pESCARA mON aMOUR..
A Pescara arriviamo in piena notte, aria tiepida profumata di mare, pescherecci immobili lungo le sponde del canale e strade deserte, a parte quel poco di vita che passeggia ancora dentro al marina.
Il piano sarebbe di scaricare e magari pure armare, ma a metà strada una telefonata all’hotel dove abbiamo prenotato ha aperto scenari tali che di scaricare ed armare se ne parla all’indomani, che del resto arriva rapido e rovente.
La mattina successiva è il solito brulicare di barche da rimontare, carrelli da mettere a posto e gente che si rivede dopo tanto tempo.
A Pescara c’eravamo già stati nell’autunno 2006, e fa piacere scoprire che la cortesia e le disponibilità degli organizzatori è rimasta immutata, anzi se possibile è pure cresciuta.
Dalla IV Zona arriviamo in dieci equipaggi, saremmo potuti pure essere qualcuno di più, ma alcuni problemi di organico e la pandemia stagionale dei matrimoni/battesimi/cresime/comunioni non l’hanno consentito, il numero comunque non è trascurabile, visto che da solo equivale a quasi un terzo del totale degli iscritti (39 in tutto), testimonianza di quanto di qua (leggi: tirreno centrale) si apprezzi il lavoro degli omologhi di là (leggi: adriatico centrale).
Al momento di andare in acqua l’unica cosa che sembra assodata è il gran caldo, fuori dalle ostruzioni invece troviamo un filo d’aria che dopo un pò prende pure a crescere e alla fine già al sabato si riescono a portare a casa tre prove con aria fresca (in termini di intensità, non di temperatura) alquanto instabile ed un mare a dir poco “roccioso”.
Mattatori della giornata sono sempre i soliti, manco a dirlo! Con una prova che sembra un revival braccianese, con due equipagi IVzzonari che conducono le danze con distacco.
Dietro come sempre è rissa da bar sud americano ma sempre all’insegna della massima sportività.. infatti l’appello del Presidente del CdR a comportarsi correttamente viene rispettato appieno, cioè la Regola 42 (Leggi: pompaggio) è salva e universalmente rispettata.. anche se si sconta qualche “mollezza” su concetti tipo “mure a destra mure a sinistra” o “barche che sopraggiunge barca che precede”.. per quel che ci riguarda il tutto si traduce in un piccolo ma significativo buco a poppa, merito di un fenomeno circense che sopraggiungendo da poppa e forte dell’obbligo di evitarci, piuttosto che piegarsi a tale iniqua norma (ad esempio.. orzando??) ci ha tirato dentro come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Su quelli che invece ti viravano davanti come se fossero soli in mezzo al mar stendo un velo pietoso, parlarne saprebbe di persecuzione, e a terra, dopo la regata, ho scoperto di non essere stato il solo che si è dovuto misurare con tali figuri.
Come accennavo in precedenza: merito del vento e della tenacia del Cdr, giustamente stimolato dalle previmeteo per il giorno successivo, il sabato si sono disputate tre prove, tutte su percorsi a bastone, tutti percorsi della lunghezza giusta per sfiancare, tutte partite dopo un richiamo generale, tutte con aria, in particolare la seconda, mentre nella terza si cominciava ad avvertire un certo ristoro serale, anche se per avvertirlo del tutto è stato necessario superare il quiz finale del rientro allo scivolo in fil-di-ruota.
A sera happening presso la sede della LNI, circolo organizzatore e padrone di casa eccezionale.
Menzione d’onore per la scelta di servire i partecipanti ai tavoli, risparmiandoci quelle pietose scene che accompagnano abitualmente i buffet (che andrebbero banditi appena a sud del circolo polare artico!).
Encomiabile, come nella tradizione pescarese, la profusione enogastronomica che ha travolto i convenuti (i quali se ne sono tornati pure con una boccia di nero a testa).
Altra menzione d’onore per la deliziosa porchetta che bissa la sua splendida antenata del 2006.
Postilla per il quartazzonaro che non è venuto a Pescara: chette6perso!!
A fine happening serale via lisci verso il meritato riposo, magari assieme ad un paio di aspirine, mentre lo zoccolo gaudente della Classe si cimentava con la movida pescarese, della quale all’indomani i reduci dicevano un gran bene.
La domenica mattina la canicola sembra la stessa, anche se a differenza del sabato si vedono la Maiella ed il Gran Sasso, ancora parzialmente ammantati di neve.. ed uscire in barca in una giornata estiva, con delle montagne innevate sul fondale, fa davvero un certo non so che.
Già alla domenica recuperiamo in acqua anche il Comandante M.Ramius (foto di fianco), che il giorno prima, subito dopo la prima prova, si era dovuto leggermente ritirare causa un problemino con la propulsione caterpillar..
Uscendo troviamo acqua piatta e un filo d’aria, c’è ancora corrente, ma molta di meno del giorno prima, quando la barca giuria rimaneva disposta di traverso al vento..
L’avvio delle procedure ci coglie quasi di sorpresa, si finiscono le operazioni di intabbarramento e si parte, la linea è decisamente più lunga e dritta del sabato, la flotta impiega la prima bolina e un pezzo a spaccarsi in due, poi si sfilaccia ancora, merito più della corrente che del vento che va calando.
Noi precipitiamo in fiamme, e più ne provo più va peggio. Se la situazione rimanesse invariata è evidente che non sarà il 26esimo della seconda prova di ieri il nostro scarto.
Partiamo per la penultima bolina con l’umore nello svuotatore, a destra sono immobili, a sinistra pure.. ed in adriatico il girasole è verso destra..dicono gli adriatici.. però.. però finiamo per buttarci a sinistra, non c’è molta sensatezza in questo naturalmente, più che altro le strisce di bava sembrano un pò più visibili, ma potrebbe essere solo una questione di incidenza della luce, anche se poi, in cima alla bolina, scopriamo che non era solo incidenza della luce ed abbiamo riacciuffato almeno una decina di barche, insomma quel 26esimo forse si scarta..
Alla boa arriviamo in punta di piedi, la corrente complica, e molto, il gioco.. mentre i nostri super eroi "i due scoiattolini" (alias: Nadir Piazza e Sir Bellotti.. di fianco la loro magione pescarese) scivolano via in poppa tra i primi, perfettamente appollottolati nel pozzetto della loro barca, da dove spuntano solo i bracieri delle loro sigarette ed un gran stormire di panini scartati (la lotta all’ipoglicemia è un loro fermo ed irrinunciabile proposito!!).
Lo spettacolo che si staglia appena svoltata la boa di bolina non è di quelli che rincuorano: la flotta è disegnata lungo tutto il lato di poppa, tutti mure a dx, ad occhio e croce nessuno ha strambato (nel caso fosse avrebbe la prua diretta per la Croazia) eppure sono tutti sparpagliati lateralmente, leggi: giri di corrente.
Noi ci proviamo e nella patanazza ormai totale ci troviamo compari di sventura de “Li sorci verdi”, nostra stimata conoscenza braccianese, salvati come noi dal proditorio fischio dell’annullamento.
La giornata, in acqua, finisce così con un lungo traino e con la classifica invariata, visto che con 3 prove non c’è lo scarto.. quindi i vincitori sono quelli che guidavano la classifica già dal sabato ovvero:
A terra invece finisce con un godurioso piatto di pasta al sugo al posto del tea-break (mi dicono che a Pescara si usi così..), con la premiazione e con i saluti, alcuni partono subito, altri sono già partiti, noi tiriamo lunghi e con pochi altri sfrutteremo la Festa della Repubblica per un rientro comodo, direttamente al Lago, dove troveremo ad attenderci un tipico lunedì novembrino (foto sotto).
Il prossimo appuntamento del Trofeo Coppa Duca di Genova sarà sul Lago di Bolsena, anzi “Borsena”, con buona pace del navigatore satellitare che non capirà una mazza, la penultima settimana di Luglio.
Dopo la Nazionale di Bolsena, ossia l’ultimo week end di Luglio, e al di fuori dalla Duca di Genova, si terrà Vacanze Romane, come sempre sul Lago di Bracciano, come sempre aperta a tutti e spalancata a quanti vogliano venire a divertirsi e a far baracca attorno ad una bella regata.
Gli inviti “ad personam” per VR sono stati già fatti in quel di Pescara, qui è giusto ri-ripetere ancora l’invito soprattutto ai nostri dirimpettai adriatici (del resto già tutti invitati “ad personam”), anche per cercare di sdebitarci per la loro ospitalità.
Da ultimo ma non per ultimo i più sinceri ringraziamenti alla LNI di Pescara, organizzatrice della regata, a tutto lo staff, al Presidente (è merito suo se abbiamo riavuto il Comandante Mario Ramius in acqua già alla domenica), a PG, vero e proprio deus ex machina dell’evento e a tutti quelli che si sono sbattuti per consentirci di tornare a casa con lo splendido ricordo col quale siamo tornati a casa.
Pescara è uno dei pochissimi posti dove vai e hai la sensazione che siano tutti molto molto contenti che la Classe sia andata proprio lì, ed è grazie a questa atmosfera che in un due anni, quattro dalla palingenesi della Flotta Snipe Aternum, Pescara è diventata sicuramente un punto di riferimento per l’attività snipe a queste latitudini e l’auspicio non può che essere di un ulteriore radicamento, frutto dell’ottimo lavoro fatto fin’ora, senza bisogno di orpelli, martellanti campagne pubblicitarie e ospiti col pedegree, solo una bella regata ottimamente organizzata e gestita da persone sorridenti ed ospitali, what else?
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