preso l'ennesimo abbaglio??"
.. generalmente è la seconda ipotesi a dimostrarsi veritiera, questa volta però fa eccezione, e finchè Claudio e Philip non rientrano da sinistra velocissimi e alquanto imprendibili, ci godiamo qualche fugace ma appagantissimo momento da primi della flotta.
In boa siamo secondi, cosa che dimostra la qualità del rientro di Claudio e Philip, loro strambano subito, noi pure, ristrambano dopo poco, noi no, ce ne andiamo a sinistra, cercando la maggior pressione dell'andata, ed invece la maggior pressione è dall'altra parte, dove arrivano a palla-di-fuoco gli inseguitori..
la situazione è delicata, strambare ora potrebbe volere dire finire sotto le loro vele, comunque in aria sporca, mentre di qua si cammina ancora, decido di camminare, alla fine avremo perso buona parte del vantaggio, ma saremo ancora davanti, mentre i primi hanno cominciato ad allungarsi, cosa che non smetteranno mai di fare per tutta la rimanente parte della regata. Giriamo la boa ancora secondi, ma il fiato degli inseguitori comincia ad arrivare, ed è rovente.. roba da asciugarti la steccata!
La bolina è la solita croce, giro la boa con la consapevolezza che ora finisce la corsa e comincia la lotta per la sopravvivenza, si tratta di arrivare alla boa di bolina, cercando di minimizzare i danni, che sembra cosa da poco, ma che è cosa alquanto ansiogena, considerato che l'alito che mi asciuga lo spray top arriva dall'altro concorrente al Trofeo 302 e dal primo in classifica provvisoria del Campionato Zonale, che ha il secondo in provvisoria che sta guidando la regata in continuo guadagno.
E' un mattatoio, mastico in silenzio parolacce ed altre cose non pronunciabili pubblicamente, ogni volta che mi giro li vedo alti e veloci, alti e veloci, come cazzo fanno a tenere la prua così alta e a correre tanto io non ne ho davvero idea, così smetto di guardarli e cerco di camminare: siamo davanti, se riesco a correre quel tanto da andare nello scarso prima di loro, forse.. ammesso che il destrone sia sempre lì..
così chiedo al ferranta di guardare al posto mio e di riferirmi, il ferranta guarda, ma gli si è marmorizzata la mandibola dalla tensione: non proferisce parola, però si capisce come stia andando dal grado di tensione, che tende ad aumentare, quindi sono ancora alti e veloci, così decido che se dobbiamo crepare allora tanto vale guardarli in faccia.. e con una leggerezza che non mi credevo chiamo al ferranta la virata, andiamo a guardare le nostre bestiacce in faccia, viro, accelleriamo e come siamo in assetto scopro che non siamo proprio morti, ma ci manca poco, così tutti i miei propositi sul guardare in faccia le bestiacce se li porta leggeri la tramontana, riviriamo e ricominciamo a scappare verso destra.
Segue piccola serie di virate, giusto per non andare direttamente in lay line senza pescare dagli imprevisti. Ad ogni incrocio il Feroce Makka digrigna le 3 fila di denti e gira gli occhi all'indietro mostrandone il bianco, praticamente come uno squalo Mako, solo molto, ma molto molto più cattivo, e non cambia certo il fatto che oggi sia a prua di Fabrizio, che arriva impassibile a velocità vergognosa, con quel genere di impassibilità da "sfrugugliamento nel profondo" che solo certe situazioni sanno dare.. e dietro di loro la situazione non cambia col DS sabbazziesco che sembra voglia spiccare il volo mentre Mano a prua fa sembrare il boma della beccaccia sinistramente basso..
Arriviamo alla boa di bolina che non so dire se la secchezza delle fauci mi abbia fatto venire i crampi, o viceversa, mi raccomando al Ferranta di mollare il chilometro di vang che abbiamo cazzato, l'albero nuovo sarebbe nettamente fuori budget, fabrizio e luca ci hanno passati all'ultimo incrocio, la bolina comincia a starmi ineluttabilmente sui coglioni, Domenico e Mano riusciamo a tenerli dietro, Claudio e Philip sono tanto avanti che a bordo le hostess staranno passando con qualcosa da bere e due snack, mentre chiude la flotta Dante che si porta dietro un timone con un agugliotto danneggiato, e tanto di cappello per la tenacia!
Il lascone ce lo facciamo incollati, non sembra ci sia margine per tirare fuori nulla, il primo si guarda dal secondo, il secondo dal terzo, il terzo accellera nelle raffiche in maniera sinistra ed inequivocabilmente minaccioso, facendo sudare freddo il secondo, che comincia a sospettare di avere le fauci secche perchè la saliva se la sta sudando.
Sarà per caso oppure proprio per culo, comunque alzo lo sguardo nel momento in cui una raffica mi raffredda la nuca un pò più da poppa che il solito, non è che ci abbia potuto pensare, è stato un riflesso tipo dito-nella-cassettiera-di-nonna, ed ho detto al ferranta di sparare il tangone.. il ferranta da par suo non ha esitato, gli avessi pure detto "su spi", comunque qualcosa avrebbe mandato a riva tanto era ingarellato!!
Per quel poco che ne so sospetto che sia stato lì che si sia decisa la regata. Noi spariamo tangone e scendiamo nella raffica guadagnando quel tanto sottovento e in aria pulita che ci potrebbe consentire l'interno in boa, davanti in quel momento stanno guardando avanti, dietro stanno guardando avanti, cioè stanno guardando noi, ma la reazione, per quanto istantanea, paga qualche secondo di lasco sull'azione, e quei secondi forse ci valgono la regata.
I secondi a sparare sono Domenico e Mano, quindi Fabrizio e Luca, solo la raffica è passata, saliamo tutti per non perdere troppa velocità, Domenico più di tutti gli altri, Fabrizio reagisce, io meno, molto meno, e confido di riprendere a breve aria pulita, che in fatti arriva, con Domenico che mi ha ripreso e sta sopravvento, subito sottovento a Fabrizio e Luca: pacchetto di mischia, quantomeno nella sua soluzione beccaccinesca, e noi siamo quelli più interni.. ora si tratta di arrivare così in boa, mancherà un centinaio di metri, resistere, scivolare, continuare a muoversi, questo ci viene, altro che la bolina, quando siamo a poche lunghezze dò una prima orzata, quella sopravvento si berciano un pò, poca roba, siamo tra gentiluomini, il piano è semplice, lo espongo al ferranta con lucidità febbrile e fauci impastatissime: boa-strambo-via orzato-manteniamo interno.. il concetto è "tenere l'interno fino all'ultimo uomo".. il ferranta capisce il concetto e mi guarda un pò come se fossi andato fuori, e poi se la ride perchè fuori un pò è andato pure lui!
Così strambiamo e rispariamo, via verso l'interno in aria pulita, gli altri hanno qualche problemino di fittings.. qualsiasi cosa voglia dire, noi corriamo via di poppa, pressione, tanta pressione, si tratta di gestirla, cioè di non fare cazzate.
A metà lato gli inseguitori sembrano avvicinarsi, dopo 3/4 di lato ci rendiamo conto che era stata solo un'impressione, ci rimane il lasco prima dell'arrivo, lunghetto come lasco, ed i due dietro sono noti per non mollare un centimetro fino allo scivolo, inutile menarla: ricomincia la regata!
Esco dalla boa di poppa più a palla che posso, verrebbe voglia di scendere a spingere, non che si vada piano, è che non basta mai in certe situazioni.
Siamo stesi in cinghia/strep, randa quel che se riesce ad avere, fiocco a cannone, partiamo bene, loro un pò meno, poi decollano, mi tengo alto verso la barca giuria per evitare di lasciare portoni aperti, o almeno per cercare di vendere la pelle, non li vedo, a tratti li sento, chiedo al ferranta, che parla, ma tra il ringhiare, gli spruzzi e i colpi sulla barca si capisce poco.
A metà laschetto mi dico che ce la facciamo, subito dopo mi stramaledico per il pensiero, e all'estremo limite del mio campovisivo, fuori la montatura degli occhiali e della lente a contatto, spunta una sagoma scura che a tutta l'aria di una beccaccia che arriva in planata funesta, e poco dopo ne ha anche tutto il rumore, orzo, ci costa velocità, ma se non mi difendo quello ci infilza come due totani, in pratica punto sulla barca giuria, al massimo della velocità che riusciamo a fare, e quelli che arrivano pure, ed è a questo che si deve probabilmente lo sbracciare di un tipo sulla barca giuria.
Quando siamo ad un cinque lunghezze poggio qualche grado, trovo altra velocità, è il colpo di grazia ai nostri inseguitori, la raffica che ci li ha portati addosso è andata, noi riaccelleriamo, loro non hanno più niente da tirare fuori dal cilindro, è fatta, tagliamo il traguardo che Claudio e Philip saranno già in doccia, quando mi volto scopro che la sagoma incombente digrigna tre fila di canini e mostra il bianco degli occhi, credevo fossero Domenico e Mano ed invece sono Fabrizio e Luca, è stata durissima, ma ancora più bella, il Trofeo302 è nostro, il Ferranta fa le capriole che sembra Juri Chechi, e sale in testa d'albero a sparare bengala cinesi e a passare il pavesone, mentre il feroce Makka si autoflaggella con la sua scotta-randa di Vuitton!!
Il rientro va di autopilota, si arriva in poppa di volata, sparecchiamo le vele, si affronta la secca dell'andata, scivolo e a terra, con le gambe legnose, ed il circolo saturo di reciproche prese in giro, mentre tiro fuori la birrona della riserva personale, che ormai ha preso un pò di tè alla pesca leggermente mosso.
Bella regata e splendida giornata di tramontana, chiusa in gloria con la fumante pasta e fagioli (con salsiccia) come sempre elargita dal VCTR, insomma cose da incorniciare in coda ad una stagione che ha visto uno Zonale da record: 13 prove per 7 regate e 30 barche complessivamente coinvolte, numeri che l'anno prima ce li sognavamo, a riprova che la scelta di intensificare lo Zonale e di correre solo alla domenica abbia dato molto più che i frutti sperati.
A breve uscirà la Classifica finale dello Zonale e le novità per l'inverno, non c'è che da rimanere sintonizzati.. anche perchè la manche invernale del Trofeo302.. è dietro l'angolo, e dal rumore che si sente, il Feroce Makka sta affilando le sue tre fila di canini!!
A chiudere, come ogni anno, la "Coppa Camilla", che è un triangolone-evento celebrantesi sulla sponda trevignanese del Lago di Bracciano, costituito da una regata e dall'imprescindibile, successiva, pasta e fagioli.
Questa almeno la formula originaria, quest'anno qualche novità ha riguardato gli snipe, per i quali la "Coppa Camilla" valeva come regata conclusiva del Campionato Zonale, oltretutto ultima delle quattro regate valide per la RL Nazionale.. e verso le 12.00 del sabato le premesse per una grande chiusura c'erano tutte..
premesse disattese, perchè la chiusura non è stata grande, è stata enorme!! Infatti se alle 12.00 c'erano un certo genere di premesse, tipo giornata dignitosa e gagliardo scirocchetto, trenta minuti dopo sono cominciate ad arrivare nubi sempre più basse e gonfie da SE, che ben presto hanno lasciato spazio ad una copertura molto bassa e molto gonfia, con qualche brandello di nuvola portato ad una velocità nettamente superiore a quella del vento al suolo, cosa che ha indotto i presenti al circolo ad interrompere la conferenza di servizi che si stava tenendo attorno al piede d'albero di una certa barca appena arrivata tra le fila sabbazziesche, e a rialberare le beccacce ancora smontate post trasferta scarlinese..
tempo di chiudere i teli: il monsone. Il monsone sabatino è una roba strana: non è proprio un vento, però la pioggia è quella monsonica, e sabato non ha fatto eccezione, così la conferenza si è spostata sotto la tettoia sociale, attorno ad un argomento non meno avvincente del piede d'albero, ossia la "protesi del carrellino", lavoro del quale qui qualche documentazione fotografica.
Come gli avventori sanno: la pioggia monsonica vigna di vallese post prandiale, non è fenomeno meteo che si risolva prima di notte, soprattutto quando accompagna anche da una panoplia di folgori e saette, alcune decisamente vicine, e sulla base di ciò rapidamente si è lasciato il circolo, non prima di avere notato come lo squarcio di sereno a ponente, aperto su fin verso nord, avrebbe potuto significare giusto due cose per l'indomani: maestralone o tramontanona, e dato il forte grecale che in quelle ore stava già investendo l'alto adriatico, non c'era nemmeno da starsi a porre la scelta..
alle 10.30 del mattino successivo sullo scivolo sociale registravansi 20kt spaccati da N, qualcosa di più nelle raffiche. Indubbio lo spettacolo cromatico del lago investito dalla tramontana, fresca ma non ancora gelida, tesa ma non ancora violenta come nei mesi invernali, per la gioia dei soliti avventori (kite, windsurf ed altro..), per i dubbi di alcuni e per l'aperto scoramento di tutti gli altri. Sarà l'aria frizzante, sarà la voglia di andare in barca, il circolo è tutto un fermento di gente e pronostici: sale, scende, scende e poi sale, sale fino a 40, poi 50, poi tutto il cucuzzaro..
insomma se ne sentono che se ne potrebbe tirare su un reality con molto meno, nel mentre in un silenzio che insospettisce alcuni, altri armano in gran fretta, pronti anzi tempo ad un'uscita alla quale, stante almeno dallo sguardo fisso pallato e dalla schiuma che cola dagli angoli dalla bocca, questi proprio non vogliono rinunciare..
La questione però va per le lunghe, il Circolo Organizzatore comunica costantemente le decisioni del CdR, c'è l'intelligenza a riva, arrivano delegazioni di altre flotte, si chiacchiera, si fanno programmi, si snocciolano peana, qualcuno squarta animaletti su are nascoste cercando di accaparrarsi il favore degli dei o sperando di trovare almeno un segno di buon auspicio, qualcun altro cerca di ricostruire a memoria la classifica dello zonale, altri, quelli con lo sguardo pallato, scalpitano in attesa del momento d'uscire, la tensione è tale che l'aria sfrigola al punto da coprire il baccano delle vele che sbattono, ben presto è chiaro che a prescindere dalla decisione del CdR, che intanto ha comunicato un orario per il lancio del dado o meno, comunque c'è da uscire e andare a fare qualche planata di quelle scalda-deriva.
Il tempo passa, quelli in crisi di astinenza aspettano la decisione del CdR già neoprene vestiti, mentre tutto attorno s'accende il mercimonio dei prodieri da vento forte, se ne sentono di tutti i colori, vengono offerti prosciutti, capponi, qualcuno promette bond non si sa di quale paese africano, girano bottiglie di dubbia natura, i titoli di alcuni prodieri vengono sospesi per eccesso di rialzo, il mio prodiere-supplente (la titolare purtroppo è influenzata, peccato perchè si sarebbe divertita assai!) lo devo chiudere nell'armadietto per il timore che qualcuno me lo sottragga, e da fuori sento i messaggini che gli arrivano sul cellulare, gira voce che lo abbiano contattato pure dal Chelsea! Alla fine arriva la ferale notizia: barche in acqua, la Coppa Camilla partirà entro un'ora, e c'è da attraversare l'intero lago, sparati di bolina. STOP.
La notizia ancora non è arrivata a tutti che i partecipanti al nuovissimo ed altrettanto sanguinoso "Trofeo 302" sono già sullo scivolo, dandosi reciprocamente dei gran calcioni sugli stamaster, così, in segno di sportività. Il primo livello del gioco non è male: l'abbassamento estivo del lago ha prodotto una secca (30cm d'acqua) ad una ventina di metri scarsi dallo scivolo, la secca si rivela molto utile: il lago frange e si riesce a mettere la barca in acqua senza difficoltà nella buca che c'è tra la secca e lo scivolo..
solo poi bisogna superare la secca.. e fin qui, ed arrivare dove comincia a diventare profondo quel tanto da potere mettere deriva e timone, e lì sono numeri, perchè le onde si alzano, sono ripide, la barca beccheggia come la volontà di certi ex-fumatori davanti ad un Toscano Antica Riserva, la lotta dura diversi minuti, e quando sta per prendere la piega di un giro su un toro meccanico, il timone fa la grazia e gli agugliotti entrano nelle femminelle!
Un filo di scotta, randa appena puntata, infilo due dita nel naso al prodiere-supplente e faccio per issarlo a bordo, ma se io ero in crisi di astinenza, lui stava pure peggio di me, e non faccio in tempo a tirare che già me lo trovo in pozzetto con la scotta tra i denti!
Si esce in una nuvola di spruzzi, tra windsurf e kite, la nostra capacità di manovra, tra la deriva appena puntata, le onde ripide ed il bassofondale appena sottovento, è simile a quella di una petroliera in una laguna, in pratica è il "secondo livello", mi chiedo se gli utenti di quei cosi ad aquilone se ne rendano conto, ed in alternativa se siano comunque abbastanza lucidi da non farmi scoprire il rumore che deve fare un kite lanciato contro una beccaccia. Il passaggio fila liscio, puntiamo verso il pizzo, c'è aria, più aria che allo scivolo, dove sembrava che fosse calata leggermente.. molta più aria, infatti è il "livello tre", e si va via di fiocco e randa mezza scarica, cerchiamo un compromesso tra la strada da fare e l'ovvia considerazione che arrivare sull'arrivo già bolliti di fatica potrebbe non essere la scelta più intelligente, comunque è dura.
Poggiando sulle onde più verticali la barca accellera che non sembra quella solida vasca da bagno col boma alto, da quasi due quintali, che è di solito. Ci godiamo la traversata, è faticoso, ma siamo troppo occupati a goderci lo spettacolo, il cielo è ancora incerto ma negli squarci di sereno il lago si accende di cobalto, con la collegiata di Anguillara che galleggia nel cristallo liquido.. ed il fatto che in pochi minuti siamo già al traverso della Collegiata, mi porta a considerare che:
a. camminiamo davvero tanto;
b. visto che un attimo prima eravamo al traverso del Pizzo, con la prua bella alta verso l'Acquerella, ha dato un destro monumentale;
c. ho dimenticato lo svuotatore chiuso (la barca vecchia aveva un delizioso tombino che stava sempre aperto) e solo di onde abbiamo abbastanza acqua in pozzetto per mettere su un allevamento di coregoni, o per prendere in seria considerazione un test sulla riserva di spinta della beccaccia di lì a breve..
..la seconda considerazione presenterà una sua sostanziale utilità poco dopo.
L'arrivo del trasferimento, ossia la partenza della regata, lo troviamo seguendo una boa, la barca giuria è piccina, e azzurra, e tra le onde e le pecore (pecore=ochette al nandrolone) non è visibile fino all'ultimo.
Il campo è messo dritto, la sensazione che sul lato destro scarsi pesantemente tende a concretizzarsi, e per concretizzarsi nella generale incapacità tattica dello scrivente, vuol dire che è veramente visibile come un out let dall'autostrada! Nell'immediato pre-partenza ci si scambia qualche parere sul percorso, pennello 1 sta per bastone al primo giro e triangolo al secondo, ci si urla da una barca all'altra cose prive di senso che arrivano tipo "PEN --- UN---E' --NGOLO --BAS-- NEEE", ma non per questo si mette di far casino.
A pascolare nel prepartenza siamo cinque beccacce, e mi chiedo che fine abbia fatto la sesta, quella che avevamo visto uscire dal sabbazzietto in assetto da vento "fresco", ossia con più di due quintali di equipaggio a bordo..
non possiamo fare altro che guardarci attorno, ma ci sono solo un 470, diversi FJ con le vele cangianti, ed una nuvola di cat, è anche zonale HC16, e poi c'è un F18 Nacra che rinfocola in me il mai sopito desiderio per quel genere di meraviglioso catafalco a vela!
Scopriremo poi che gli assenti hanno piegato un agugliotto causa impennata, e conseguente culata della barca sulla succitata secca, con il timone già parzialmente innestato.. e non saranno i soli, a fine giornata, ad avere sofferto danni di tale genere, purtroppo.
La partenza ci piove addosso come una delle tante secchiate, sarà l'aria ma i cinque minuti sembrano passare più veloci.
Quando siamo all'uno e mezzo mi devo parcheggiare prua al vento causa solito FJ che mi si azzecca sotto la prua, cosa che comincia a capitare con una certa fastidiosa frequenza nelle regate dove siano presenti tali barchini, ma il tipo che guida l'FJ non da segni di squilibrio come quello che mi si era azzeccato al mascone la volta precedente, ed io sono molto più malfidato, quindi me ne tengo a distanza, non partiamo a palla, ma siamo liberi, liberi di andare all'out let, cioè a destra, dove siamo soli e dove vengono a farmi compagnia i miei dubbi "era a destra e non se ne sono accorti oppure ho preso l'ennesimo abbaglio??"
.. generalmente è la seconda ipotesi a dimostrarsi veritiera, questa volta però fa eccezione, e finchè Claudio e Philip non rientrano da sinistra velocissimi e alquanto imprendibili, ci godiamo qualche fugace ma appagantissimo momento da primi della flotta.
In boa siamo secondi, cosa che dimostra la qualità del rientro di Claudio e Philip, loro strambano subito, noi pure, ristrambano dopo poco, noi no, ce ne andiamo a sinistra, cercando la maggior pressione dell'andata, ed invece la maggior pressione è dall'altra parte, dove arrivano a palla-di-fuoco gli inseguitori..
la situazione è delicata, strambare ora potrebbe volere dire finire sotto le loro vele, comunque in aria sporca, mentre di qua si cammina ancora, decido di camminare, alla fine avremo perso buona parte del vantaggio, ma saremo ancora davanti, mentre i primi hanno cominciato ad allungarsi, cosa che non smetteranno mai di fare per tutta la rimanente parte della regata. Giriamo la boa ancora secondi, ma il fiato degli inseguitori comincia ad arrivare, ed è rovente.. roba da asciugarti la steccata!
La bolina è la solita croce, giro la boa con la consapevolezza che ora finisce la corsa e comincia la lotta per la sopravvivenza, si tratta di arrivare alla boa di bolina, cercando di minimizzare i danni, che sembra cosa da poco, ma che è cosa alquanto ansiogena, considerato che l'alito che mi asciuga lo spray top arriva dall'altro concorrente al Trofeo 302 e dal primo in classifica provvisoria del Campionato Zonale, che ha il secondo in provvisoria che sta guidando la regata in continuo guadagno.
E' un mattatoio, mastico in silenzio parolacce ed altre cose non pronunciabili pubblicamente, ogni volta che mi giro li vedo alti e veloci, alti e veloci, come cazzo fanno a tenere la prua così alta e a correre tanto io non ne ho davvero idea, così smetto di guardarli e cerco di camminare: siamo davanti, se riesco a correre quel tanto da andare nello scarso prima di loro, forse.. ammesso che il destrone sia sempre lì..
così chiedo al ferranta di guardare al posto mio e di riferirmi, il ferranta guarda, ma gli si è marmorizzata la mandibola dalla tensione: non proferisce parola, però si capisce come stia andando dal grado di tensione, che tende ad aumentare, quindi sono ancora alti e veloci, così decido che se dobbiamo crepare allora tanto vale guardarli in faccia.. e con una leggerezza che non mi credevo chiamo al ferranta la virata, andiamo a guardare le nostre bestiacce in faccia, viro, accelleriamo e come siamo in assetto scopro che non siamo proprio morti, ma ci manca poco, così tutti i miei propositi sul guardare in faccia le bestiacce se li porta leggeri la tramontana, riviriamo e ricominciamo a scappare verso destra.
Segue piccola serie di virate, giusto per non andare direttamente in lay line senza pescare dagli imprevisti. Ad ogni incrocio il Feroce Makka digrigna le 3 fila di denti e gira gli occhi all'indietro mostrandone il bianco, praticamente come uno squalo Mako, solo molto, ma molto molto più cattivo, e non cambia certo il fatto che oggi sia a prua di Fabrizio, che arriva impassibile a velocità vergognosa, con quel genere di impassibilità da "sfrugugliamento nel profondo" che solo certe situazioni sanno dare.. e dietro di loro la situazione non cambia col DS sabbazziesco che sembra voglia spiccare il volo mentre Mano a prua fa sembrare il boma della beccaccia sinistramente basso..
Arriviamo alla boa di bolina che non so dire se la secchezza delle fauci mi abbia fatto venire i crampi, o viceversa, mi raccomando al Ferranta di mollare il chilometro di vang che abbiamo cazzato, l'albero nuovo sarebbe nettamente fuori budget, fabrizio e luca ci hanno passati all'ultimo incrocio, la bolina comincia a starmi ineluttabilmente sui coglioni, Domenico e Mano riusciamo a tenerli dietro, Claudio e Philip sono tanto avanti che a bordo le hostess staranno passando con qualcosa da bere e due snack, mentre chiude la flotta Dante che si porta dietro un timone con un agugliotto danneggiato, e tanto di cappello per la tenacia!
Il lascone ce lo facciamo incollati, non sembra ci sia margine per tirare fuori nulla, il primo si guarda dal secondo, il secondo dal terzo, il terzo accellera nelle raffiche in maniera sinistra ed inequivocabilmente minaccioso, facendo sudare freddo il secondo, che comincia a sospettare di avere le fauci secche perchè la saliva se la sta sudando.
Sarà per caso oppure proprio per culo, comunque alzo lo sguardo nel momento in cui una raffica mi raffredda la nuca un pò più da poppa che il solito, non è che ci abbia potuto pensare, è stato un riflesso tipo dito-nella-cassettiera-di-nonna, ed ho detto al ferranta di sparare il tangone.. il ferranta da par suo non ha esitato, gli avessi pure detto "su spi", comunque qualcosa avrebbe mandato a riva tanto era ingarellato!!
Per quel poco che ne so sospetto che sia stato lì che si sia decisa la regata. Noi spariamo tangone e scendiamo nella raffica guadagnando quel tanto sottovento e in aria pulita che ci potrebbe consentire l'interno in boa, davanti in quel momento stanno guardando avanti, dietro stanno guardando avanti, cioè stanno guardando noi, ma la reazione, per quanto istantanea, paga qualche secondo di lasco sull'azione, e quei secondi forse ci valgono la regata.
I secondi a sparare sono Domenico e Mano, quindi Fabrizio e Luca, solo la raffica è passata, saliamo tutti per non perdere troppa velocità, Domenico più di tutti gli altri, Fabrizio reagisce, io meno, molto meno, e confido di riprendere a breve aria pulita, che in fatti arriva, con Domenico che mi ha ripreso e sta sopravvento, subito sottovento a Fabrizio e Luca: pacchetto di mischia, quantomeno nella sua soluzione beccaccinesca, e noi siamo quelli più interni.. ora si tratta di arrivare così in boa, mancherà un centinaio di metri, resistere, scivolare, continuare a muoversi, questo ci viene, altro che la bolina, quando siamo a poche lunghezze dò una prima orzata, quella sopravvento si berciano un pò, poca roba, siamo tra gentiluomini, il piano è semplice, lo espongo al ferranta con lucidità febbrile e fauci impastatissime: boa-strambo-via orzato-manteniamo interno.. il concetto è "tenere l'interno fino all'ultimo uomo".. il ferranta capisce il concetto e mi guarda un pò come se fossi andato fuori, e poi se la ride perchè fuori un pò è andato pure lui!
Così strambiamo e rispariamo, via verso l'interno in aria pulita, gli altri hanno qualche problemino di fittings.. qualsiasi cosa voglia dire, noi corriamo via di poppa, pressione, tanta pressione, si tratta di gestirla, cioè di non fare cazzate.
A metà lato gli inseguitori sembrano avvicinarsi, dopo 3/4 di lato ci rendiamo conto che era stata solo un'impressione, ci rimane il lasco prima dell'arrivo, lunghetto come lasco, ed i due dietro sono noti per non mollare un centimetro fino allo scivolo, inutile menarla: ricomincia la regata!
Esco dalla boa di poppa più a palla che posso, verrebbe voglia di scendere a spingere, non che si vada piano, è che non basta mai in certe situazioni.
Siamo stesi in cinghia/strep, randa quel che se riesce ad avere, fiocco a cannone, partiamo bene, loro un pò meno, poi decollano, mi tengo alto verso la barca giuria per evitare di lasciare portoni aperti, o almeno per cercare di vendere la pelle, non li vedo, a tratti li sento, chiedo al ferranta, che parla, ma tra il ringhiare, gli spruzzi e i colpi sulla barca si capisce poco.
A metà laschetto mi dico che ce la facciamo, subito dopo mi stramaledico per il pensiero, e all'estremo limite del mio campovisivo, fuori la montatura degli occhiali e della lente a contatto, spunta una sagoma scura che a tutta l'aria di una beccaccia che arriva in planata funesta, e poco dopo ne ha anche tutto il rumore, orzo, ci costa velocità, ma se non mi difendo quello ci infilza come due totani, in pratica punto sulla barca giuria, al massimo della velocità che riusciamo a fare, e quelli che arrivano pure, ed è a questo che si deve probabilmente lo sbracciare di un tipo sulla barca giuria.
Quando siamo ad un cinque lunghezze poggio qualche grado, trovo altra velocità, è il colpo di grazia ai nostri inseguitori, la raffica che ci li ha portati addosso è andata, noi riaccelleriamo, loro non hanno più niente da tirare fuori dal cilindro, è fatta, tagliamo il traguardo che Claudio e Philip saranno già in doccia, quando mi volto scopro che la sagoma incombente digrigna tre fila di canini e mostra il bianco degli occhi, credevo fossero Domenico e Mano ed invece sono Fabrizio e Luca, è stata durissima, ma ancora più bella, il Trofeo302 è nostro, il Ferranta fa le capriole che sembra Juri Chechi, e sale in testa d'albero a sparare bengala cinesi e a passare il pavesone, mentre il feroce Makka si autoflaggella con la sua scotta-randa di Vuitton!!
Il rientro va di autopilota, si arriva in poppa di volata, sparecchiamo le vele, si affronta la secca dell'andata, scivolo e a terra, con le gambe legnose, ed il circolo saturo di reciproche prese in giro, mentre tiro fuori la birrona della riserva personale, che ormai ha preso un pò di tè alla pesca leggermente mosso.
Bella regata e splendida giornata di tramontana, chiusa in gloria con la fumante pasta e fagioli (con salsiccia) come sempre elargita dal VCTR, insomma cose da incorniciare in coda ad una stagione che ha visto uno Zonale da record: 13 prove per 7 regate e 30 barche complessivamente coinvolte, numeri che l'anno prima ce li sognavamo, a riprova che la scelta di intensificare lo Zonale e di correre solo alla domenica abbia dato molto più che i frutti sperati.
A breve uscirà la Classifica finale dello Zonale e le novità per l'inverno, non c'è che da rimanere sintonizzati.. anche perchè la manche invernale del Trofeo302.. è dietro l'angolo, e dal rumore che si sente, il Feroce Makka sta affilando le sue tre fila di canini!!
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