..lUNA rOSSA rESORT!
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courtesy .corriere.it
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La base
La base di Luna Rossa a Valencia (nella foto uno degli interni durante l'allestimento) è stata realizzata da Renzo Piano. Il progetto si basa sull’idea di riutilizzare le vele usate dal team Prada nelle precedenti edizioni della Coppa America, con l’obbiettivo di ricreare l’effetto della trasparenza delle vele di una barca in navigazione. «La trasparenza delle vele contro l'orizzonte è forse la cosa più affascinante dell'immagine di una barca in navigazione». Con questo proposito è stata realizzata una struttura davvero singolare. Intanto, rispetto alla base di Auckland nelle due precedentiti edizioni, quella di Valencia è molto più grande: due piani, un grande terrazzo dal quale si domina tutta la frontline del porto dell'America's Cup, due scale mobili d'accesso, cubatura complessiva di 21.700 metri. Al piano terra, che misura 2.150 metri quadri. ci sono gli hangar in grado di accogliere all'interno due imbarcazioni (ad albero smontato). Il primo piano è riservato a uffici e sale riunioni del team. Lo spazio per ospiti, giornalisti e conferenze stampa è riservato agli ospiti è al secondo piano, dove ci sono anche la mensa e una palestra del team.
Piano con il suo progetto (sopra un particolare del disegno) ha realizzato per le facciate della struttura che ospita il team e tutte le attività collaterali, dall’ospitalità alle riunioni tecniche, una serie di patchwork, dei collage di parti di rande e genoa utilizzate sul Luna Rossa negli anni scorsi, tagliati e riassemblati su una serie di telai che, uniti, creano la parete. I pannelli sono in tutto 485, sono state utilizzate 50 vele, 12 rande e 38 genoa. La superficie esterna totale è di 3100 metri quadrati. Particolari accorgimenti tecnici grantiscono resistenza e assorbimento dei carichi. Le trasparenze delle fibre di kevlar, le trame del carbonio, consentono alla luce naturale di penetrare negli ambienti.
L’effetto è suggestivo sia dall'esterno sia, soprattutto, dall'interno. e lo diventa ancora di più quando cala la sera e un effetto di retro illuminazione fa accendere nel buio le pareti della base. A metà febbraio durante una visita allla base, l'architatto, insieme al presidente dello Yci, Carlo Croce, ha lasciato anche una singolare firma su una parete esterna della base, accanto agli hangar.
In genovese ha scritto, con pennello e vernice rossa, «chi nu se straggia ninte!!!», «qui non si spreca niente» per spiegare l'idea del riuso delle vele. Un motto in linea con i caratteri liguri, ma anche con il cruccio di tanti velisti sempre con molti rimpianti a «buttare» tante vele da regata spesso dopo averle usate poche volte.
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