Friday, September 29, 2006


Fiumicino Aeroporto raggiunto in circa un'ora da Roma Balduina. I treni funzionano, le biglietterie automatiche pure. Di gran carriera giungiamo in aeroporto secondo consiglio e prescrizione quasi tre ore prima; consegnate le valigie per farle tradurre a destinazione, sentendoci più liberi, dopo una passeggiata al bar ed in farmacia a cercare melatonina alla quale taluni napoletani (Umberto) connettono virtù taumaturgiche (per recuperare la differenza di fuso orario) andiamo a fumare una sigaretta. Sono le ore 16:00 a Roma; passiamo il controllo di sicurezza rapidamente e senza avvilenti perquisizioni ma siamo introdotti in una nassa di negozi che espongono merci totalmente inutili o costose. Tra le più inutili dato che non si può fumare le sigarette a cartoni da tre stecche. Un simpatico trenino che fa molto Gardaland si passa in un'altra serie di negozi, questa volta di miglior livello e posti a cerchio. Sono quasi le 18:00 è ora di andare al cancello di imbarco. Termina lo "shopping coatto" al quale siamo stati condannati senza benefici. Potrebbe essere utile una breve sosta nei locali di pubblica decenza; ma sono in manutenzione, quasi tutti; finalmente uno funzionante, appena in tempo per gustarsi la fila al cancello ed un nuovo controllo di sicurezza; questa volta efficace, nel senso che era fatto da una persona intelligente e curiosa.
Scendiamo in aereo camminando lungamente su tappeti sconnessi e finalmente si entra. Da buon provinciale che vive in metropoli, l'ultimo oggetto volante (per non contare la giostra del Tibi Dabo) sul quale ebbi a salire era un Yliushin (si scrive così?) copia esatta del Caravelle; non mi sembra che il tempo abbia portato progressi. Questo è un Airbus 319, l'equivalente del vecchio 67 ATAC che in perfetta scomodità consentiva di raggiungere l'altro capo di Roma; non posso paragonarlo al regionale Roma Minturno, anche se l'odore nello scompartimento è il medesimo, solo perché la distribuzione delle bevande e dei panini è gratuita e gestita da ragazze britanniche suppongo volenterose e non da meridionali o extracomunitari (che poi è la stessa cosa) a scopo di lucro.
il menù prevedeva due mezzi tramezzini al prosciutto cotto con maionese e pomodori (secondo l'etichetta tomatoes che non deve proprio corrispondere a pomodori), pochi cc di latte ed una specie di tortino di fragole e crema di latte, che prudentemente non ho aperto, avendo mangiato il primo mezzo tramezzino.
Complessivamente è più affollato di un normale autobus, lo spazio a disposizione è minore, ma c'è un tavolino dove poggiare il macintosh sul quale ho iniziato a scrivere non appena le luci interne, accese senza risparmio, hanno impedito di vedere la terra illuminata con parsimonia da un tramonto dai colori estremamente accesi. Non abbiate paura, oggi ho scritto molto a lungo, non avendo nulla altro da poter fare bloccato nel mio posto a sedere da una lunga fila di viaggiatori alla ricerca della toilette.
a presto, spero.

c




0 Comments:

Post a Comment

<< Home