..151 x 7 = rEGATISTI!!
E’ cominciato tutto con una telefonata di Marione Aquila, ex snipista, deus ex machina e armatore di Vani Tè:
- vieni a fare la 151?
- la che??
- la 151!
- grazie ma lo sai che io, con le regate tra le boe sui barconi..
- ma quale regata tra le boe? Si parte da Livorno.. poi Giraglia, Formiche di Grosseto e arrivo a Punta Ala..
- scusa??
- Ho detto: si parte..
- Ho capito da dove si parte.. dove si passa? hai detto..
- Giraglia..
- ..
- Pronto?! Tutto bene?
- Ehh.. quand'è la partenza?
- E’ rilevante?
- no.
Nota per i non: le regate di altura si dividono in due: le regate d'altura, e le regate d'altura nelle quali si gira attorno alla Giraglia.. e poi c'è la Middle Sea Race, ma quella è un'altra storia..abbastanza chiaro?
In realtà a questa prima telefonata ne è pure seguita un'altra, a 48h dallo start:
- tutto confermato.. ma hanno tirato via la Giraglia dal percorso
- ...
- Pronto!? tutto bene??
- no (seguono commenti non trascrivibili).. ma senza Giraglia che rimane??
- ma non ci pensi all’alberello mio??
- ho capito, ma la Giraglia!!
- ho capito ma stiamo parlando di almeno 50 miglia di bolina spaccata contro 20-25kt abbondanti di Libeccio e mare massiccio.. poi, dopo ‘sta passeggiata de salute, atterraggio alla Giraglia poco dopo la mezzanotte, dove i 20-25kt diventano almeno 35kt ed il mare da massiccio passa a terrificante, che lì passi da 4000 a 20metri di fondale in meno di un miglio..
- ho capito, ma la Giraglia!!
- ho capito, un altro drogato di Corsica..
- ..ci vediamo a Livorno.. ma la Giraglia..
- pensa ad arrivare puntuale!
-k.. 8(
- pensa ad arrivare puntuale!
-k.. 8(
Si parte giovedì notte, tardi.. passiamo a raccattare il Cekka (proprio quel Cekka) che è notte fonda, Civitavecchia è deserta, tira vento e verso nord l’orizzonte è illuminato da una sequenza ininterrotta di lampi.
Facciamo tappa a mezza via e arriviamo a Livorno la mattina dopo, sul presto, sotto un cielo plumbeo spazzato da più di 20kt (20kt..in fondo al Porto Mediceo.. che è in fondo al porto industriale di Livorno..).
I pontili galleggianti ballano per la risacca.. mi torna a mente una crociera di Pasqua di mille anni fa, proprio partendo dal porto mediceo di Livorno.. ad oggi non ho più visto un mare tanto terrificante come quella volta.. e i pontili ballano come allora: sudorino freddo...
La regata è affollata, circa 120 barche, molti nomi noti, molte barche con molti professionisti a bordo, molte bestie da regata, molto (ovviamente) stocazzismo da banchina: a parte il maxi Sagamore, la taglia 50-60’ presenta diversi bestioni irsuti: Cookson 50’, Farr53’, Vismara47’, X di tutte le taglie..
..insomma non proprio una veleggiata di fagottari.
..insomma non proprio una veleggiata di fagottari.
La logistica non è facile: gli organizzatori fanno i salti mortali per far stare tutti in porto..
..ma a terra è un casino: lo scazzo tra Circolo Organizzatore e locale Capitaneria rende indisponibile qualsiasi parcheggio, se non qualche posto che viene assegnato con un apposita giostra medioevale.
Chi nn trova posto lì può lasciare la macchina comodamente dall’altra parte del porto, ossia scalando a dimensione Lago: sarebbe come dire barche all’AVB ed automobili dei partecipanti all’Aeronautica di Vigna di Valle.. però ci sono le navette che ti riportano.. che culo!
..ma a terra è un casino: lo scazzo tra Circolo Organizzatore e locale Capitaneria rende indisponibile qualsiasi parcheggio, se non qualche posto che viene assegnato con un apposita giostra medioevale.
Chi nn trova posto lì può lasciare la macchina comodamente dall’altra parte del porto, ossia scalando a dimensione Lago: sarebbe come dire barche all’AVB ed automobili dei partecipanti all’Aeronautica di Vigna di Valle.. però ci sono le navette che ti riportano.. che culo!
Quando arriviamo la barca è già pronta, non di meno le cosette da fare non mancano: spi, sartie..
..verificare la compressione dell’albero (il funzionamento del mast-jack suscita lo stupore della Fu delegato Zonale, abituata a tensiometri a molla formato giocattolo..), chiudi, lega, sbarca, imbarca, segna le cose da fare e soprattutto quelle da NON fare.. tipo mandare uno spi bagnato dritto nella cabina di prua (che è quella armatoriale)..
..arriva pure Mauro..
..già che siamo lì, e che lui è appena arrivato, lo mandiamo pure sull’albero..
..in realtà non serve andare sull'albero, ma in porto quelli cattivi stanno mandando tutti qualcuno sull'albero, e non è che si possa rimanere a guardare, così mettiamo le mutandine (l’imbragatura) del Cekka a Mauro e lo spediamo in testa.. solo che Mauro (che ha esattamente la densità del Cekka), arrivato alla prima crocetta smette di tirarsi su e ci tocca ad issarlo in testa come un gigantesco prosciutto!
..verificare la compressione dell’albero (il funzionamento del mast-jack suscita lo stupore della Fu delegato Zonale, abituata a tensiometri a molla formato giocattolo..), chiudi, lega, sbarca, imbarca, segna le cose da fare e soprattutto quelle da NON fare.. tipo mandare uno spi bagnato dritto nella cabina di prua (che è quella armatoriale)..
..arriva pure Mauro..
..che si spartirà la prua col Cekka..
..già che siamo lì, e che lui è appena arrivato, lo mandiamo pure sull’albero..
Finite le quisquiglie c’è da pensare all’essenziale, che significa: fare la cambusa e comprare coppiglie di riserva per le sartie.. sai com'è..
Livorno è illuminata da una luce fiammante di ponente, fuori il mare ruggisce, io passeggio tra i ricordi dei 3 mesi passati lì due-tre mila anni or sono.. tanto che in un posto dove c'era un cantiere navale, dove costruivano piccole gasiere (almeno allora),..
..hanno rasato tutto, buttato tutti in mezzo a una strada, e realizzato un complesso edilizio non solo di dubbio gusto, ma pure invenduto e già mezzo decrepito.. 'sti cani immondi.
..hanno rasato tutto, buttato tutti in mezzo a una strada, e realizzato un complesso edilizio non solo di dubbio gusto, ma pure invenduto e già mezzo decrepito.. 'sti cani immondi.
Al supermarket ci guadagnamo l’odio delle massaie locali: per raggiungere il quorum di panini necessari (a bordo siamo in sette) svaligiamo il banco del pane, e poi quasi rasiamo pure quello degli affettati.
Immagino che il colpo di grazia glielo abbiano dato quelli degli altri equipaggi in coda dopo di noi.
Immagino che il colpo di grazia glielo abbiano dato quelli degli altri equipaggi in coda dopo di noi.
Mentre siamo alla cassa ci giunge l’eco lontano di trombe di festa e caroselli: allo skipper-meeting hanno appena annunciato che la partenza, prevista per le 16. è posticipata all’indomani alle 8.00, sempre sulla variante “corta” Livorno-Elba, che esclude la Giraglia..
la notizia è stata accolta con un certo gesso dalla platea degli skipper, però Mario due tre caroselli per il porto non se li è riusciti a tenere, comprensibilmente, tant'è che lo troviamo a festeggiare abbracciato all'albero di carbonio di Vani tè, la incolumità del quale è decisamente meno minacciata, sollevato anche per il fatto che dopo una settimana a gocce di valeriana nn sapeva più come assumerne.. se non come collirio oftalmico!
la notizia è stata accolta con un certo gesso dalla platea degli skipper, però Mario due tre caroselli per il porto non se li è riusciti a tenere, comprensibilmente, tant'è che lo troviamo a festeggiare abbracciato all'albero di carbonio di Vani tè, la incolumità del quale è decisamente meno minacciata, sollevato anche per il fatto che dopo una settimana a gocce di valeriana nn sapeva più come assumerne.. se non come collirio oftalmico!
A ritornare in barca ce ne mettiamo un po': per trovare delle coppiglie bisogna girare 2 diversi attrezzisti, ed il secondo ci manda da un terzo (una comune ferramenta).
Nel mentre Marione ha già prenotato da dormire in un hotel locale, tra le proteste dei presenti, che ovviamente apprezzano tantissimo il pensiero ma che erano già risoluti a litigarsi gli spi di bordo quale giaciglio, solo che lui vuole festeggiare la ritrovata speranza di vita del suo albero, convinto come è d'aver scampato un grosso pericolo.
Nel mentre Marione ha già prenotato da dormire in un hotel locale, tra le proteste dei presenti, che ovviamente apprezzano tantissimo il pensiero ma che erano già risoluti a litigarsi gli spi di bordo quale giaciglio, solo che lui vuole festeggiare la ritrovata speranza di vita del suo albero, convinto come è d'aver scampato un grosso pericolo.
Il pomeriggio si passa a chiudere gli ultimi dettagli.. che ovviamente sarebbero rimasti aperti se fosse stata confermata la partenza alle sedici!
A cena si fila sotto le volte a crociera del circolo, ricavate in alcuni locali demaniali proprio in punta alla banchina, già facenti parte delle ostruzioni difensive di origine medicea.. dicono (ma lo dicono di quasi tutti i porti tirrenici con un po’ di storia) che il disegno dell’impianto sia michelagnolesco.. sia come sia il buffet è strabordante, gli eguipaggi fanno più di 1k persone, e ce ne è ad avanzare, e da lì, a panza piena, l’imminente futuro, per quanto bagnato, sembra un po’ più roseo.
A cena si fila sotto le volte a crociera del circolo, ricavate in alcuni locali demaniali proprio in punta alla banchina, già facenti parte delle ostruzioni difensive di origine medicea.. dicono (ma lo dicono di quasi tutti i porti tirrenici con un po’ di storia) che il disegno dell’impianto sia michelagnolesco.. sia come sia il buffet è strabordante, gli eguipaggi fanno più di 1k persone, e ce ne è ad avanzare, e da lì, a panza piena, l’imminente futuro, per quanto bagnato, sembra un po’ più roseo.
C'è pure il momento "carramba": becco un compare di merende che non vedevo da sette anni, col quale a suo tempo avevamo fatto diverse scempiaggini-a-vela, ed è tutto un: ti ricordi? che fine ha fatto?
Mentre il Chianti corre generoso gentilmente offerto dallo sponsor sulle terrazze del Circolo, fa pure un tramonto pazzesco, e il libeccio molla giusto un poco.. poco poco..
Mentre il Chianti corre generoso gentilmente offerto dallo sponsor sulle terrazze del Circolo, fa pure un tramonto pazzesco, e il libeccio molla giusto un poco.. poco poco..
La mattina dopo scattiamo su alle 6., la microsala della colazione dell’hotel è piena nonostante l’ora.. e nonostante ancora non sia del tutto chiaro la luce che c'è basta a vedere gli alberi sbattuti dal vento: ce ne è decisamente di più che la sera prima, ottimo!
Arriviamo in barca tardi, a causa di una “scorciatoia” che non si è rivelata tale.
Al momento di uscire mezze banchine sono già vuote, fuori pompa forte, il cielo e basso e veloce, coperto.. ma il vento squarcia spesso le nuvole, dando al tutto una tinta vagamente da nord Europa.
Il percorso iniziale, oltre alla rimossa Giraglia (dal percorso, l’isola è ancora lì.. spero!), vede rimossa anche la boa di disimpegno a Marina di Pisa, che è a nord di Livorno e che, dato il libeccione, comporterebbe o una partenza in poppa (verso Marina di Pisa) o una boa di bolina molto fuori e le 120 venti barche partenti che, girata la boa, poggiano con quel gran mare e si lanciano verso nord, sotto spi, contro quelle che ancora non hanno girato la boa, ovviamente.. un tritacarne!
Fortunatamente tra gli organizzatori ci sono due partecipanti, e il CdR è fatto di gente pratica di mare, compresi i tre DS dei tre circoli organizzatori (YC Livorno, YC P.ta Ala e Marina di Pisa), così c’è ovviamente un disimpegno, anche per evitare di dover grattare via gli idioti che senza disimpegno sicuramente punterebbero dritti a tagliare dentro le secche della Meloria, ma dopo il disimpegno poi si poggia e si va in rotta per l’Elba.
noi siamo quelli dentro il cerchietto rosso, gli unici bordati di bianco in tutte le slide, e quello sopra è il tracking della bolina di disimpegno dopo la partenza (la parrucca di tracce), mentre la linea rossa è l’ortodromica del percorso..
Partiamo con tutta randa e fiocco 3, lato barca/centro linea, con Marione che voleva tirarsi via dai cabbasisi un grosso Vismara dal nome da farmaco (K9) e dagli spigoli tipo “angolo delle occasioni” di IKEA, e voleva farlo a sportellate, ovviamente, ma viene redarguito da Giorgio, che si fa carico della tattica, e nn vuole rogne da bar messicano, visto che stiamo partendo per una roba di più di cento miglia.. quindi preferisce portarci tranquilli sul lato dx del campo, ben in spalla al disimpegno.. e al gommone del fotografo (dice Mario), per poterci poi mettere verso l’Elba su una bolina un po’ più larga del necessario.
La scelta funziona: facciamo ovviamente più acqua, ma andando un filo più poggiati scavalchiamo meglio le palazzine blu-cobalto che arrivano da sud-ovest, e sbandiamo molto meno, di modo da minimizzare lo scarroccio!
Vani Tè intanto va come un missile: trattasi di 11 splendide tonnellate di Grand Soleil43T (la “T” sospetto stia per “turbo”), invelato principalmente North (3DL Off-Shore).
La barca l'ha disegnata Botin, e probabilmente è uno dei suoi progetti meglio riusciti nei crociera-regata: quando si appoggia di fianco decolla, raramente diventa critica sulla mazza, anzi rimane facile anche quando la situazione si fà perniciosa.
Le antenne ovviamente sono full-carbon, le panchette del pozzetto sono in tek, gli interni sono da Grand-Soleil: due cessi (di cui in particolare uno enorme) e tre matrimoniali, più dinette, etc.. insomma l’anima corsara e il comfort, tanto che in dinette abbiamo una tv a LED ed un cassetto pieno di posate.. mentre nel gavone di prua c'è ancora il salpa-ancore.. e stiamo per andare a fare a manate pure co' questi..
..tanto per dare un'idea.
L'equipaggio invece è di fresco allestimento: tutti tutti assieme non abbiamo mai regatato, ma di 7 che siamo 4 hanno avuto a che fare almeno per qualche stagione con lo snipe, mentre altri 2 ci hanno almeno messo il naso, e non è escluso che tornino a mettercelo presto!
Superfluo dire che la prima parte della regata è una corsa di ciucci verso l’Elba, ciucci per altro strafatti di anfetamine e lanciati giù per una pista andina.. tanto per dare un’idea del livello di comfort risalendo il marone da libeccio..
(quelli con la "coroncina" sono i primi "relativi" di Classe)
Si sta in falchetta, subito zuppi, Mauro si cambia dopo nemmeno due ore di falchetta, entro la terza ora non ha più cerate o spray-top asciutti con se.. e lui aveva almeno due cambi.
Andrea invece si bea della sua (ennesima) cerata nuova.. anche se trova limitante avere solo tre diversi livelli di imbottitura sotto il sedere.. e la tasca stagna trasparente per l'iPad non ha un accesso comodissimo..
..nel mentre io verifico che la mia, di cerata, coeva del Presidente della Repubblica e che da anni usavo solo in scooter nei monsonici inverni capitolini, la quale ormai ha sviluppato tutto un suo tipo di "impermeabilità": non è che l'acqua non entri, entra facilmente, infatti è ottima per asciugare la coperta, e una volta dentro la cerata torna impermeabile e l'acqua non esce più.. sommandosi ovviamente alla condensa, che quando l'ho comprata, di traspirante, non se ne sapeva nulla!
Andrea invece si bea della sua (ennesima) cerata nuova.. anche se trova limitante avere solo tre diversi livelli di imbottitura sotto il sedere.. e la tasca stagna trasparente per l'iPad non ha un accesso comodissimo..
..nel mentre io verifico che la mia, di cerata, coeva del Presidente della Repubblica e che da anni usavo solo in scooter nei monsonici inverni capitolini, la quale ormai ha sviluppato tutto un suo tipo di "impermeabilità": non è che l'acqua non entri, entra facilmente, infatti è ottima per asciugare la coperta, e una volta dentro la cerata torna impermeabile e l'acqua non esce più.. sommandosi ovviamente alla condensa, che quando l'ho comprata, di traspirante, non se ne sapeva nulla!
Durante questo primo tratto di regata non c’è verso di stare sottocoperta: se ci provi ti vomiti pure il cenone di capodanno dell’anno scorso.
Marione si fà il primo giro di timone, fumando come la ciminiera di Torre Valdanica, con Giorgio che gli chiede di poggiare&camminare, evitando di ingarellarsi con le barche limitrofe.. anche questa scelta paga: Vani Tè se ne va via sgommando seminando anche barche più grosse, mentre qualcuno comincia a prendere la prima mano.. dopo quasi due ore è anche il nostro turno, e funziona: la velocità di punta non cala, e si accellera meglio dopo le onde.. con la concorrenza limitrofa sempre più in sofferenza.
L'Elba è ancora ben distante, e ancora nessuno s’azzarda a rimettere il naso al piano di sotto, mentre la FDZ si prende cura dell’alimentazione della fauna ittica locale, condividendo con la stessa la recente colazione.. e incredibilmente subito dopo sta benissimo!
La galloppata procede senza particolari scosse, a parte il passaggio di qualche onda con “frangetta” di schiuma, e di diverse altre molto, molto.. ma molto molto grosse..
Ogni tanto arrivano delle secchiate micidiali, in fondo si viaggia sopra gli otto/nove nodi, spesso all’ombra delle vele, e data anche l’ora presta, non fa certo caldo.. e siano a giugno..
Al timone e alla randa hanno un bel da fare per tenere a bada i cavalloni, mentre tutti gli altri si godono il panorama dalla falchetta, smoccolando per il freddo/umido.
Lo spettacolo è notevole, ormai 120 barche tutte assieme non si vedono più facilmente, derive o barconi che siano, e mare e cielo sembrano usciti da qualche vecchia storia di regate d’altura.
Le prime 20 miglia circa sono quindi di attesa. Stante il monobordo la flotta non si sgrana, a parte quelli veramente grossi che hanno già cominciato ad allungarsi significativamente..
Ci vuole infatti qualche ora prima che accada qualcosa, avvisaglia di quel che ci attende: eccetto i primi, tutti gli altri si beccano uno scarso, significativo, che non dura molto, e non è che butti del tutto fuori rotta, ma che è per l’appunto un avvertimento, piuttosto esplicito, in merito alla tenuta del libeccione che ci sta prendendo a calci.. mentre i primi già cominciano a girare attorno all’Elba infatti, finisce tutto: tutto!
La cosa richiede pochi istanti: quelli avanti, che ci facevano da segnavento, improvvisamente diventano “dritti”, quelli dietro pure, noi nel mezzo, al traverso della Capraia.. (quella vera.. per qualche minuto abbiamo chiamato così la Gorgona.. ma solo per qualche minuto!) figuriamoci!
Fortunatamente la reazione è tempestiva, via mano, giù tre su medio leggero!!
Perchè all’inizio ancora si bolineggia, anche se con la scaduta ed il vento rapidamente precipitato a 5kt più che altro ci si accascia sulle onde!
Sono minuti lunghissimi, a culo stretto.. molto, stretto.. davanti sembra che un mega retino abbia stoppato tutti.. e visto che parliamo di bestioni in carbonio con alberi alti come un paio di palazzi la notizia non è ottima per noi più pesanti e brevi-linei.. dietro la situazione non è migliore, in mezzo, senza sapere come e perchè, per rimanere in rotta (o quasi) ci ritroviamo a dare spi, poi a cambiare spi, che contro onda non si va e, a parte una strambata che non ci stava, infatti ristrambiamo subito dopo, operazione resa complicatissima dalla poca pressione e dall’onda ingestibile mure a dx, ci ritroviamo tutto sommato in movimento.. e non è poco!
Di vero “elastico” non si può parlare, la flotta non si è ricompattata, ma a vedere il tracking, e a vederla dal campo, ci si è praticamente fermati tutti, simultaneamente.. la cosa abbastanza incredibile è che mentre i primi hanno smesso di correre via, il primo gruppo di inseguitori ha ricominciato a rotolare per primo, seppur con molta calma e tanta tanta fatica, verso l'ingorgo di carbonio vanesio e teste coronate a vela incagliate sul pizzo roccioso dell'Elba, il secondo gruppo invece è rimasto fermo come i primi.
Scendendo verso l’Elba, incapucciata da bei nuovoloni di scambio-termico, ci aspettiamo di venire “agganciati” dalla termica locale.. più che altro stiamo facendo riti apotropaici a ciò finalizzati.. e l’aggancio non rimane disatteso: con lo spi teniamo la prua dritta su P.ta Polveraia, che io chiamava Polveriera, finchè la FDZ non m’ha redarguito!
Giorgio, lasciando la ruota a Marione, è perentorio: NON SGANCIARE, MARIO!
ovviamente il concetto è “non ti allontanare da questa striscia di pressione”.. un po' come su Lo Lago: cerchi lo scivoletto che ti porta via per mezza poppa.. e se lo trovi, fai di tutto per rimanerci.. solo che qui parliamo di una scala tipo x100 e Giorgio è così perentorio che la rimanente parte dell’equipaggio non ha potuto che equivocare, imputando al povero Mario comportamenti socialmente riprovevoli.. soprattutto per un timoniere di una barca a vela in poppa con pochissima aria!
Il momento, capiremo poi, è stato uno di quelli nodali.
Prima di andare alla mazza Marione ha dato la ferale notizia: “siamo DIF” che sta per “Dopo i Fochi”.. il che non è bello da sentire dopo diverse ora di bolina maschia e ora la fatica di una poppa con poca aria su un cadavere di mare da libeccio.. ma la pressione, né Marione, sganciano.. e qualcosa di inatteso non per questo non accade..
..infatti mentre i primi continuano a specchiarsi nelle acque immobili dell'Elba, proprio dentro il cono d'ombra, dove evidentemente non s’è creata la termica (anche se è il versante sud) noi continuiamo a chiudere..
.. incontrando via via più pressione..
il premio “astuto del giorno” lo vince la barchina (ignoro chi sia) che nella prima delle foto qui sopra è sovrapposta a noi (è quella color ruggine): arrivano da fuori, sono un 50’ non troppo tirato, con un grosso spi-rosso, scendono più stretti, quindi più veloci, ed ovviamente ci vengono a coprire da sopra, noi diamo un’orzatina, come per voler resistere, e poi ripoggiamo per guadagnare separazione ed andarcene dritti per dove volevamo andare.. nel mentre Marione impedisce che Andrea fabbrichi una molotov artigianale e gliela tiri sullo spi.. o almeno impedisce che gliela tiri sullo spi.. loro invece proseguono orzati, verso la costa rocciosa dell’Elba, malcelatamente soddisfatti per il gesto da veri “cattivoni”.. dicevo: proseguono “verso” la costa a picco dell’Elba, una costa per altro praticamente intatta, eccetto due paeselli che sono 4 case accrocchiate tra frane e siepi verdissime, bella da stare male..
Mentre stiamo lì a guardarli procedere sfiliamo di fianco ad una bellissima testuggine, enorme, formato minicar o poco meno, un posto veramente amato dagli dei quel pezzettino d’Elba..
..notare adesso, nella foto sotto, dove la barchina color ruggine, andata “sotto”, si trova..
..ce la vediamo in diretta: da poppa piena che eravamo quando ci sono sfilati dietro, si ritrovano improvvisamente a strallare lo spi.. siamo a forse 300m di distanza laterale, poi anche strallare non serve più, e ammainano.. e non ce ne è talmente che rimangono per un po’ con la sola randa.. ebbene sì: se fai lo stronzo e poi ti pianti, qualcun altro gode, eccheddiavolo!
Non distratti dall'intenso evento goditivo proseguiamo nella scelta di rimanere il più a lungo possibile “fuori” del cono proiettato sottovento dall’Elba Occidentale.. anche se Pianosa, dietro la quale spuntano perfettamente visibili nella luce che va inclinandosi le cime della Corsica.. dicevo Pianosa comincia ad avvicinarsi..
noi cominciamo ad orzare mentre sotto all’Elba, ma proprio sotto sotto, se la giocano a virate a 30cm dai sassi, ma pare senza particolari risultati.. dietro ancora sparigliati, nella pressione che va e che viene, mentre non mancano nuovi arrivi che vanno a parcheggiare dalle parti del furbacchione che poc’anzi ci era venuto a salire sulle vele..
La prossima boa sono le formiche di Grosseto, la corsa si presenta come un altro monobordo, seppur con diverse trappole nascoste in giro, tra le pieghe delle prime ombre della sera.
Vani Tè macina miglia, la temperatura cala, il sole va giù tra vampe cupe dietro Pomonte, io rimango quasi un’ora in attesa del cambio alla randa per andarmi a vestire pesante, che Marione, che mi deve dare il cambio, ha da controllare il meteo, la navigazione, la posta elettronica, FaceBook, l’estratto conto della carta di credito, l’oroscopo di tutta la famiglia, la pressione delle gomme della macchina lasciata a Livorno, le previsioni d’apertura dei mercati asiatici, l’overnight di quelli europei, rinfrescarsi il trucco e fumarsi una sigaretta.. e si doveva, in effetti, vestire pure lui!
Quando finalmente gli posso mollare la randa sono così anchilosato che faccio fatica anche solo a passare tra le due ruote del timone, a stento riesco a raggiungere lo spigolo sottovento di poppa, con la vescica che ormai mi impediva la deglutizione.
In realtà Mario, tornato in coperta, ha portato pure la “notiziona” ovvero, piazzatosi al centro del pozzetto con postura napoleonica (compresa la mano infilata dentro la giacca) ed un inconsueta feluca calcata sulla capoccia:
-Ragazzi secondo il tracker siamo secondi di Classe e Overall.. questo è il momento: bruciamogli i cavalli, rubiamogli i villaggi e scappiamo in sella alle loro mogli!!
Superfluo dire l’attimo di perplessità che ha attraversato i presenti.. e non solo per la feluca o per il vago accento francofono che accompagnava il tutto.. fortunatamente Marione è tornato rapidamente a dettagliare quel che voleva dire, ossia: culi in falchetta, e giochiamocela!
e per giocarcela ce la siamo giocata, eccome!!
Tornato in grado di deambulare siamo andati proprio con Marione sottocoperta, a caricare tutto il caricabile sopravvento.. a dire il vero ci aveva pure sfiorato l'idea di portare i genoa in falchetta.. ma la certezza che ci avrebbero presi per il culo fino a farci venire un'otite ci ha fatto desistere.. e poi non c'era tutta 'sta aria.
Verso le formiche scopriamo che Lamma, di solito fonte attendibile, in quel tratto di mare è così preciso nelle previsioni che ci si può rimettere tranquillamente l’orologio.. tipo: è entrato maestrale, 7 nodi.. allora sono le cinque!
Di conseguenza scopriamo anche che tutti i capoccioni della vela professionistica evidentemente usano altro.. e continuassero pure!!
Così mentre noi passiamo a sud del canale di Piombino in piena pressione, nello stesso momento, poche miglia più ad est, di pressione ce ne è molta meno, quindi chi si era tirato su fà gran fatica a scendere, come testimoniano anche le luci di via appena accese dei bestioni davanti.
Alle dieci di sera, col faro di Formica Grande che cominica a dare segni di se, ed il cielo ad occidente non ancora del tutto spento, ci appare a sx la nave da crociera del Club Med, il veliero a motore, illuminato come il palcoscenico di Sanremo, granpavese compreso, che vedendo il gruppetto di barche in arrivo accellera e ci sfila da prua, regalandoci un paio di onde-paracarro.. carino.
Dopo Le Formiche Lamma ci prende ancora ed arrivano puntuali altri 16 nodarelli, quasi da levante, che ci fanno salire a cannone, e alle spese di due barche qualche piede più grandi che infiliamo in reale..
L'equipaggio si gasa, tutti su, con la FDZ che fà da badante ad un Cekka materializzatosi in pozzetto con velleità da tailer e gran disquisitore di questioni epistemologiche tipo: più punto di scotta o meno barber? Perchè si sà che i prodieri, come i Gremlins, se li fai bagnare dopo la mezzanotte, soccazzi!
Nel mentre in cielo, complice una luna morta piccola o non ancora sorta, appare una stellata imperiale con tanto d’arco di Via Lattea, uno spettacolo.. peccato solo per le bombe di aria fredda che arrivano da terra.. peccato climaticamente, agonisticamente sono benvenute: a parità d'intensità più è fredda più spinge, e infatti continuiamo a correre come ossessi.. ossessi un puntino surgelati!
Il buio è ormai fatto fitto, il freddo pure, si scivola in silenzio lungo la costa illuminata..la lettura più recente del tracker ci dà di un nodo e mezzo più veloci di quelli davanti, Lamma aveva previsto anche questo.. meglio: aveva previsto un calo di pressione e infatti cala pressione risalendo verso P.ta Ala.. e non ci facciamo infinocchiare: come accenna a calare aria il medio lascia il posto al leggero con una rapidità d'esecuzione che nemmeno una sottosegretaria a sfilarsi le mutande.. con Marione che sottolinea che se quel genova fosse stato nuovo NON sarebbe salito da sottovento a quello da calare.. e altre due barche, nel mentre, sono infilzate talmente forte che una delle due, evidentemente piantata, ci illumina le vele probabilmente per capire in che andatura fossimo.. scoprendo che eravamo ovviamente nell'unica andatura possibile, ossia quella: da bravo reggime l'occhiali chemmese bagneno, che ciòdanna'aripijià uno quàddavanti!".. infatti la prima in overall (che purtroppo corre nella nostra stessa Classe) ci risulta a ca. 0,2 miglia.. davanti.. mai un siluro quando ti serve!
Nonostante l’ora tarda e la stanchezza, superfluo dire che s’è tirato fino all’ultimo sui pedali..
La sagoma dello Scoglio dello Sparviero, decorazione dell'ingresso sud del golfo su cui s'affaccia Punta Ala, appare improvvisa, come un ritaglio buio contro la costa illuminata di Follonica e Scarlino, pochi metri a terra ci sono luci di barche con alberi troppo dritti per far ben pensare, quindi giriamo di nuovo larghi, un altra virata per la lay, un’altra ancora, potremmo stoccare dentro, ma nn si vede una mazza, e non c'è certezza di un giro vantaggioso bensì del rischio di cannare qualcosa al buio, magari una virata, magari in una mollana.. quindi non stocchiamo.. e tagliamo, tra un fanale dell’imboccatura del porto e una lucina lampeggiante, con quelli del Comitato che ci illuminano la randa per l’identificazione: è finita!
A terra ci sfiliamo giusto le mutande di gomma e andiamo al buffet organizzato per confortare gli arrivati..
..panini e paste calde, birra e caffè, coperti di sale (noi), roba rozza.. roba bella!
..panini e paste calde, birra e caffè, coperti di sale (noi), roba rozza.. roba bella!
La provvisoria aggiornata sui dati del tracker ad un certo punto ci dà addirittura primi, ma la notizia è da prendere con molte pinze, visto che l’attrezzo ha già dato prova di affidabilità non assoluta.. anzi..
Si dorme dove capita dentro la pancia della barca, a mattina Marione, che anche se nega in realtà non ha chiuso occhio facendo il refresh del sito del tracker ogni 13 secondi, riporta la ferale notizia: sulla provvisoria (ex CdR) delle 8.35 siamo secondi, dopo 21 ore di regata siamo secondi a 3 minuti(*) dal primo.. tutti contentoni, ovviamente, ma con un filo d’amarezza per il risultato sfumato di un nulla.. perchè "non c'è secondo, Maestà".. ma se ci avessero detto "secondi" prima della partenza di una simile regata, con quelle barche sulla linea, avremmo firmato, tutti!
Il giorno dopo passa tra navette per andare a riprendere macchine lasciate a Livorno e traferimenti di macchine per rendere possibile il trasferimento della barca.. con Mario che smania per la mia incomprensibile ossessione nel non voler essere fotografato dagli autovelox che decorano fitti l'Aurelia.
Passa così per alcuni, altri rimangono in barca a prendere il sole, pare l'acqua del mare fosse ancora troppo fredda per un tuffo, mentre il Cekka viene beccato a farsi fare un massaggio nell'apposito stand dello sponsor..
tipo balena spiaggiata in brodo di giuggiole.. comunque il massaggio fa effetto: torna a camminare dritto.. merito anche della merenda..
Passa così per alcuni, altri rimangono in barca a prendere il sole, pare l'acqua del mare fosse ancora troppo fredda per un tuffo, mentre il Cekka viene beccato a farsi fare un massaggio nell'apposito stand dello sponsor..
tipo balena spiaggiata in brodo di giuggiole.. comunque il massaggio fa effetto: torna a camminare dritto.. merito anche della merenda..
A sera mega-parti presso lo yacht-club P.ta Ala.
L’affaccio è da coccolone.. sospetto che se battessi tutta la costa tirrenica, difficilmente troverei qualcosa di paragonabile, forse il faro di Talamone!
Nella baraonda agganciamo pure Filippo, che correva su un'altra barca, che venuto a sapere dei programmi..
Nella baraonda agganciamo pure Filippo, che correva su un'altra barca, che venuto a sapere dei programmi..
Gli spazi sono notevoli, i buffett (diversi) mare&monti allestiti nel prato "bordo-mare" sono soverchianti, il banco dell’alcol pure, a contorno musica live (due gruppi), vecchiardi in ghingeri e signore siliconate talmente omologate da sembrare evase da una clinica estetica nord coreana.
Presumendo che la crisi abbia colpito un po’ anche lì, mi chiedo cosa dovesse essere ‘sto di tipo di eventi fino a qualche anno fà.. e mi spiego, finalmente, perchè mai tanta gente si faccia in quattro per partecipare a regate tecnicamente della minchia come il Trofeo Pirelli a Santa Margherita!
Rimasti in 4 degli originari sette, ci accampiamo determinati ad assaggiare tutto, ed in questo devo dire che siamo buoni.
Surprise Surprise alla premiazione: conduce i giochi Pippone Baudo, proprio quello lì, tirato fuori per l’occasione dal freezer, colpetto di micro-onde e via, coadiuvato, per l’occasione, da una spigliatissima Cristina (ribattezzata così dal Pippone nazionalpopolare) Monina, la quale, fattasi carico del gravoso compito di rendere il Pippone meno insopportabile, tenta di alleggerire le pippate peggiori raccontando annedoti sugli aramtori amici suoi e sulle barche su cui ha regatato.. per altro interessanti come il foglietto delle istruzioni del regalino nell'uovo di Pasqua! Purtroppo il risultato, causa conseguente allungamento dei tempi, è parziale, ma le va riconosciuto il tentativo, sicuramente senza il Pippone sarebbe stato meglio per tutti, sia per lei che per la platea.
Ad aiutare il mix tra il Pippone e la neo-Cristina arriva il banco dei super-alcolici, che come sempre aiuta non poco a lenire la botta di trash, la quale giunge al suo culmine quando Pippone prima si ammucchia su una cassa-amplificatore, incautamente lasciatagli alle spalle sul palco, e poi definisce i presenti dei “regatisti”.. aggettivo che fa immediatamente presa nella corteccia cerebrale mia e del Cekka, opportunamente pre-trattata a grappini e stanchezza.
In barca, un po’ trascinando i piedi, riportiamo coppetta e piattino, con Marione che non nasconde la comprensibile amarezza per il “liscio” fatto al primo posto, che è pure un "challenge"..
(*) la foto è imprecisa, in quel momento sapevamo di essere arrivati a 3' dal primo.. due giorni dopo l'UVAI ha ricalcolato il certificato di stazza di Vani Tè.. ed è venuto fuori che siamo arrivati a 44" dal primo.. la classifica ovviamente nn cambia.. e la faccia di Mario nemmeno!
..noi si cerca di consolarlo dicendogli che certi dolori si curano solo con un portentoso unguento, disponibile in ottobre.. a Malta!!
(*) la foto è imprecisa, in quel momento sapevamo di essere arrivati a 3' dal primo.. due giorni dopo l'UVAI ha ricalcolato il certificato di stazza di Vani Tè.. ed è venuto fuori che siamo arrivati a 44" dal primo.. la classifica ovviamente nn cambia.. e la faccia di Mario nemmeno!
..noi si cerca di consolarlo dicendogli che certi dolori si curano solo con un portentoso unguento, disponibile in ottobre.. a Malta!!
Ma la sola idea sembra farlo stare pure peggio!
Alla mattina l’idea è di alzarsi presto per trasferire la barca.. infatti usciamo che sono le dieci passate.
La giornata sa finalmente di primavera, tiriamo su spi dopo lo Sparviero, rotta per l’Argentario, c’è un mare splendido, si va giù lisci, all’altezza di Castiglion della Pescaia strambiamo e mettiamo la prua sull’Argentario, poi sale pressione e si corre dandoci il giro al timone.. che quasi si ricostituiscono vecchi equipaggi snipe..
..incrociamo un paio di pesci luna, probabilmente uno squaletto, un sottomarino color ruggine (a dir della FDZ) in navigazione emersa: è l'USS Formica Grande della classe di sottomarini hunter-killer "Formiche di Grosseto".. già che ci siamo, per ragioni di rotta, il Code 0 prende il posto dello spi..
..si continua a correre, dopo Talamone cala aria e noi lo aiutiamo col motore, fino quasi all’Argentarola, quando rolliamo il Code 0 e proseguiamo solo d’elica e randa.
..incrociamo un paio di pesci luna, probabilmente uno squaletto, un sottomarino color ruggine (a dir della FDZ) in navigazione emersa: è l'USS Formica Grande della classe di sottomarini hunter-killer "Formiche di Grosseto".. già che ci siamo, per ragioni di rotta, il Code 0 prende il posto dello spi..
..si continua a correre, dopo Talamone cala aria e noi lo aiutiamo col motore, fino quasi all’Argentarola, quando rolliamo il Code 0 e proseguiamo solo d’elica e randa.
Pur attaccati all’Argentario si vede benissimo il cadavere della Concordia al Giglio, non è un bel vedere.. finalmente il sole scalda bene.
Il giro dell'Argentario è sempre una meraviglia, verrebbe voglia di fermarsi ad ogni possibile caletta per aspettare sera.
Invece tiriamo dritti, incontriamo altre coppie di pesci luna, alcuni amici di Marione che vengono incontro a festeggiare, e sotto ai forti spagnoli, giusto per chiudere in gloria, tiriamo su un S4 (da tempesta) giusto per vedere che roba sia..
..ed è una roba anni'70 della UK, blu-rosso-bianco triradiale, in cartongesso ignifugo (almeno REI30).. però sta su, addirittura portato dal Cekka, fin davanti all'imboccatura di Cala Galera!
..ed è una roba anni'70 della UK, blu-rosso-bianco triradiale, in cartongesso ignifugo (almeno REI30).. però sta su, addirittura portato dal Cekka, fin davanti all'imboccatura di Cala Galera!
Insomma è stata una di quelle robe che ti riappacificano col mondo delle regate, anche con quello delle regate sui barconi, e non certo per il risultato, comunque inatteso e graditissimo, è che ci siamo proprio divertiti come bestie, che poi è l'unica ragione valida per affrontare certe ammazzate!
Un sincero ringraziamento a Marione, al solito armatore con la "A", come ormai non ce ne è più.
E' stato un bellissimo aperitivo.. perchè questo, come Marione sa bene, era l'aperitivo.. per la portata principale servirà ancora qualche mese.. perchè la portata principale, superfluo dirlo, è Malta.
E' stato un bellissimo aperitivo.. perchè questo, come Marione sa bene, era l'aperitivo.. per la portata principale servirà ancora qualche mese.. perchè la portata principale, superfluo dirlo, è Malta.
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