Wednesday, July 19, 2006

.."pERCHE' aMO lA vELA?"


Domanda complessa alla quale neanche Cino Ricci riuscirebbe a rispondere, figuriamoci un derivista dell’ultima ora come lo scrivente!
Poiché chiamato a delle sfide impossibili (tipo fare carriera in ufficio lavorando sodo) non mi sono mai tirato indietro, vado a descrivere in un flusso di coscienza (che spero trascini il lettore, meglio se lettrice, a valle) tutto quello che mi passa per la testa (e non potete immaginare quanto traffico ci sia in una zucca vuota…).

PERCHE’ LE MIE REGATE NON FINISCONO MAI IN ACQUA

Di ritorno da una delle solite regate Hobie Cat 16 (solite nel senso che il risultato è stato molto simile a quelli registrati nel passato: 26-esimo su 32...) mentre nottetempo (undici di sera) scaricavamo il catamarano un bambino ci ha importunato:
"bello il catamarano, io ho due barche più grandi..."
"si?"
"si, un Bavaria 32 (9 metri) e un Bavaria 38 (12 metri)"
"davvero?"
"si, ma sono di mio padre, lui ha una società di charter. Una delle due barche l'ha comprata con i soldi della mia comunione"
"...?!?"
"beh non proprio, ci ha aggiunto anche altri soldi"
Poi, cercando di cambiare discorso, mi chiede
"come ti chiami?"
"Lorenzo, e tu?", "mi chiamo Joshua"
"Come Joshua Slocum, il primo che ha circunnavigato a vela da solo il mondo?"
"si, proprio lui, mio padre è fissato! Mi chiamo Joshua anche perchè mia mamma è inglese"
"allora parli inglese?" dico io
"no, solo latino e spagnolo"
"...? ma quanti anni hai?"
"11"
"e alle medie vi insegnano latino?", "si"
"quindi se ti dico Timeo Danaos et dona ferentes tu mi capisci?"
"no, il problema è che siamo arrivati solo a rosarum, tutte le volte che arrivano altri bambini dobbiamo ricominciare da capo!"
"allora la scuola è un casino come la vita..."
"no, a scuola c'è più casino"
Peccato non avere più l’età per frequentare certi posti… e peccato che quando a suo tempo ho chiesto alla figlia di un mio amico di poter rimanere con lei nel suo asilo lei mi abbia fulminato con
“non puoi, sei grande, hai già imparato tutto”.
Forse per certa gente imparare tutto non è sufficiente.

PERCHE’ TI FAI BELLO IN UFFICIO CON I COLLEGHI

Partecipo al 1° Trofeo Anzio Meteo con il mio Contender: almeno 20 barche, due regate, due terzi posti, sono sul podio!
Alla premiazione ricevo targa e medaglia, grande soddisfazione.
Tutto bene?
Non proprio: è vero che hanno partecipato 20 barche, ma 5 erano gli Optimist dei bambini (età media 9 anni), 12 erano catamarani, come derive (la mia classe) hanno partecipato in 3 (lo scrivente compreso…).
Le altre due barche erano due Laser, quindi avrei dovuto essere più veloce e vincere a mani basse.
Inutile dire che in ufficio ho detto di essere arrivato 3° su 20 barche.
Se fossi un reato sarei abuso di credulità popolare.

PERCHE’ FAI PARTECIPE LA TUA MAMMA DELLA TUA VITA

Ho incontrato in una regata Hobie Cat in Francia un ragazzo Neo-zelandese e una ragazza Australiana che hanno passato l’ultimo anno in giro per l’Europa a fare regate (Francia, Austria, Germania, Italia), quando sono passati a Roma siamo stati a cena insieme e li ho presentati a mia mamma.
Mia mamma rimane sempre un poco perplessa tutte le volte che mi vede preparare l’armamentario per una regata e sparire per qualche giorno, quindi ha cercato di capire cosa spingesse quei due ragazzi così lontano da casa. Ha cominciato con una domanda innocua alla fanciulla:
“Tua mamma non è preoccupata del fatto che tu stia in giro in Europa?”
“Mia mamma ha fatto la stessa cosa che ho fatto io: quando aveva la mia età è andata in Europa e alla fine ha scritto a mio padre “Too much fun to have time to write you. Bye”
“E tuo padre?”
“Ha venduto moto ed auto e l’ha raggiunta in Europa, poi sono tornati in Australia, si sono sposati e sono ripartiti per un viaggio”
Mia mamma, sempre più confusa: “hai sorelle o fratelli?”
“una più piccola”
Mia madre (sperando che la più piccola avesse una vita meno girovaga): “lei è in Australia?”
“Si, ma ha fatto la stessa cosa prima di me: sei mesi in Sud America, poi Africa, Europa, Asia”
Le mamme sono in gamba, la mia è una delle migliori e dimostra di avere capito tutto facendomi notare che “si hanno vite diverse a seconda della famiglia nella quale si nasce…”
Dove sarei ora se mia madre avesse imparato a nuotare?
PERCHE’ SNOBBI I NON VELISTI
Bazzico abitualmente a Nettuno, dove ci sono 2 motoscafi Pershing 88: costo 5 milioni di euro (cadauno), per un pieno te la cavi con 5000 Euro, sembra che al proprietario l’ultimo carenaggio + riserraggio mobili interni sia costato 200.000 (duecentomila) Euro.
Un capitano per un Pershing 88 guadagna 40.000 Euro l'anno, un marinaio 25.000-30.000, il posto barca costa 30.000.
Mando queste informazioni all’amico snipista (lo so, nessuno è perfetto) Gaetans che coglie il senso e mi risponde:
Che cazzo me so laureato a fa?
Che cazzo me so laureato a fa?
Che cazzo me so laureato a fa?
Che cazzo me so laureato a fa?
Che cazzo me so laureato a fa?
Che cazzo me so laureato a fa?
Che cazzo me so laureato a fa?
Che cazzo me so laureato a fa?
Che cazzo me so laureato a fa?
Che cazzo me so laureato a fa?
Che cazzo me so laureato a fa?
Che cazzo me so laureato a fa?
Se si lamenta lui che è dentista, io come ingegnere cosa dovrei fare?

PERCHE’ GLI YACHTMEN SNOBBANO TE

Un Sabato sera, alla fine di una tappa di una regata cabinati abbiamo attraccato a Ponza e un amico del nostro armatore ci ha invitato a cena sul suo bialbero.
La cena era iniziata bene: già dopo il primo piatto l’armatore che ci ospitava aveva capito il nostro spirito e faceva presente al nostro skipper (indicando il sottoscritto e l’amico non-snipista Francis)
“Certo che con questi due sarà difficile vincere domani…”
Ed io “io ed il Francis siamo un lusso che nessun 30 piedi può permettersi”.
Che la serata fosse frizzante l’avevo già capito prima della cena, quando ho cercato di fare conversazione e ho chiesto il nome dei tre figli: “Come si chiamano?”
“XXX, Emilano e Tancredi”
“ah Tancredi, come il protagonista del Gattopardo…”
E la madre: “non male come cultura generale…”
L’armatore non è stato da meno: appena ha saputo che ero ingegnere è partito con una disamina sulla categoria il cui succo può essere concentrato nella seguente:
“gli ingegneri hanno un carma fortissimo…un mio zio, ingegnere della Siemens, lavorava a San Paolo del Brasile, poi a Norimberga, poi a Milano, poi…beh sappiamo tutti come sia andata a finire…”
Ed io (ingenuo): “Come è andata a finire?”
“tumore al cervello, è morto due anni dopo che è andato in pensione”.
Ed io (ingenuo incredulo di tanta crudeltà) “…”
“Ho altri amici ingegneri, lavorano tantissimo, sono stressatissimi, un altro mio amico mi raccontava che avevano realizzato un ponte simulandolo al computer, poi l’hanno messo in opera e subito dopo è crollato…”
La cena è stata squisita, la conversazione molto amabile, il vino eccellente, i racconti di vela sembravano usciti dalle pagine della “Biblioteca del Mare” della Mursia, peccato che è finita con ingegneri che durante la vita lavorativa fanno crollare i ponti e che non riescono a godersi la pensione.
E’ stata comunque una conversazione illuminante, che mi ha fatto capire come faccio bene ad uscire dall’ufficio alle 18.30 ed andare in barca appena posso (altrimenti come entrerei in contatto con persone di questo tipo?).
Parafrasando Gaetans (vedi qualche paragrafo fa)
“che cosa me so laureato in ingegneria a fare?”

PERCHE’ LA VELA E’ SALUTE E TI MANTIENE INTEGRO ED IN FORMA

A Santa Marinella (vicino Roma) ho subito un infortunio di una certa entità.
Condizioni meteo: onda, 15 (o più) nodi di vento, cielo senza nubi
Imbarcazione: Contender ITA 244
Regata: Ranking List Contender IV zona (seconda giornata)
Descrizione dell'evento (tecnica): andatura di poppa, strambata involontaria, il boma mi ha centrato.
Ho compensato con il mio peso e sono riuscito a non scuffiare (=cadere in acqua).
Descrizione dell'evento (profana): il boma (elemento mobile orizzontale, 2,5 metri circa di alluminio) ha spazzato la coperta da sinistra a destra. Nel pieno della sua corsa (metà della corsa, che corrisponde al punto di massima velocità (per chi si ricorda gli esercizi di esame sul pendolo a Fisica I) ho deciso di fermarlo con una testata.
E pensare che
a) prima della regata ho curato un contenderista che ha sbattuto il ginocchio sul muretto: disinfettato, garza sterile, nastro per tenere la garza.
b) mi sono fatto male nella prima regata, che naturalmente hanno annullato.
c) mi sono disinfettato guardandomi su uno specchietto per il trucco fornitomi da una signora (altri specchi non erano disponibili): molto macho, muta stagna, sangue raggrumato sulla barba, cassetta del pronto soccorso, specchietto per il trucco violetto.
L’infermiere che mi ha curato in ospedale mi ha consolato con
“ecco adesso le manca solo la bandiera pirata”
ed io, che avevo fame (forse perché erano le dieci di sera e l’ultimo pasto consumato era stata una timida colazione parecchie ore prima) ho replicato
“Si però al posto delle tibie incrociate ci metto coltello e forchetta”

PERCHE’ LA VELA MI PERMETTE DI SCRIVERE LE COSE CHE MI ACCADONO…

… e rileggendole anche a distanza di tempo mi sorprendo a pensare di essere una persona veramente fortunata.

Lorenzo

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